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"Raggiungerai
il paradiso quando avrai raggiunto la velocità perfetta. Il che
non significa mille miglia all'ora, né un milione di miglia, e neanche
vuol dire volare alla velocità della luce.Perché qualsiasi
numero, vedi, è un limite, mentre la perfezione non ha limiti. Velocità
perfetta vuol dire solo esserci, essere là.[...]
Il vostro corpo, dalla punta del becco alla coda, dall'una all'altra punta delle ali, non è altro che il vostro pensiero, una forma del vostro pensiero, visibile, concreta. Spezzate le catene che imprigionano il pensiero, e anche il vostro corpo sarà libero." Il gabbiano Jonathan Livingston, Richard Bach |
... cominciò
lo stramaledetto film. Era talmente uno schifo che non riuscivo a staccarne
gli occhi. Parlava di quell'Inglese, Alec vattelapesca, che ha fatto la
guerra e in ospedale perde la memoria e via discorrendo.
In realtà lui è un duca, ma non lo sa.Poi incontra quella ragazza carina e tanto alla buona che prende l'autobus. Il suo dannato cappellino vola via e lui lo acchiappa, e poi tutti e due vanno sull'imperiale, si siedono e si mettono a parlare di Dickens. E' il loro autore preferito e via discorrendo.Lui se ne va in giro con una copia di Oliver Twist sotto il braccio e lei pure. Ancora un po' e vomitavo. Ad ogni modo, si innamorano subito visto che hanno tutti e due il pallino di Charles Dickens, e lui la aiuta a tirare avanti con la sua casa editrice.[...] Poi un bel giorno certi ragazzi stanno giocando a cricket sul prato, e pum, gli arriva una palla in testa. Ecco che allora gli torna la memoria e lui va dentro e bacia la madre sulla fronte e via discorrendo. Allora si rimette a fare il duca e dimentica tutto quanto della bambola tanto alla buona che ha la casa editrice. Vi racconterei anche il resto della storia, ma come niente finisce che vomito. Non è che lo guasterei o qualcosa del genere. Non c'è niente da guastare, Cristo Santo. Ad ogni modo finisce che Alec e la bambola alla buona si sposano.[...]Io vi dico solo di non andare a vederlo, se non volete vomitarvi addosso. Una cosa mi colpì, e fu una signora seduta vicino a me che pianse durante tutto quel dannato film. Più balordo diventava e più lei piangeva. Avreste potuto pensare che piangeva perchè aveva il cuore tenero come il burro, ma io le stavo seduto vicino e non era vero niente. Con lei c'era un ragazzino che si annoiava a morte e aveva bisogno di andare al gabinetto e lei mica ce l'ha voluto portare. Continuava a dirgli di stare fermo e di fare il bravo. Quella aveva il cuore tenero suppergiù come un lupo, accidenti. Prendete la gente che si consuma gli stramaledetti occhi a forza di piangere per le cretinate balorde dei film, e nove volte su dieci in fondo in fondo sono degli schifosi bastardi. Senza scherzi." Il giovane Holden, J.D. Salinger |
... e collettiva
Tutti siamo parte della societa`
nella quale cresciamo; i tratti della personalita` di ognuno di noi sono
solo sfumature di un immagine predefinita che non si puo` rifiutare ne`
evitare. Ed io non me la sento di affermare di non essere parte della collettivita`.
Cio` non toglie che ad ognuno di noi sia data la possibilita` di distinguersi
dagli altri, ma non me la sento neanche di dire di riuscirci completamente.
In parte si`. E per ora mi basta.
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