Tali schemi sono la esemplificazione della formalizzazione dei
singoli eventi architettonici e del microsistema urbano, pianta + prospetto,
abbiamo, infatti, cercato di mettere in evidenza la costituzione delle
diverse classi di edifici e specie urbane, avendo come punto di partenza
il medesimo evento catalizzatore.
Per quel che riguarda l'edificio, ne abbiamo iniziato la genesi
mediante la schematizzazione di un evento architettonico di classe A, da
esso, proseguendo per successivi step, definiti da una chiarificazione
visiva utilizzante algoritmi geometrico - compositivi, siamo giunti alla
costituzione delle restanti classi
B, C, D, E, F, G, H, I, J, K, L, M, N, (O), P, Q, R.
Da tale schema, riusciamo a sottolineare come differenti classi
possano subire una definizione formale scaturita dal medesimo evento iniziale,
e, inoltre, come gli stessi siano in stretta 'relazione'-compatibilità,
nonostante la loro fase di step finale ne individui varie delineazioni
morfologico-compositive, di tipo frattale.
In patricolare, se osserviamo lo sviluppo che conduce alla classe
D e a quella E, notiamo come dallo stesso evento di partenza, tramite una
crescita delle particelle di differente tipo, si arrivi ad un diverso traguardo
compositivo-scompositivo: la prima infatti si sviluppa attraverso una aggregazione
dei singoli eventi in maniera frattale, e quindi usando come modulo la
stessa geometria ridotta al 50%, e unita al corpo catalizzatore, in base
a determinate logiche evolutive (somma-sottrazione,alto-basso,destra-sinistra),
si ottiene un edificio a gradoni; scegliendo come percorso quello che considera
la funzione gravitazionale nulla, e lo sviluppo delle particelle che mantengono
prevalentemente le stesse dimensioni, notiamo come sia possibile pervenire
agli eventi palazzi pilotis.
Suddetto iter di sviluppo morfologico avviene nel caso del microsistema
urbano, sia che si tratti del prospetto, che per quanto concerne la pianta.
Abbiamo pertanto palesato tale genesi morfologica partendo da
un elemento catalizzatore, da cui si ottiene l'incremento compositivo geometrico-aggregativo,
attraverso progressivi step di evoluzione.
La schematizzazione mette così in risalto le differenti
piante e i diversi prospetti, in precedenza descritti, (Ia-b,
IIa-b, IIIa-b, IVa-b, Va-b, VIa-b, VIIa-b, VIIIa-b).
Si nota altresì la presenza delle eccezioni, ossia di
quegli eventi che rappresentano la novità, nuovi stimoli catalizzatori,
che amplificano lo sviluppo morfologico, e dai quali possono scaturire
nuove richieste e formalizzazioni.
Successivamente procederemo nella costituzione delle matrici
di genesi evolutiva, alle tre scale considerate, le quali sono i nostri
dispositivi di generazione morfogenetica che ci consentono di definire
sia formalmente, che geometricamente, che dimensionalmente gli eventi presi
in esame, alle tre scale valutate.
La logica compositiva di tale crescita morfogenetica è
quindi da noi controllata e definita attraverso tali griglie e comunicata
mediante la formalizzazione di eventi che sono riconoscibili all'interno
del comune DNA.
L'operare, in riferimento proprio ai singoli eventi, è
simultaneo, sia riguardo alle diferse configurazioni formali, sia per ciò
che spetta le tre scale progettuali.