...SPERIMENTAZIONE METAPROGETTUALE

UNIVERSO FILMICO DI RIFERIMENTO

...IMMAGINARIO DI RIFERIMENTO

MODALITA' OPERATIVE DI CONTROLLO

CATALIZZATORI PROGETTUALI

...PARADIGMA DI STUDIO

SCHEMA ORGANIZZATIVO GENERALE

...PARADIGMA DI CONTROLLO DELL'EVOLUZIONE

FASI DEL PARADIGMA INDIZIARIO

...DIVISIONE PER UNITA' DEL SISTEMA
...SPERIMENTAZIONE
...RISULTATI












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METAPROGETTO


SPERIMENTAZIONE METAPROGETTUALE

UNIVERSO FILMICO di RIFERIMENTO

ANALISI SOGGETTIVA

- ADDUZIONI DALL'IMMAGINARIO CINEMATOGRAFICO

- Lo scopo della mia tesi è lo studio progettuale delle dinamiche di individuazione e la verifica degli STRUMENTI di CONTROLLO che permettono la RICONOSCIBILITA' dello SPAZIO APERTO URBANO come CODICI di IDENTITÀ dell'ambiente stesso.

L'apporto filmico corrisponde allo spunto progettuale dal quale partire.

- Il FILM infatti rappresenta sia l'INNESCO del mio PROCESSO di COSTRUZIONE della COMPLESSITÀ sia il mio UNIVERSO di RIFERIMENTO che, grazie alle molteplici occasioni di individuazione dei possibili punti di vista - sfruttati da me come plausibili collocazioni spaziali - amplifica la complessità e l'ambiguità degli spazi.

- ATTRAVERSO LA RILETTURA DI UNA COSPICUA QUANTITA' DI MATERIALE FILMICO ho operato all'interno delle sequenze - sintetizzate per necessità di studio anche in singoli frames - individuando alcune CHIAVI di LETTURA che mi hanno permesso di gerarchizzare e sperimentare gli ambienti e le progettazioni esistenti nelle sequenze stesse.

- Le SEQUENZE quindi sono utilizzate come rilettura della STRUTTURA SIMBOLICA dello spazio complesso.

- Sperimentalmente la scelta si è soffermata su quattro sequenze filmiche, prese in considerazione come estratto primario ed esempio mirato della mia visione di complessità dove lo spazio possiede un ruolo dominante.

- In alcune occasioni la completezza dei particolari architettonici qualificano lo spazio facendo dedurre una consapevolezza progettuale della stessa qualità ambientale, ma in altre i codici che regolano la contingenza di quell'ambiente portano alla ricerca di altri elementi che evidenziano lo spazio architettonico e lo riqualificano.

Un esempio lampante può essere quello che regola la totale METAMORFOSI dei LUOGHI, dettata dal naturale CICLO SOLARE GIORNALIERO che trova la sua massima espressione ai suoi opposti, il GIORNO e la NOTTE.

- Dalla totalità di questo UNIVERSO FILMICO, individuo anche i miei OBIETTIVI/RICHIESTA progettuali, condensate nell'espressione di queste due relazioni:

ESIGENZE e UTILITA' di PERCORSO

ORIENTAMENTO e RICONOSCIBILITA' dei LUOGHI

- Operando quindi all'interno delle IDENTITA' CARATTERIZZANTI le diverse FORME della LUCE, e le diverse FORME che strutturano gli AMBIENTI URBANI al loro mutare (differenziati dalla diversa natura delle occasioni progettuali selezionate), ho potuto decodificare quei fattori che possono determinare una possibile IDENTITA' AMBIENTALE all'interno di un sistema dinamico come la CITTA' , integrando soprattutto le deduzioni addotte dal mondo dell'IMMAGINARIO di RIFERIMENTO.


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IMMAGINARIO di RIFERIMENTO

ANALISI SOGGETTIVA

MODALITA' OPERATIVE di CONTROLLO

- ADDUZIONI DALL'IMMAGINARIO SOGGETTIVO

- ADDUZIONI DALL'IMMAGINARIO TEORICO

CATALIZZATORI PROGETTUALI

RAPPORTO REGOLA/ECCEZIONE

- Uno strumento, che mi ha permesso di poter controllare lo spazio in un ambiente complesso e stratificato, è il rapporto che intercorre tra gli eventi che si distinguono attraverso le aggregazioni di REGOLA/ECCEZIONE.

