L'INTERFACCIA
Tra la città e il fiume c'è un'area di transizione che separa ed unisce nello stesso tempo i due sistemi: artificiale e naturale. Questo elemento definito INTERFACCIA si può individuare facilmente in altre occasioni, quando si manifesta un evento che implica un passaggio di stato.
Nello sviluppo di Pavia, la presenza del fiume caratterizza l'ambiente circostante e ne influenza l'espansione.Tale elemento è inoltre capace di interrompere la direzionalità, offrendo una pausa, una sosta.
Come obiettivo ho considerato la possibilità di realizzare un'interfaccia di collegamento tra le parti che fosse in grado di rispondere contemporaneamente alle esigenze della città e rispettasse quelle del fiume. Per poter ristabilire un giusto equilibrio tra artificiale e naturale, ho tracciato un percorso organico su quello spazio discontinuo e frammentario.
Ho tentato di delineare un percorso in un concreto scenario, ponendo al centro del progetto di trasformazione urbana un gesto quotidiano come quello del camminare, per attivare un progetto-percorso collegante luoghi aperti all'aria, alla luce, ai colori, come antitesi salutare agli ingombranti edifici. Tale progetto intende modificare il degradato stato attuale e sostituire l'abitudinario modo di vivere di quello spazio tra la città e il fiume.
Ho definito le rive come
luoghi di passeggiate, d'incontro, di svago, per stabilire nuovi
rapporti tra l'uomo e la natura, e cogliere quell'unico bene che
può essere captato e fruito da tutti. Come prima cosa vanno
eliminati quegli ostacoli sia naturali che artificiali che
impediscono il raggiungimento delle sponde del fiume. Il percorso
dinamico va alternato con spazi organizzati per permettere di
relazionare gli abitanti tra loro e l'ambiente.