Ancor non sei tu paga
Di riandare i sempiterni calli?

Somiglia alla tua vita
La vita del pastore.
Sorge in sul primo albore
Move la greggia oltre pel campo, e vede
Greggi, fontane ed erbe;
Poi stanco si riposa in su la sera:
Altro mai non ispera.

Vecchierel bianco, infermo,
Mezzo vestito e scalzo,
Con gravissimo fascio in su le spalle,
Per montagna e per valle,
Per sassi acuti, ed alta rena, e fratte,
Al vento, alla tempesta, e quando avvampa
L'ora, e quando poi gela,
Corre via, corre, anela,
Varca torrenti e stagni,
Cade, risorge, e pił e pił s'affretta,
Senza posa o ristoro,
Lacero, sanguinoso; infin ch'arriva
Colą dove la via
E dove il tanto affaticar fu volto
Abisso orrido, immenso,
Ov'ei precipitando, il tutto obblia.

La madre e il genitore
Il prende a consolar dell'esser nato.
Poi che crescendo viene,
L'uno e l'altro il sostiene, e via pur sempre
Con atti e con parole
Studiasi fargli core,
E consolarlo dell'umano stato:
Altro ufficio pił grato
Non si fa da parenti alla lor prole.

 
La Vita
Versi.


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