- In un progetto tutti gli elementi che lo compongono sono di eguale importanza e la presenza degli EVENTI ECCEZIONALI, cioè quegli eventi che hanno la possibilità di interagire direttamente con la QUALITA' totale dell'AMBIENTE, sono indispensabili alla DEFINIZIONE di IDENTITA' di ogni ambiente ed in particolare alle sue componenti di complessità e capacità di informazione.

- Ogni ECCEZIONE fornisce infatti un'ULTERIORE CHIAVE DI LETTURA dell'ambiente stesso, ed accelera inoltre il processo di RICONOSCIBILITA' dei LUOGHI che non si limita soltanto a differenziare un ambiente da ogni altro, ma determina un aumento della complessità totale.

- L'elemento o la situazione ambientale che determina l'eccezione non deve essere però sempre identificato come evento eccezionale, ma come eventi diversi e inaspettati.

Il rapporto tra EVENTI UNICI/ECCEZIONALI ed EVENTI RIPETUTI è estremamente delicato ed è difficilmente valutabile ma comunque sia la CAPACITA' PERCETTIVA di cui disponiamo ci permette di DECODIFICARE gli AMBIENTI attraverso delle coordinate-chiave, che legano le singole CARATTERIZZAZIONI di quello spazio all'interpretazione soggettiva del singolo, che spesso si fa coincidere con la RICONOSCIBILITA' stessa del LUOGO, attraverso l'individuazione di quell'elemento/unico/eccezionale. Questo tipo di esperienza sarà poi matrice di riconoscibilità futura applicabile ad altri ambienti per determinare altre IDENTITA' .

Questa modalità operativa è una delle mie chiavi primarie di indagine attraverso le sperimentazioni, divenendo un dispositivo attivo del PARADIGMA INDIZIARIO proposto, quindi uno strumento di controllo che volta per volta permette, attraverso l'interazione del REGOLARE o ECCEZIONALE di determinare una sorta di approccio immediato alla RICONOSCIBILITA' dei LUOGHI garantendo al tempo stesso la massima apertura del sistema.

RAPPORTO GEOMETRICO/SPAZIALE

DAL PUNTO DI VISTA GEOMETRICO, concepito come modalità operativa di adduzione, sono partito dalle PRIMITIVE DI BASE come SINTESI STRUTTURALE E FORMALE della COSTRUZIONE degli ELEMENTI che ci circondano, trovando così un parametro di riaggancio semplice ma efficace all'IMMEDIATA RICONOSCIBILITA'

L'INTERESSE per QUESTE GEOMETRIE PRIMITIVE è legato al fatto che, essendo forme elementari ed in un certo qual modo semplici, occupano già le tre dimensioni evidenziando un certo grado di complessità che cresce nel momento in cui l'AGGREGAZIONE di queste - le une con le altre - interagiscono, DANDO SPAZIALMENTE FORMA ad OGGETTI STRATIFICATI QUINDI RICONOSCIBILI per più SOVRAPPOSIZIONI.

Un'altra COMPONENTE GEOMETRICA si rifà alla SIMMETRIA delle FORME, riconducibile alla struttura degli oggetti che utilizziamo quotidianamente e degli ambienti in cui ci muoviamo.

Questa dualità dell'elemento, che si esprime attraverso l'evidenza dell'asse di simmetria (dalla quale sono individuabili due porzioni identiche o simili. ), mi permette di decodificare con maggior chiarezza la COMPLESSITA' di una particolare IDENTITA'AMBIENTALE.

Sempre nell'ambito GEOMETRICO, il CONTRASTO e la COMPENETRAZIONE geometrica delle FORME, fanno intuire all'interno di alcuni contesti urbani una serie di PROCEDURE di AGGREGAZIONE che possono suggerirsi come CODICI di IDENTITA' AMBIENTALE, come possono essere l'incrocio delle forme spigolose con le forme morbide e curvilinee.

RAPPORTO FORMA/LUCE

- La DINAMICA CICLICA SOLARE, grazie alle sue peculiari doti naturali di alterazione della LUCE scandita dall'alternarsi temporale del rapporto NOTTE/GIORNO, condiziona la capacità dell'uomo nel riconoscere gli stessi luoghi in CONDIZIONE di LUCE VARIABILE.

