Frank O. Gehry, Ron Davis House, 1972.

Questa casa-studio venne commissionata a Gehry dal pittore Ron Davis, che era all'epoca interessato alle manipolazioni prospettiche. La casa-studio divenne così per entrambi un'occasione per elaborare questo tema: insieme, Gehry e Davis fissarono i punti di fuga della costruzione prospettica, che delimitarono il perimetro romboidale della casa. La forma finale fu anche determinata dalla morfologia del sito, "a forma di mazza da hockey" e adiacente a un lago.
Con l'evolversi del progetto, gli Autori svilupparono l'iniziale interesse per la percezione e la manipolazione prospettica e la pianta trapezoidale distorta. Nel disegno finale il tetto passa da un'altezza di 9 m a un vertice a una di 3 m al vertice diagonalmente opposto. La forma delle finestre contribuisce anch'essa all'illusione prospettica creata dalle pareti e dal tetto.

Nella Ron Davis House, quindi, lo studio della prospettiva diventa spunto per l'elaborazione di un inedito linguaggio architettonico, dove tutti gli elementi vengono distorti e utilizzati per la creazione di un oggetto che gioca continuamente, con ironia, tra realtà e percezione.



   

   

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