Giorgio de Chirico, Le muse inquietanti

1918

 

 La rappresentazione di uno spazio in cui si voglia descrivere temi che sfuggono alla realtà materica del mondo tangibile presenta alcuni problemi. Nel paradigma indiziario sono stati individuati alcuni temi caratteristici della poesia Leopardiana, la vita mortale, il suo rapporto con la natura, con l'infinito, e la malinconia che da questo rapporto ne deriva,

Per questo ho analizzato un famoso dipinto di Giorgio de Chirico, le Muse Inquietanti, manifesto del movimento Metafisico.

"...il dipinto descrive con nitida chiarezza un paesaggio e una situazione "impossibili", in cui gli elementi della realtà appaiono combinati in maniera del tutto incongrua, su prospettive ripide con colori smaltati che fanno sembrare ogni cosa un giocattolo verniciato." (1997, S. Zuffi, F. Castria, La pittura italiana, ELECTA, Milano.)

L'inquadramento prospettico che da secoli era stato uno degli elementi di misurazione e di controllo dello spazio, è qui distorto, per sottolineare l'abbandono di uno spazio materiale; si perde così la gerarchia fra i diversi piani. Gli oggetti appaiono slegati nella loro composizione d'insieme, perdono cosi le loro qualità materiche, acquistando un valore simbolico molto più profondo, dando così relalta grafica alle sensazioni, ai pensieri, ai ricordi.