ESPOSIZIONE DEL PROBLEMA PROGETTUALE
 
L.W. HINE, Costruzione dell'Empire State Building (c.1930)
"Lo scopo dell'architettura è commuovere. L'emozione architettonica si verifica quando l'opera risuona dentro di noi in armonia con un universo alle cui leggi tributiamo obbedienza, fede e rispetto. "
LE CORBUSIER , Vers une Architecture.


PREMESSA
 

Il nostro obiettivo è quello di definire la nostra idea di architettura, comunicante e rappresentante una logica basata su un metodo che riproponga una serie di scenari urbani, aventi, come complicità base, una riconoscibilità e, come risultato, la simulazione di immagini metropolitane, proponenti un aumento di complessità in progress. Desideriamo infatti incrementare la riconoscibilità, l'unicità del luogo, attraverso un approccio soggettivo che dichiari esplicitamente come intendiamo sottolineare il genius loci. "Se l'obiettivo è quello di verificare la 'specie' di immagine urbana che il nostro sistema può sviluppare quando la città nasce e cresce in un particolare tipo di situazione morfologica, utilizziamo varie volte la stessa logica formale di simulazione della crescita urbana in contesti naturali simili ma aleatoriamente differenziati."3
Esporremo, in seguito,i nostri eventi innescanti e catalizzatori, i quali ci consentono di produrre il disequilibrio necessario al fine di dare avvio all'ideazione del nostro tempo progettuale e conseguentemente al processo evolutivo stesso.
"Se tutto ciò è servito ad innescare una progettazione, tutto quello che abbiamo operato finora non è ancora progettazione. Ci troviamo infatti di fronte un universo che si anima; eventi, forme, richieste, riferimenti che entrano in collisione uno con l'altro; ma ancora un universo che non procede secondo una specifica ed identificabile linea evolutiva. Il progettare è infatti questo: attivare una logica di sviluppo capace di controllare l'evoluzione di un sistema verso un obiettivo."4
A tale fine, ci siamo riproposti di dar forma e determinare una matrice da noi designata MATRICE OBIETTIVI, che ci permettesse di operare all'interno di una procedura di controllo dei nostri propositi soggettivi. Abbiamo perciò concretizzato i nostri obiettivi all'interno di essa, consci del fatto che gli stessi non sono finiti, immutevoli ed assoluti, poichè mutevole è il nostro universo di adduzione, e, dunque, si tratta di qualità in trasformazione, connesse e rispondenti, però, con l'immaginario di riferimento appunto. "Tutto nasce dalla constatazione che ci si può abbandonare al mutare del mondo, o si può resistergli. Ma non si può ignorarlo...perchè il mutare è, comunque, un inarrestabile e continuo evento nella storia. Un evento che apre al progetto del possibile, al progetto della nuova qualità." 5
La matrice, così composta, è stata, a sua volta, scissa in due sottomatrici che si riferiscono alle due differenti scale progettuali poi associate alla scala contaminanti urbani.

1. SCALA EDIFICIO
2. SCALA MICROSISTEMA ( pianta + prospetto )
3. CONTAMINANTI URBANI