CAPITOLO IV
IL CONTESTO AMBIENTALE

4.1. Rezzato e la zona scelta per la sperimentazione progettuale

Rezzato si trova a circa 10 km da Brescia, in direzione Verona, sulla strada Padana Superiore che collega Brescia con il lago di Garda.
Dal punto di vista planimetrico, il nucleo storico di Rezzato dove si trovano l'area di progetto e la villa Avogadro Fenaroli, è racchiuso, a Sud dalla strada statale BS-VR fiancheggiata dal Naviglio Grande Bresciano, e a Nord dalla colle denominato "Collina di Bacco" facente parte del sistema collinare bresciano.
Dall'analisi effettuata attraverso la cartografia storica è emerso che la strada Padana Superiore ha rappresentato uno dei principali riferimenti agli allineamenti dell'edificato, favorendo uno sviluppo urbanistico ortogonale al suo allineamento.
Questo allineamento, chiaramente leggibile nella zona Sud, non è però riscontrabile nella zona Nord che si è conformata facendo riferimento sia all'asse che si forma congiungendo l'ingresso del parco della villa con la scalinata posta sulla collina (asse che risulta quasi ortogonale all'asse stradale prima citato) sia seguendo l'andamento planimetrico della collina.
La collina denominata "Collina di Bacco" ha quindi esercitato una notevole influenza nello sviluppo urbanistico, poiché buona parte della zona situata ai suoi piedi si è conformata seguendo il tracciato planimetrico del colle. Questo andamento planimetrico è riscontrabile anche in alcune strade presenti nel nucleo storico come, ad esempio, la via Scalabrini, adiacente al lato Nord della villa Fenaroli.
La collina che, per la parte sulla quale si estende l'edificato é alta, una sessantina di metri, arriva fino a 412 MT s.l.m. nella parte orientata in direzione del lago di Garda.
Su di essa sono anche situati alcuni degli insediamenti più antichi di Rezzato, come il Convento dei Cappuccini sorto nel 1570. Gli altri insediamenti abitativi più antichi di Rezzato, come documentato dalle mappe del "catasto napoleonico", sono situati ai piedi del colle e, in direzione sud, all'incrocio con la strada Brescia-Verona dove si trova l'antico insediamento medioevale.Una delle prime consistenti modifiche urbanistiche attuate a livello comunale fu determinata proprio dalla congiunzione di queste due parti, seguita dalla progressiva edificazione del territorio attorno al loro asse di collegamento.
La tipologia prevalente di queste case è a corte interna con tre o quattro piani.
Gli edifici in prossimità della villa Fenaroli sono quelli che, negli anni quaranta, hanno subito il maggior numero di ristrutturazioni edilizie e hanno perso in tal modo la maggior parte dei tratti identificativi del progetto originario. "Il fatto che il collegamento stradale Brescia-Verona costituisse negli anni dello sviluppo economico un interesse sempre maggiore fece sì che anche la suddivisione in lotti venisse organizzata facendo riferimento a questo allineamento." Un decisivo incremento dell'attività edificatoria si ebbe nel Secondo Dopoguerra; questo grazie anche al massiccio sviluppo del trasporto privato, che consentiva di mantenere una certa distanza tra il posto di lavoro e la residenza.
Questo fatto provocò una vera e propria frattura nell'evoluzione dell'antica organizzazione urbana infatti le nuove espansioni assorbirono velocemente le aree che lo sviluppo produttivo degli anni a cavallo del '900 aveva investito di nuove funzioni.
