Tesi: Struttura Mobile dell'emergenza Sanitaria
IL PARADIGMA

MATRICI ORGANIZZATIVE DEL PROGETTO

Palmanova, cittą-fortezza radiocentrica.

ATTUAZIONE DELLA MIA "LOGICA DI RIFERIMENTO" (C.Soddu, E.Colabella - "Il progetto ambientale di morfogenesi", Progetto Leonardo, Bologna 1992) (che è soggettiva e differenziata per ogni progettista, ma ha elementi e caratteristiche strutturali in comune) attraverso l'utilizzo di una serie di "PARADIGMI INDIZIARI" successivi che segneranno l'evoluzione del progetto attraverso momenti di sviluppo lineare e momenti di salto logico. Il paradigma indiziario è un'ipotesi soggettiva di organizzazione non solo degli elementi/richieste esistenti, ma soprattutto di quelli a venire, ancora sconosciuti; è uno strumento di controllo dell'evoluzione NORMALMENTE CONTIENE DISPOSITIVI DI CONTROLLO DI TIPO GEOMETRICO, TOPOLOGICO, DIMENSIONALE, GERARCHICO E REGOLE SUL RAPPORTO NORMA/ECCEZIONE.


MATRICI GEOMETRICHE

La GEOMETRIA è uno degli strumenti più efficaci poiché è un'indicazione di come cresce una struttura complessa prescindendo da indicazioni su cosa debba contenere. Vi sono molti tipi di geometria, dalla trama ortogonale alla goemetria frattale

- TRAMA ORTOGONALE: è capace di adattarsi a situazioni impreviste e diverse; adottando poi più trame geometriche, simultanee e parallele arriviamo a possedere più alternative alle scelte

- GEOMETRIA FRATTALE: è uno degli strumenti di controllo del passaggio di scala, sia per le forme naturali che per l'architettura; simula e controlla il come si passa da una scala all'altra.

La matrice geometrica all'interno di un paradigma di controllo può e deve avere due tipi di valenza: la possibilità di operare come struttura di innesco fra eventi alla stessa scala, e quella di fornire modalità e procedure nel passaggio da una scala all'altra evidenziando matrici formali come possibile veicolo dell'incremento della complessità.

MATRICI TOPOLOGICHE

Possibile costruzione, concettuale, di particolari sequenze (individuare e definire come, nello spazio ambientale, ci si avvicina ad un luogo/oggetto, come si passa da uno spazio/oggetto ad un altro, poi ad un altro ancora, etc.) Le sequenze più immediate sono quelle che concatenano, nell'ambiente artificiale, gli spazi più esterni a quelli più interni, le sequenze successive del passaggio dal pubblico al privato. (esempio: nei templi greci, come passaggio dal sacro al profano attraverso sequenze dalla luce all'ombra, e dove le colonne, con le loro scanalature illuminate dal sole, erano l'interfaccia nel quale coesistevano simultaneamente la luce e l'ombra)

È una funzione simbolica, è il materiale stesso di cui è composto un paradigma. Sullo stesso piano va considerato, nel paradigma, lo strumento di controllo dimensionale con l'obiettivo, però, non di definire le dimensioni ma di attivare le modalità di crescita delle stesse. Per fare questo è opportuno attivare il modulo, o meglio una GRIGLIA MODULARE.

GERARCHIZZAZIONE E SIMULTANEITÀ

Sono quelli che determineranno più in profondità la caratterizzazione della stessa logica di approccio adottata nel progetto. Infatti tutti gli elementi, esigenze, necessità strutturali e di materiale, forme di riferimento, bisogni concettuali, etc. nel progetto sono ugualmente importanti. Ogni domanda che viene posta, dal committente o dal progetto stesso, deve avere una risposta e queste risposte dovranno ESSERE SIMULTANEE.

ORDINE E TRASGRESSIONE

Ordine nel progetto non è inteso come "regolarità" della struttura progettuale, ma l'organizzazione di possibili chiavi di lettura del progetto stesso e dell'artificiale che si intende realizzare. È anche la possibilità offerta all'utilizzatore di poter immediatamente comprendere l'organizzazione totale e le matrici dell'incremento della complessità. Nell'architettura ciò porta a facilitare la comprensione della struttura distributiva e ad intuirne la logica ma offre anche, simultaneamente, elementi caratterizzanti unici e sorprendenti. Significa cioé rendere accessibili all'uso soggettivo le sfaccettature di senso accumulate nella storia progettuale in modo da attivare un uso insospettato ed imprevedibile dell'oggetto stesso, UNA RISPOSTA PERTINENTE AI BISOGNI NON ANCORA ESPRESSI DALL'UTILIZZATORE. Questo contribuisce al raggiungimento di una QUALITÀ TOTALE come risposta estesa ai bisogni possibili.

