matrici del sublime
Il contrasto chiaro-scuro è importante per conferire all'immagine una forza meggiore, un impatto più profondo; esso, inoltre sottolinea la caratteristica del soggetto evidenziandola attraverso un gioco di luci ed ombre. Le linee curve vengono addolcite  (come si può notare dall'estremità sinistra dell'occhio dell'uomo) sfumando lentamente senza delinare un contorno, mentre risaltano le superfici piane, lisce e levigate.
La torsione del corpo conferisce all'oggetto un "andamento sublime" grazie alle linee morbide che si avvolgono su se stesse originando una sorta di spirale che potenzialmente potrebbe proseguire all'infinito, ma che, come oggetto, è delimitata da un punto d'inizio e da una fine che ne condizionano l'andamento e l'evoluzione, dandole al tempo stesso, però, un suo paticolare  e preciso significato.
La sequenza regolare di un elemento che si ripete costantemente, sempre uguale, senza variare mai, viene, in questo caso, resa sublime dalla cosiddetta "eccezione", ovvero grazie a quell'elemento che ne spezza l'andamento creando uno stacco, una spaccatura con la linearità. L'oggetto mancante, o la parte di oggetto, crea una sensazione di stupore, di incertezza in grado di rendere il soggetto "sublime" nella sua particolarità, cosa che in altre circostanze, probabilmente, chiameremmo "difetto" o "imperfezione".
I rami sono elementi semplici, che però contengono una precisa struttura in grado di creare quel'intreccio, apparentemente casuale, attraverso cui la luce filtra e si scompone in tanti fasci minori.
Per utilizzare questo andamento come "legge del sublime" è necessario che una linea retta si divida in altre due rette di minor consistenza, peso e forza, tra loro distanti di un angolo di 30° circa; questo processo non sarà limitato ad un unico e primo passaggio, ma sarà ripetuto più e più volte fine al raggiungimento di una trama articolata di linee che si intersecano.
La dolcezza delle linee, la semplicità delle forme e i giochi di luci presenti in questa foto la rendono "sublime" nella sua totalità; pertanto, una matrice del sublime sarà relativa proprio alle linee curve, aperte o chiuse, tendenzialmente concentriche, in modo da formare un moto di linee che, partendo da un ipotetico centro, si disperdono con diversa intensità e frequenza, sottolineando nel contempo l'importanza del fulcro, del punto di origine delle linee stesse. 

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