Leggende
 
*Leggenda del Castello. 
Si dice che il castello sia stato costruito dal figlio del re di un paese lontano, il quale venne a Sessame con la sua amata contadinella e unsuo servo. Scappati dalla loro terra perchè il loro amore era contrastato dal padre del giovane, decisero di fermarsi in questa zona e con l'aiuto della gente del posto costruirono il castello. Ma ungiorno la giovane si ammala e muore. Allora il giovane di nascosto montò a cavallo per tornarsene nella sua patria, ma improvvisamente mentre scendeva per la collina, udì una voce melodiosa, accompagnata dal suono di un'arpa. Si diresse verso quella voce e vide un'ombra, la quale era quella dell'amata; ma più si avvicinava, più l'ombra si allontanava. Il cavallo si impennò ed il principe cadde a terra e si trovò col volto su una pezzuola bianca, bagnata di sangue, dove c'era scritto "Compagni in vita, compagni in morte". Rimontò a cavallo, ma ricadde e rimase tramortito; la collina non c'era più e tutt'intorno vi era un'infinità di sarcofagi; vi si affacciò in uno, vi cadde tramortito ed insieme alla sua bella amata, salì,al cielo.

 
*Si racconta che nel XVIII secolo un disastro naturale distrusse la produzione agricola di gran parte d'italia lasciando indenne una zona del Piemonte. Gli abitanti delle aree colpite, a causa della carestia,furono costretti a lasciare i luoghi di origine in cerca di cibo. Sessame fu uno di quei paesi che dovette provvedere al sostentamento dei forestieri. I Marchesi del Carretto, signori di Sessame, non avendo altro offrivano un piatto di riso e un bicchiere di vino a tutti gli affamati ,da questa povera elemosina avrebbe preso vita la festa, tramandata nei secoli così com'è.

Superstizioni
 
*Si racconta che fin dai tempi dei romani, quando moriva un componente della famiglia, il capofamiglia, o chi ne faceva le veci, aveva il compito di chiamare il morto tre volte perché si dice che dopo morto l'orecchio sente ancora.

*Un'altra superstizione è di non vestirsi sul letto, poiché porta sfortuna

*Una credenza generale, sopravvivenza del mondo pagano e medievale, è quella del ritorno sulla terra dello spirito dei morti. I defunti appaiono in sogno sorvegliano le azioni dei vivi, frequentano le case disabitate, vengono a portare regali di ogni genere ai bambini buoni sprattutto il 2 novembre, giorno a loro consacrato. Si dice che errino per le campagne sottoforma di serpi o di rospi in espiazione di qualche grave peccato. Da qui il divieto di uccidere serpi, lucertole e simili.

*Dopo la credenza negli spiriti viene quella nel folletto e nel diavolo, il primo burlone e quasi sempre benevolo, anche se dispettoso; l'altro sempre maligno, assume di notte la forma di un gatto nero che crescendo rapidamente col capo quasi tocca le nuvole e, sprigionando scintille, scompare.

*Non vanno certo dimenticate le streghe. Qui masche e fattucchiere -o anche donne sorprese a lavorare a tempo di messa o a guarire le malattie con formule od erbe - finirono sotto la tortura dell' Inquisizione, spesso finendo al rogo o nelle torture delle torri. Si racconta che un giorno un paesano portò a casa uno straniero morente. Dopo averlo deposto a terra, con un purino  da bosco tagliano l'erba tutt'intorno al corpo in modo da lasciare l'impronta nella sterpaglia. Poi all'uomo iene fatto un bagno di vino e intrugli. A causa di questa drastica cura i suoi guaritori ebbero a subire processi e torture.
Inoltre si racconta che le streghe la notte di ogni sabato si radunano sotto un albero di noce e fanno riti magici.

Proverbi

Per non dimenticare o per imparare cose che "al temp dij  veij" (al tempo dei nostri  vecchi) nella mia terra sapevano tutti.
PROVERBI SUL TEMPO
*Quando è seren, ma la montagna è scura,
  non ti fidar, che non è sicura; quando èchiara la montagna, mangia, bevi e và in campagna.
 

Quando lampeggia da tramontana, è segno di caldana.

Quando il tempo si muta, la bestia starnuta.

AVRIL - APRILE.
Vira, tuira e tarabasca, l'invern dura fin a Pasqua.
(Gira, rimesta e cincischia, l'inverno dura sino a Pasqua).
L'invern a l'è nen fora fin che la lun-a d'avril a l'ha nen finì 'd lusè.
(L'inverno non è trascorso finchè la luna d'aprile non ha finito di
brillare).

GENE' - GENNAIO.
Temp ciair e doss a Capodann, bel temp tut l'ann.
(Tempo chiaro e dolce a Capodanno, bel tempo tutto l'anno).
Genè sut, tanti frut.
(Gennaio asciutto, tanti frutti).
 

LUJ - LUGLIO.
 La matinà scura 'd luj a veul nen di bruta  giornà.
(La mattina scura di luglio non vuol dire  brutta giornata).

Luj, la tera a beuj.
(Luglio, la terra bolle).

DZEMBER - DICEMBRE.
Se la fioca a ven prima 'd Natal e buta ij dent come la sal.
(Se la neve arriva prima di Natale, mette i denti come il sale, cioè non
si scioglie per lungo tempo).

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