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L'immortalità di quest'opera
non è data tanto dall'opera in sé, quanto più da quello
che rappresenta e il modo in cui lo fa. L'immagine è ricca di movimento,
sebbene non vi sia alcuno studio della profondità e quindi della
tridimensionalità come la intendiamo noi oggi, e tale movimento
è reso soprattutto attraverso l'uso della linea morbida, della posizione
tesa all'azione e della torsione dei corpi impegnati nella battaglia.
Il movimento è cosa immortale e qui si può percepire chiaramente nella mobilità dei corpi e nelle posizioni che essi assumono. Lo strumento utilizzato per rendere questo effetto è la linea, sottile, semplice, estremamente ondulata e armoniosa; la matrice dell'immortale che si ricava sarà proprio l'uso di una line essenziale, di un trato pulito senza fronzoli né eccessi. |
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L'esempio qui riportato si riferisce ancora una volta ad un'opera dell'antichità, simbolo di perfezione, di regolarità e di linearità. La matrice che si ricava è la progressione di linee parallele che accentuano il senso di profondità e che tendono all'infinito, un infinito non tanto spaziale quanto temporale e quindi, immortale. |
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L'immortalità vista attraverso la sequenza, la ripetizione: come la storia si ripete e ogni volta racchiude in sé il seme dell'immortalità che si rigenera e rifiorisce dando origine a nuovi frutti, così la successione regolare di un elemento sempre costante e sempre uguale a se stesso diventa matrice dell'immortale. La successione e la compenetrazione di elementi verticali ed orizzontali genera un senso di continuità, di costanza e di regolarità che richiama il concetto di immortalità, di un'eterna presenza e ripresenza... |
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L'idea di centralità, rappresentata qui dal feto avvolto nella placenta, suggerisce la necessità di focalizzare l'attanzione su un punto ben preciso, perchè questo si fissi nella memoria e possa diventare immortale. La centralità sarà data dalla posizione del soggetto rispetto allo sfondo e la sua importanza sarà determinata dalle sue dimensioni. |