Questa ultima fase evolutiva, più significativa dal punto di vista quantitativo, si caratterizzò con l'insediamento massiccio di edifici residenziali isolati e di piccole dimensioni, ben diversi dal punto di vista formale da quelli meno recenti e riconoscibili anche dalla planimetria per la particolare tipologia insediativa.
Ad una sorta di continuità del fabbricato, che contraddistingueva i nuclei di più antica formazione, le lottizzazioni effettuate negli anni 70 contrapposero una tipologia di case a schiera e singole, caratterizzate dalla separazione dei volumi degli edifici.
Una sostanziale continuità della superficie fabbricata caratterizza ora il territorio comunale: vi sono però antichi edifici e resti di vecchie strutture inglobate in nuove costruzioni.
Dall'analisi dell'influenza esercitata dalla vicinanza di Rezzato a Brescia sono scaturite molteplici implicazioni di tipo urbanistico: le parti edificate si sono estese in tutta la parte sud del territorio comunale e anche gli edifici, posti a ridosso della villa Fenaroli, hanno subito numerose ristrutturazioni edilizie a causa dell'aumento della richiesta di abitazioni.
Al censimento del 1911 Rezzato infatti contava 2885 unità, con un incremento annuo di circa 24 abitanti. Nel 1951 gli abitanti erano più che raddoppiati(6783 unità) e l'incremento continuò con tassi elevati fino a raggiungere le 8724 unità.Dall'analisi dei dati relativi all'incremento demografico è possibile capire lo stretto legame che, a partire dal Dopoguerra, si è instaurato tra popolazione e sviluppo urbanistico, caratterizzato da una espansione a macchia d'olio delle zone edificate, seguita allo stesso tempo, da una intensa attività di ristrutturazione edilizia.
L'area dove andremo ad effettuare la nostra sperimentazione progettuale ha quindi subito, negli ultimi cinquanta anni, tutta una serie di trasformazioni dovute alle ristrutturazioni edilizie, le quali hanno fatto perdere i tratti identificativi di appartenenza al vecchio nucleo urbano.
La causa maggiore di questo degrado, a nostro avviso, deve essere ricercata nella carenza di strumenti urbanistici idonei a coordinare lo sviluppo dell'area" con la conservazione della riconoscibilità storica Dal punto di vista dimensionale, l'area scelta per il progetto misura circa 125 MT di profondità per una larghezza di 80 MT e si trova delimitata a Sud dalla villa Avogadro Fenaroli e a Nord dalla collina denominata "Collina di Bacco". L'area non è del tutto pianeggiante: infatti la parte a Nord vicino alla collina, aumenta notevolmente di quota. Ben cinque metri di dislivello si misurano tra l'ingresso Nord della villa Fenaroli e la quota del fabbricato più a nord dell'area.
Gli edifici presenti nell'area sono notevolmente eterogenei: vi sono, infatti, fabbricati più recenti risalenti agli anni 70, inglobati a vecchie stalle ora divenute abitazioni.
Dalle analisi che abbiamo effettuato è emerso che questa parte del tessuto urbano poteva essere utilizzata come possibile punto di partenza per una riqualificazione di tutto il centro storico.
Villa Fenaroli, ad esempio, è uno degli edifici più significativi di Rezzato, e il fatto che la visione della facciata nord sia limitata da una strada particolarmente stretta , è un fattore che la penalizza moltissimo.
A causa, quindi, della sua disomogeneità e della totale assenza di uno spazio, adiacente al lato Nord della villa, abbastanza ampio e in grado di consentire una lettura complessiva dell'edificio stesso, questa area, a nostro avviso, ha una pressante esigenza di riqualificazione e di riordino degli spazi.

