"La civiltà
umana riposa sui segni e sui sistemi di segni, e non si può parlare
della mente umana senza riferirsi al funzionamento dei segni, ove non si
debba addirittura ammettere che essa consiste in tale funzionamento"
(Charles Morris)
"L'uomo apprende mentre vede, e ciò che ha appreso, influenza ciò che vede" (E.T.Hall)
Abbiamo assunto come
riferimento da una parte la natura, dall'altra il mito, al fine di trasformare
uno spazio. Il nostro metaprogetto cerca di configurare lo spazio verde
affinchè esso possa essere percepito tramite il percorso e costruito
materialmente, in prevalenza, con elementi che richiamano la natura.
Il parco, come elemento,
locus naturale, resta forse l'unico "jolly" presente ancora nella città
in aiuto dell'uomo contro il consumismo, contro la deteriore uniformità
ed anonimato che la civiltà industriale ha prodotto; esso assume
il carattere di modello che in maniera viva rievoca il mito, la storia,
il rito e la leggenda. Ma soprattutto lo spazio verde (inteso come "hortus
conclusus") e l'acqua sono una metafora dell'interno e del luogo, sono
un campo di sperimentazione. L'acqua, come materia, racchiude alcune delle
più importanti pulsioni che costituiscono l'immaginario simbolico
e culturale dell'uomo. Il suo scorrere, richiama il fluire del tempo, ma
cosa più importante, il suo ciclo è una delle grandi metafore
nell'esprimere la continua possibilità di rigenerazione.
Un locus ideale per
poter ricostruire dal passato l'inquietudine del presente e la speranza
del futuro.
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