In situazioni spazio temporali dove interviene esclusivamente l'apporto della LUCE ARTIFICIALE come UNICO CODICE di RICONOSCIBILITA' URBANA dei luoghi, l'INTERAZIONE delle PERFORMANCE stesse della LUCE con l'AMBIENTE (che rientra nel campo di azione dei raggi che la compongono), diventa un CODICE di IDENTITA'di quella CONTINGENZA evidenziando lo SPAZIO ARCHITETTONICO in modo differente e RIQUALIFICANDOLO rispetto all'illuminazione naturale diurna.

Il legame tra la FORMA espressiva della LUCE e le FORME dell'AMBIENTE regola quindi la RICONOSCIBILITA'della STRUTTURA SPAZIALE dei LUOGHI che invece non mutano.

RAPPORTI di AGGREGAZIONE FIGURA/SFONDO

Organizzazione POSITIVO/NEGATIVO e organizzazione APERTO/CHIUSO

- E'un principio di aggregazione percettiva efficiente che fa emergere la tendenza a percepire le cose emergenti contro uno sfondo, inquadrando spazialmente la struttura formale di quella contingenza.

RAPPORTI TOPOLOGICO/PRESTAZIONALI

LINEARE/DISCONTINUO

CONTINUO/ECCEZIONALE

STATICO/DINAMICO

AGGREGAZIONI STILISTICO FORMALI

Relazioni tra FORMA/STILE/STORIA come codice di riconoscibilità all'interno di ambienti sconosciuti.

RAPPORTO MORFO/CROMATICO

Costanza/posizione/orientamento/intensità/luminosità/lucentezza/opacità/struttura/ritmo/componenti cromatiche.

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PARADIGMA di STUDIO


SCHEMA ORGANIZZATIVO GENERALE

IL PARADIGMA GENERALE raccoglie in se tutto il PERCORSO di SCOPERTA svolto sino ad ora, ossia è il risultato dell'accumulo di quel lavoro progressivo incrementato attraverso le idee-guida-filtro delle ADDUZIONI di base e dalle CHIAVI DI LETTURA adottate che ho scelto come principali per poi organizzare il mio metaprogetto finale definendo il PARADIGMA INDIZIARIO vero e proprio, ossia quello schema al quale faccio riferimento per raggiungere il mio obiettivo.


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PARADIGMA di CONTROLLO dell'EVOLUZIONE

FASI del PARADIGMA INDIZIARIO

- Il PARADIGMA contiene alcuni DISPOSITIVI di CONTROLLO di tipo GEOMETRICO, TIPOLOGICO, TOPOLOGICO, DIMENSIONALE e GERARCHICO e di REGOLE NORMA /ECCEZIONE; essi controllano il come AGGREGARE eventi e come GESTIRE e trasformare forme e possibilità.

- Attraverso la rilettura trasversale delle contaminazioni, cioè delle scelte adduttive che ho fatto rispetto alla dinamica delle mie CHIAVI di LETTURA principali, pongo la mia attenzione su questa trasversalità culturale che incide sulla progettazione, sulla costruzione e sull'ideazione della COMPLESSITA' e della QUALITA' dell'AMBIENTE URBANO, intervenendo sull'ambiente stesso in qualità di PROGETTISTA.

- Costruendo quindi un sistema di controllo basato sull'ORGANIZZAZIONE COMPLESSIVA del SISTEMA, pongo in evidenza il percorso di studio e il QUADRO SINOTTICO di trasversalità tra CINEMA E ARCHITETTURA.

- Lo schema organizzativo, si basa sulla rilettura in progress delle possibili evoluzioni dell'AMBIENTE-CITTA' dove individuare degli elementi comuni all'interno dei quali possono essere annotati gli eventi e le relazioni possibili che ho addotto dai film.

- Per poter controllare questo spazio costruisco un PARADIGMA INDIZIARIO che è una ESPLICITAZIONE del SOGGETTIVO, che riflette tutto ciò che ha condizionato il mio retroterra culturale, il mio soggettivo umorale, causale e contingente.

- Arrivo così ad un RISULTATO espresso da un PARADIGMA LOGICO-PROGETTUALE, capace di soddisfare l'organizzazione di intervento gestionale e di pianificazione di una città (secondo gli obiettivi ed i campi di intervento supposti) che a seconda delle esigenze ambientali di contingenza e degli obblighi spazio-temporali, adatta la progettazione alle richieste grazie alle sue doti caratteristiche di estrema FLESSIBILITA' e ADATTIVITA' .

