Attrezzature ed espansioni del borgo: XI-XV secolo
Il termine burgus che qualifica per Ia prima volta Vimercate in una carta del 1079 che distingue le strutture del castello e il resto dell 'abitato e sanciscono l'avvenuta emancipazione del centro, gia' nella seconda meta' dell'XI secolo, dal sistema dei secoli precedenti e l'approdo a una nuova forma, definita da un lento processo di espansione e trasformazione, concluso probabilmente con l'erezione di una prima cinta fortificata e'quanto si deduce anche dal fatto che con il 1087 cominciano ad essere ricordate delle porte borghigiane:
Le porte sono:
Tali strutture non solo in grado di qualificare, con Ia loro presenza, il panorama urbano, ma anche di assumere un ruolo polarizzatore nell'organizzazione amministrativo-giurisdizionale e nella suddivisione topografica dell'abitato secondo quel sistema a terzieri.
Fig.9 Immagine tratta da una descrizione dello storico vimercatese DOZIO
La Corsia di San Rocco ( via Cavour) ha una sua importanza nell'organizzare
l'assetto e l'orientamentodell'intero borgo e nel definirne in rapporto
con un sistema regionale di traffici e comunicazioni.
La specializzazione produttiva e mercantile dell'area convergente verso il Molgora risulta suggerita per il Medioevo dall'articolata organizzazione delle arterie secondarie di servizio con andamento normale alla spina principale (le cosiddette «strette») e dalla tipica struttura serrata e schierata sulla strada dell'edificato, con aree scoperte retrostanti che in senso longitudinale Si disimpegnano, particolarmente a sud, affacciandosi sul terragio, secondo una logica insediativa dalla morfologia tipicamente medievale.
Figg 9.1; 9.2 ...alcuni esempi di "strette"presenti nel centro
L'erezione di una cinta muraria (forse consolidata gia' nel xii secolo mediante la sostituzione del terrapieno con un muro attrezzato),definisce con una forma caratteristica e conclusa il disegno urbano, sottolineandone il rapporto gerarchico con ii territorio circostante, che e' incernierato dalle porte borghigiane.
La suddivisione in terzieri dello spazi murati e la netta codificazione
di un sistema di strade principali e secondarie; la specializzazione funzionale
delle aree: commerale e artigiana e quella a est, liturgico-militare e
di potere quella a nord-ovest, dove si ergevano le nuove fabbriche di Santo
Stefano e di Santa Maria, connesse al recinto del castello;
l'apparire dei primi ospedali lungo i percorsi principali e presso le porte;
il moltiplicarsi delle cappelle sussidia ne e l'organizzarsi delle prime
confraternite laicali, la fondazione di monasteri "inframurali"),
come quelli degli Umiliati, e il maturarsi di strutture di potere locale,
come la Pieve e il Comune Rustico, denotano l'ormai avvenuta maturazione
delle «qualita' urbane» dell'insediamento e insieme rappresentano
le coordinate per una gerarchizzazione funzionale e simbolica dello spazio
e degli edifici del borgo, che l'evidenza documentaria informa assestata
in modo complesso e inarrestabile gia' nel XII secolo.
La mutazione di orientamento dcl disegno urbano rappresenta l'aspetto
piu' appariscente delle vicende trecentesche del borgo.
Infatti tra XIV e XV secolo indizi consistenti attestano anche un amplio
processo di riqualificazione architettonica dell'edificato e di sistemazione
degli spazi pubblici e privati, in un quadro di trasformazione pressoche'
globale del precedente assetto, significativamente in sintonia con
i generali orientamenti urbanistici coevi , cosi, fatte salve le emergenze
monumentali di Santo Stefano e Santa Maria, i venne sicuramente organizzando
in questo periodo l'ampio piazzo regolare di piazza Castellana,
cerniera mercantile tra il polo religioso e le attrezzature artigianali,
chiusa a est dal massiccio parallelepipedo quattrocentesco di casa Cono,
in cui soggiornera' Francesco Sforza nel 1450 alla vigilia del suo trionfale
ingresso a Milano in qualita' di nuovo duca.
Questo processo di riqualificazione comprende anche le morfologie trecentesche
degli alzati e dei tessuti murari caratterizzano anche gli affacci interni
di diversi impianti a corte insistenti sulle insulae dell'antico insediamento
romano, così come risulta il due-trecentesco l'assetto originale
dell'oratorio di Sant'Antorno in via Cavour.
Fig.5 Vimercate dal XI al XII sec. La riqualificazione urbanadel periodo Sforza
Legenda:
Coevo doveva probabilmente essere anche il portico coperto detto «purteghett» che prospettava la facciata di Santo Stefano sul lato sud dell'omonima piazzetta, mentre gli edifici che la fronteggiano a occidente tra cui è gia' ricordato ambiente monumentale di casa Balconi, indicato come possibile sede dell'istituto comunale podestarile del borgo tardo-medievale conservavano a vista, fino a qualche decennio fa, tipici caratteri quattrocenteschi, ora celati da poco rispettosi riprisrini
E a XV secolo risale sicuramente la bella casa «da nobili» al nn. 72-74 di via Cavour, poco discosto dal ponte di San Rocco, che Si caratterizza come ampliamento e riqualificazione prestigiosa di un edificio d'epoca precedente, inglobato.
Fig.10 Prospettiva di via Cavour la "Casa da nobili"
Pochi esempi rappresentativi dell'estensione del fenomeno, teso probabilmente ad aggiornare e riqualificare l'immagine del borgo in rapporto con quel programma di rinnovamento urbano persegulto in vari centri del ducato dai Visconti e dagli Sforza.
Programma che dovette investire Vimercate soprattutto in ragione della sua non secondarieta' nella gerarchia dei centri provinciali e per il ruolo di facciata che esso rivestiva rispetto alle regioni transabduane.
Pochi esempi, si diceva; tuttavia estremamente rappresentativi di una vicenda assai piu consistente, che dovette segnare profondamente la fisionomia e l'aspetto del centro storico di Vimercate, tanto che anche le vaste opere di sistemazione dei secoli successivi (opere connesse soprattutto alle necessita' residenziali e di prestigio del potere neo-feudale dei Seccoborella e delle famiglie patrizie insediatesi in loco tra XVI e XVIII secolo) non sono riuscite ad alterarlo che parzialmente e settorialmente.
Sicche' esso si qualifica ancora oggi come traccia consistente in quel palinsesto urbano che il sito vimercatese manifesta di essere con piena evidenza.