EVOLUZIONI

Lo sviluppo morfogenetico dell'immagine urbana qui presa in considerazione, è scaturito dal percorso descritto nei capitoli precedenti.
Abbiamo ritenuto opportuno mettere in evidenza le sequenze di tale iter ricorrendo ad una schematizzazione della logica evolutiva da noi adottata.
Le immagini della città infatti sono la rappresentazione e la palesazione, in altri termini la chiave di lettura, del nostro approccio al contesto.
Lo schema in seguito riportato per ciascuna delle quattro evoluzioni serve appunto per chiarificare ogni singolo elemento intervenuto e contaminante la logica evolutiva. Nell'evoluzione, scandita dal disequilibrio progettuale, infatti, sono presenti una sequenza di richieste e scelte, le quali sono intervenute simultaneamente come contingenze rispecchianti il nostro soggettivo atteggiamento di tipo progettuale.
Il percorso pertanto ha avuto il suo innesco attraverso la strutturazione degli obiettivi, di base e soggettivi, fortemente intrisi e colloquianti con l'universo di riferimento al quale abbiamo fatto ricorso, e palesemente in sinergismo con i fondamenti del genius loci da noi individuati. Dunque abbiamo messo in risalto il punto di partenza del disequilibrio attraverso la schematizzazione sia dell'universo di adduzione, sia dei caratteri del luogo e mediante la riproposizione delle matrici obiettivi, in precedenza esplicate.
La scansione morfologica, perciò delle forme architettoniche ed urbane, è stata attuata attraverso l'utilizzo delle matrici di genesi ed esecutive alle differenti scale, e vagliata da griglie di congruenza.
La crescita della complessità conduce alla simulazione di immagini di città, aleatoriamente definite e scandite dal ciclo temporale in perenne modifica ed evoluzione.Le nostre evoluzioni sono una esplicitazione soggettiva dello sviluppo morfogenetico di Manhattan e non pretendono di essere progetti 'finiti', chiusi, assoluti, ma desiderano essere una proposta aperta ai continui mutamenti in atto e alle perenni contingenze e nuove richieste, nella riproposizione di incrementare la riconoscibilità del luogo stesso.
Abbiamo pensato di porre in analogia il nostro ideogramma con lo studio del corpo umano di Leonardo da Vinci, giacchè il pensiero di quest'ultimo si concreta in una ricerca della realtà e della vita e non in una filosofia intesa dal punto di vista teorico, proiettato verso una conoscenza operativa e sperimentale continua e non pervasa da assolutezza ma da impostazione di indagine. Tale visione è per noi un forte spunto al fine di attingere per il nostro iter , consci di non dover assolutamente pervenire ad un progetto non flessibile, ma a possibili ipotesi simulative sorrette da uno scheletro che, in questo caso, può essere assimilato alla nostra logica evolutiva.
Le evoluzioni in seguito riportate quindi rispecchiano le identità del luogo, ma contemplano anche le aleatorietà dovute alle richieste ed ai bisogni nuovi, intrise pure di un forte carattere riferente il nostro mondo onirico.
Le simulazioni in seguito riportate, sono tutte radunabili in un unico DNA, ma si pongono ognuna nelle proprie differenti composizioni ed atteggiamenti formali, e raccontano l'idea di immagine urbana in scenari tra di essi congruenti, e delineanti la stessa specie.La diversità delle evoluzioni esplicita come la logica compositiva modifica, con il trascorrere del tempo, le sue richieste, pur mantenedo le stesse plausibilità, e come la medesima riproponga nouvi susseguenti adeguamenti.