4.2.- La villa Avogadro Fenaroli

Villa Avogadro Fenaroli, situata tra la "Collina di Bacco" e la strada Padana Superiore, rappresenta, pur nel suo attuale stato di abbandono, uno dei più interessanti complessi di architettura di villa del territorio Bresciano. La sua caratteristica più evidente è rappresentata dall'effetto scenografico che essa riesce a creare con la collina retrostante, dove è posta la scalinata di Bacco.
Il particolare effetto scenografico sembra far iniziare la scala, che si trova sulla collina, direttamente dal corpo stesso della costruzione, mentre nella realtà tra la villa e la collina, ci sono circa 140 MT. L'accesso principale alla villa Avogadro Fenaroli avviene dalla strada statale.
Attraversando un piccolo ponticello si accede al cancello d'ingresso che dà sul viale principale posto in asse alla villa, al termine del quale si trova il giardino all'italiana inserito nella corte dell'edificio. Il secondo accesso alla villa è situato sulla via Scalabrini, adiacente al lato Nord dell'edificio e posto in asse alla corte interna.
Passando da via Scalabrini è possibile accedere anche, attraverso via Ghiacciaia, alla scalinata di Bacco che sale la collina.
Nella parte a Sud della villa, davanti alla cancellata e perpendicolarmente al percorso d'ingresso, si trovava il giardino al centro del quale, nel punto d'incontro tra il viale principale Nord-Sud e quello secondario Est-Ovest, era posizionata una vasca d'acqua; due altri vialetti, paralleli al principale, definivano otto aiuole quadrate, circondate da siepi di carpini ancora oggi chiaramente visibili.
Dal punto di vista storico il giardino venne riorganizzato nel 1863 ad opera dell'architetto Emilio Alemagna che realizzò un giardino romantico secondo il gusto dell'epoca.
In quell'occasione le aiuole settecentesche vennero sostituite da due boschi di conifere e ippocastani, mentre il vialetto di sinistra venne ricoperto da una siepe di carpini.
Il corpo centrale dell'edificio a corte presenta una doppia scalinata esterna, a rampe contrapposte, appoggiata al porticato.
La scala così conformata anche se effettivamente dona un tono superiore e non comune alla villa, ha influenzato lo svolgimento del porticato centrale il quale, a causa dei due corpi chiusi che rendono cieche due campate per parte, è risultato più scuro rispetto alle altre campate aperte.
Il prospetto nord su via Scalabrini invece è incompiuto; esso si presenta molto allungato e basso, misura infatti 105 metri ed è leggermente concavo; la parte centrale è infatti arretrata rispetto alle ali di 1,50 metri.
Il prospetto é diviso in sette scomparti, segnati da grosse lesene doppie che salgono da terra fino al capitello posto sotto la gronda e che, molto sporgenti, "riescono a dare delle ottime pause al ritmo delle diciassette finestre allineate sopra uno stesso piano" .
Le finestre sono simili a quelle della facciata interna e sono con balaustra e timpano al primo piano, e cornice bugnata con triglifi sotto il davanzale al piano terreno.
Al centro del prospetto trova posto il seicentesco portale bugnato, sopra il quale si svolge un balcone al quale si accede da una porta affiancata da due nicchie quadrate, riportanti ancora tracce di affreschi del tardo Cinquecento. Sulla sinistra della facciata, infine, si trova l'entrata della cappella settecentesca.
Delle due ali laterali, una sola venne edificata nel XVIII secolo da Antonio Marchetti (il suo progetto risale al 1720), che riprese il motivo del portico bugnato; l'altra venne iniziata, ma non terminata, nel 1957 dall'ing.Giovanni Montini sullo schema di quella marchettiana.
La doppia scalinata esterna verrà aggiunta nella seconda metà dell'Ottocento. Della vecchia costruzione si conservarono l'impianto del corpo settentrionale con il portico su pilastri bugnati, senza però il loggiato trasformato in galleria, e lo scalone di accesso al primo piano, situato sullo snodo di questo fabbricato con la nuova ala laterale.
Dalla ricerca storica effettuata sulla villa Fenaroli è maturata in noi la convinzione che essa abbia un notevole valore storico e che debba svolgere all'interno della nostra ipotesi progettuale un ruolo di primaria importanza. La nostra teoria è anche suffragata dal fatto che la villa rappresenta un forte elemento di richiamo turistico, cui la nostra ipotesi di progetto può dare nuovi incentivi, creando nuovi spazi che consentano di meglio apprezzare le caratteristiche della villa Avogadro Fenaroli.

4.3.- La "Collina di Bacco"