- Ogni modello al quale mi sono riferito in questo processo, in questo percorso di scoperta, è un MODELLO DINAMICO (il paradigma, l'immaginario), cioè un sistema con grosse capacità di adattamento e di evoluzione.

La sinergia innescata tra questi sistemi porta alla verifica della STRATIFICAZIONE della COMPLESSITA' che corrisponde alle modalità OPERATIVE CARATTERIZZANTI L'EVOLUZIONE del PROGETTO di MORFOGENESI aumentandone la QUALITA' .

- Tutte le LETTURE fatte sino ad ora sono MIRATE AL PROGETTO, fanno parte di quell'elaborazione di materiale e di dati capaci di suggerire al progettista una via rispetto ad un'altra nell'ottica del progetto.







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DIVISIONE PER UNITA'DEL SISTEMA


LETTURA DEL SISTEMA

- Al fine di sintetizzare il più possibile il lavoro delle sperimentazioni ho voluto riassumere i parametri di gestione del PARADIGMA INDIZIARIO in un diagramma a blocchi di semplice gestione.

- Il senso di lettura è quello comune di apprendimento di un testo (da sinistra verso destra), da effettuarsi blocco per blocco in successione.

- Ogni serie lineare di blocchi ha una propria consequenzialità, che porta ai risultati.

- Il diagramma ha un inizio dove vengono visualizzate le sequenze filmiche ed una fine, corrispondente all'ultimo blocco del sistema, dove sono condensati graficamente nel PARADIGMA di PROGETTO, le procedure possibili di progettazione applicate alla CITTA' secondo gli OBIETTIVI preposti.

- La totalità delle unità di individuazione di " IDENTITA' " del sistema ambiente-filmico-progettuale, sono soggette a delle VARIABILI (modalità di comportamento in relazione all'ambiente contingente), identificate a priori secondo lo svolgersi completo delle ADDUZIONI raccolte dall'intero PROCESSO DI SCOPERTA.









A OCCASIONE FILMICO-PROGETTUALE...... B PERCORSO DI SCOPERTA ...... C METAPROGETTO-SPERIMENTAZIONE ...... D PARADIGMA DI PROGETTO ...... E NUOVE RICHIESTE- FEED BACK ......
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SPERIMENTAZIONE


Nella rilettura dei contesti prediligo maggiormente l'aspetto SPAZIALE ed ARCHITETTONICO, all'interno dei quali identifico i CARATTERI dello SPAZIO, i caratteri dell'AMBIENTE e i RAPPORTI che LEGANO ENTRAMBI.

SCENARI E SEQUENZE FILMICHE MIRATE

- Per supportare le SPERIMENTAZIONI, rispetto alle situazioni che ritrovo nel mio universo filmico globale (che risponde al numero di undici FILM, cfr. paragrafo: Aspetti metodologici preliminari), ho selezionato, come già detto, alcune sequenze individuando soggettivamente differenti IDENTITA'DI CITTA' elte all'interno di un numero più ristretto di quattro FILM:

  1. METROPOLIS DI FRIZ LANG 1927
  2. BLADE RUNNER DI RIDLEY SCOTT 1982
  3. IL VENTRE DELL'ARCHITETTO DI PETER GEENAWEY 1987
  4. FINO ALLA FINE DEL MONDO DI WIM WENDERS 1991



Ritengo che questi esempi racchiudano un aspetto architettonico che delinea da un lato un universo plausibilmente FUTURIBILE e dall'altro una REALTA' architettonico-contemporanea consolidata.

- Opero quindi una verifica basata sulla rilettura di queste OCCASIONI PROGETTUALI presenti nell'ambiente filmico, mediante un percorso di scoperta progressivo utilizzando gli strumenti di prova identificati precedentemente - rispondenti alle chiavi di lettura logiche, agli obiettivi ed ai campi di sperimentazione, unitamente alle modalità operative individuate dall'immaginario di riferimento - costruendo così un SISTEMA DI CONTROLLO DELL'EVOLUZIONE cioè il PARADIGMA DI VERIFICA che mi porterà ad ottenere come RISULTATO un PARADIGMA DI PROGETTO utilizzabile come PROGETTO di RICONOSCIBILITA' e IDENTITA' dell'AMBIENTE URBANO.

- Questa operazione mi ha permesso di definire dapprima l'impianto del PARADIGMA INDIZIARIO poi quello di VERIFICA che sarà il mio mezzo di valutazione per determinare la PLAUSIBILITA' del progetto in esame, adducendo tutta una serie di valutazioni atte alla determinazione delle mie qualità di progetto.