L'incremento dell'ordine può essere attuato, ad esempio, collocando eventi unici in luoghi geometrici nodali rispetto alla trama adottata, o gerarchizzando l'incremento di complessità dei dettagli lungo direttrici consonanti alla regola attivata. Le ECCEZIONI sono quindi necessarie ma non devono essere identificate come eventi eccezionali, ma come eventi diversi, inaspettati (se una struttura simmetrica può essere apprezzata è anche perché viene rotta in alcuni punti, perché esiste la possibilità di scoprire dissimetrie, caratterizzazioni specifiche dei singoli luoghi). Il potere volta per volta scegliere tra regolare o eccezionale consente la massima apertura del sistema; è un attributo di adattività del paradigma che permette di affrontare con più flessibilità l'incessante proliferare delle richieste e degli eventi casuali/soggettivi.

PASSAGGIO DA UN PARADIGMA AD UN ALTRO, DISCONTINUITÀ E SALTO LOGICO.

Il più importante attributo del paradigma indiziario è la FLESSIBILITÀ, ossia la capacità di recepire le successive possibili e soggettive caratterizzazioni, l'incremento di complessità che intendiamo produrre con la dinamica evolutiva del nostro progetto. Quando l'organizzazione adottata non riesce più a controllare l'incremento di complessità diventa necessario cambiare paradigma ossia si riconverte la struttura esistente in un'altra mantenendo la maggior parte di eventi esistenti. In altre parole, mentre è necessario considerare ciò che già esiste nell'ambiente come irreversibile, possiamo però RICONSIDERARE GLOBALMENTE IL SISTEMA DI RELAZIONI E LE STESSE MODALITÀ DI RAPPORTO FRA GLI EVENTI, PONENDOLI IN UNA CHIAVE EVOLUTIVA DIFFERENTE.

L'operazione di assunzione di un nuovo paradigma è complessa: il rischio è quello di perdere molto lavoro svolto; bisogna invece utilizzare questo cambiamento per accedere direttamente a un livello di complessità maggiore, per avvicinarsi alla qualità progettuale ricercata. Siamo in un momento di discontinuità dell'evoluzione progettuale: tutto quello che esiste prima di questo momento non potrà esistere, con gli stessi caratteri, una volta operato il salto. Ciò è dovuto al fatto che ogni elemento affida gran parte della propria riconoscibilità, caratterizzazione e capacità di risposta al fatto di essere collocato, al suo contesto di riferimento e, cambiando il contesto, le potenzialità degli elementi possono essere state fortemente dimezzate oppure gli elementi stessi possono essersi modificati. L'obiettivo è quello di UTILIZZARE QUESTO PERDERE/ACQUISIRE SENSO per ritrovarsi con degli elementi più evoluti, che hanno perso la loro scorza di detriti di categoricità ed assiomaticità ed hanno acquistato in capacità di risposta ai possibili bisogni umani.

PASSANDO DA UN PARADIGMA AD UN ALTRO AFFINEREMO LE CAPACITÀ DI APERTURA, DI FLESSIBILITÀ DEL SISTEMA CHE ABBIAMO STRUTTURATO E, NELLO STESSO TEMPO, LO RENDEREMO PIÙ AFFIDABILE. ACCRESCEREMO, INSOMMA, LE POSSIBILITÀ DI RISPONDERE, IN MODO SEMPRE EFFICACE E PERTINENTE, ALL'IMPREVEDIBILE.

(L'abbandono di uno sviluppo lineare, per affrontare un momento di discontinuità è stato analizzato dalla matematica contemporanea: è la TEORIA DELLE CATASTROFI). Tutto si ferma simultaneamente per un attimo, e tutto riprende poi ad evolversi su di un binario diverso; e la scelta del binario da utilizzare, fra le tante scelte possibili, non è poi così facilmente reversibile.