La collina di Bacco che occupa la zona Nord del comune di Rezzato, ha un'altezza di 60 MT circa e nonostante abbia alle spalle colli di maggior altezza, grazie alle sue caratteristiche orografiche e morfologiche, domina l'intero paesaggio.
La "Collina di Bacco" infatti si erge dalla pianura con pendenza netta e con forma tondeggiante molto regolare, collocandosi come propaggine più avanzata del sistema collinare di cui fa parte.
Le particolari caratteristiche orografiche che la contraddistinguono, non solo la rendono immediatamente percepibile, ma hanno anche influenzato notevolmente le scelte urbanistiche in tutto il territorio rezzatese. Gli edifici che si trovano a ridosso della collina hanno infatti seguito il suo andamento altimetrico e si sono posizionati seguendo le sue curve di livello
Sulla collina è anche presente uno dei più importanti e antichi insediamenti di Rezzato: il convento dei Cappuccini risalente al 1570 e creato in quella particolare posizione per rispondere all'esigenza di controllo del territorio. L'insediamento dei frati ha rappresentato per la collina di Bacco uno sfruttamento agricolo del versante sud e più precisamente, il suo sfruttamento a viti, alberi da frutta, olivi, ortaggi, "come logica conseguenza della sua ideale esposizione al sole" .
La collina, modellata attraverso le terrazze, ha consolidato visivamente il suo aspetto tondeggiante, rivestendosi di una trama molto regolare di linnee orizzontali, che mostrano il perfetto connubio tra la geometria della natura e la spontanea conformazione del rilievo.
D'altra parte la scelta di G.B. Marchetti (progettista della villa Fenaroli), di ubicare la villa proprio ai piedi della collina, non può che essere stata motivata dalle particolari caratteristiche del pendio, caratteristiche che spinsero suo figlio Antonio, intorno al 1747, a completarla con l'aggiunta dell'ala orientale dell'edificio e della scalinata sulla Collina di Bacco.
"L'intervento di Antonio Marchetti, imperniato sull'intenzione di dare alla Villa un fondale scenograficamente prospettico" , si inserisce assai bene nel contesto preesistente, non solo per il rispetto della struttura a terrazze, ma per l'impiego di una scalinata, i cui ritmi, non sono altro che la trasposizione architettonica dei ritmi dei terrazzamenti stessi.
La scalinata, che ha una larghezza di 6 MT, presenta, a metà circa della sua lunghezza, uno sdoppiamento delle rampe che origina uno spazio a pianta esagonale, all'interno del quale è situata una nicchia.
Le due rampe rettilinee della scala sono affiancate da muretti, la cui funzione è quella di accentuare le linee prospettiche convergenti sul tempietto, prospetticamente ben proporzionato con la scalinata. Il tempietto, la cui struttura è costituita da dieci colonne che sostengono la copertura a cupola, conserva nel suo interno la scultura di una botte cavalcata da Bacco (ora perduto), in omaggio a quella che allora doveva senza dubbio essere la coltivazione principale della collina.
La proporzione e il risultato prospettico non lasciano dubbi sull'opportunità di conservare intatta questa scenografia, che si completa con un bosco sulla sommità della Collina.
L'importanza portata dal boschetto nel disegno generale, oltreché concludere logicamente il percorso della gradinata, rafforza ulteriormente la distinzione della collina, rispetto ai colli vicini e rispetto alla pianura sottostante.
Un ulteriore elemento che rafforza l'effetto scenografico dell'insieme è rappresentato dai terrazzamenti, realizzati in modo da risultare il più possibile perpendicolari alla scala, e tali che l'altezza dei loro muri di sostegno, scandisse orizzontalmente la collina alla visione da lontano.
La "Collina di Bacco" rappresenta dunque a nostro avviso un elemento di notevole importanza nel territorio di Rezzato, sia per le architetture presenti, sia per le implicazione scenografiche correlate con la villa Fenaroli. Da questa analisi è maturata in noi la convinzione che essa debba diventare un forte catalizzatore all'interno del nostro progetto.
La nostra scelta per dare una risposta a quella che ci sembrava essere una carenza compositiva, è stata quella di dare, anche nell'area della nostra sperimentazione, continuità all'asse che, scendendo dalla collina si allinea con il viale del parco della villa.

4.4.-Considerazione sulle scelte da operare
Dall'analisi che abbiamo effettuato attraverso le fonti cartografiche e bibliografiche, è emerso ciò che appariva già evidente al nostro primo sopralluogo nell'area della sperimentazione.
Gli edifici presenti nell'area di progetto, salvo alcune eccezioni, sono il risultato di uno sviluppo non pianificato e di scarso valore storico.
La scelta di ricostruire l'intera area adiacente la villa Fenaroli, ci sembra quindi la più idonea e anche la più auspicabile. Alla luce di questi dati, è maturato anche l'obiettivo di conformare il progetto attorno a delle aree di ampio respiro, in modo tale da valorizzare il prospetto nord della villa Fenaroli, che attualmente è fruibile soltanto da una strada che passa a ridosso dell'edificio, la cui larghezza non consente la visione globale del prospetto. La scelta di progettare uno spazio urbano aperto tra la villa Fenaroli e la "Collina di Bacco" ci ha dato oltremodo la possibilità di ricostruire l'asse virtuale Sud Nord, che partendo dalla strada statale, prosegue sulla collina attraverso la scalinata.
La mancata continuità del percorso, che dalla strada arriva fino alla base della collina, crea infatti a nostro avviso una spiacevole negazione delle aspettative di quei visitatori che, richiamati dalla visione scenografica composta dalla villa che sembra unita alla scalinata, vengono a visitare anche la parte a nord della villa e che, una volta arrivati ai piedi del colle, si trovano di fronte uno scenario urbano come quello attuale.