La necessita’ di terreni da
adibire ad uso agricolo, ha portato al disboscamento di vaste aree
a favore della coltivazione della vite, soprattutto nei terreni a minore
pendenza e con la migliore esposizione. Successivamente, la forte
riduzione del numero degli addetti al settore agricolo a favore dell’impiego
nel settore industriale , ha portato ad un progressivo abbandono delle
vigne. Alcune di queste sono state sostituite da impianti di nocciolo,
coltura che si prestava sia alla lavorazione "part-time", sia all’integrazione
del reddito di chi era ancora impiegato nel settore agricolo. In altri
casi, i vigneti sono stati semplicemente abbandonati, generando gerbidi
o gradualmente sostituiti da impiantamento di noci, querce e acacie. I
vecchi boschi, sopravvissuti a queste trasformazioni, sono le ultime
propaggini della grande foresta della valle, come testimonia la presenza
degli ultimi esemplari di pino silvestre, specie protetta e minacciata
di estinzione su questa porzione di territorio. In questi boschi e
nei vecchi castagneti, coltivati a ceduo, possiamo trovare ancora
un ricco ed interessante sottobosco: felci, mughetti, polmonaria, primule,
bucaneve, si trovano ancora in vaste macchie. Più’ raro il
sigillo di Salomone e i bei tulipani selvatici, bianchi, striati di rosso
che in primavera occhieggiano ai margini dei boschi insieme a numerose
altre bulbose.Questo è il territorio che si trova intorno al paese
e al castello di Settime, a formare un paesaggio ricco di valenze storiche
e ambientali non ancora deturpate da opere industriali o civili di
forte impatto ambientale.
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