Secondo un processo logico-progettuale ho costruito una "MACCHINA SPERIMENTALE" di scoperta, capace di accumulare parti di complessità focalizzate a soddisfare gli obiettivi di progetto.

Il risultato è rappresentato da uno schema grafico, da un paradigma che è uno strumento di controllo progettuale che posso utilizzare per progettare situazioni ambientali al loro variare.

- L'assommarsi delle sperimentazioni e delle verifiche genera automaticamente l'evoluzione del progetto, incrementando le modalità di APPROCCIO PROGETTUALE, le FUNZIONALITA' ORGANIZZATIVE, le SCELTE COMUNICATIVE, le VERIFICHE SEMANTICO-FUNZIONALI e le PLAUSIBILITA'COMPLESSIVE.

- Il VARIARE delle RICHIESTE, che volta per volta emergono e si sommano, determinerà l'EVOLUZIONE DEL SISTEMA che andrà verificato ulteriormente attraverso il TURN OVER del sistema stesso, ossia quell'operazione che concerne nel riiniziare daccapo il processo di verifica con l'aggiunta delle nuove richieste.

- Il MODELLO in questo modo acquista la capacità di AUTORGANIZZAZIONE, garantendo che l'AMBIENTE e l'ARCHITETTURA sappiano rispondere alle diverse SOGGETTIVITA' , alle culture e a contesti futuri ed imprevedibili in modo flessibile, cioè che sappia rispondere nel suo divenire, ai molteplici e simultanei bisogni della vita in trasformazione dell'uomo, al di là dei suoi confini e contesti culturali.

Infatti la reale crescita di complessità del progetto è in funzione della capacità stessa di autorganizzazione continua .

- Ma l'acquisizione di questa capacità di autorganizzazione comporta la necessità di sostituire più volte, lungo la strada progettuale, un paradigma con un altro.

Ogni nuovo paradigma adottato dovrà essere più disponibile ed aperto del precedente, capace simultaneamente di rispondere sia alle nuove richieste che a tutte le domande pregresse che il paradigma precedente riusciva a soddisfare e di conseguenza si avrà un AUMENTO di COMPLESSITA' /B> e quindi di QUALITA' dovuto all'aumento di CAPACITA' di RISPOSTA, quindi di FLESSIBILITA' ed ADATTIVITA' .

- Il mio PARADIGMA di CONTROLLO della DINAMICA EVOLUTIVA METAPROGETTUALE, è presentato in forma grafica nella legenda schematica riportata alla pagina 53, mentre la dinamica completa segue alla pagina 54 e focalizza le specifiche di approfondimento della lettura adduttiva dell'evoluzione.

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RISULTATI


- Questo metodo è di fatto applicabile ad ogni tipo di progetto e capace di portare alla luce (di esaltare) le potenzialità qualitative del progetto stesso incrementandone la complessità e l'adattività.

Il mio obiettivo non è stato quello di entrare nello specifico di un progetto vero e proprio, ma ho posto come metro di indagine e come percorso di scoperta la costruzione di un "sistema di progetto" che prima di intervenire operativamente possa evidenziare in maniera completa ed esaustiva tutto quell'assieme di logiche percettivo-comunicative che legano l'identità di un ambiente alla riconoscibilità dello stesso, esprimendo a mio giudizio quel legame fondamentale che esiste tra PROGETTO- ARCHITETTURA-IDENTITA' dei LUOGHI.

- Se il paradigma viene soddisfatto, significa che ho apportato un'evoluzione al sistema, quindi il paradigma cresce, aumenta di qualità e di complessità.

- Se invece il paradigma non viene verificato il procedimento ideato non è adeguato.

- Ritengo in questo modo, di aver individuato quali siano le potenzialità di qualità e complessità dei vari sistemi di PERCEZIONE, COMUNICAZIONE, RICONOSCIBILITA' e IDENTITA' URBANA nelle diverse situazioni ambientali e mi trovo nella condizione in cui con l'apporto oggettivo di tale sequenza di scoperta progressiva, posso affrontare la gestione completa di una commissione progettuale in tutte le sue fasi e in tutte le sue sfaccettature, avendo come punto di forza l'apporto di un sistema che mi garantisce elasticità e adattamento alle richieste.

- GRAFICI DEI PARADIGMA FINALI DI GESTIONE PROGETTUALE


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