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  • - Approccio progettuale

    "...Lo smarrimento iniziale davanti ad un progetto non è infatti dovuto alla mancanza di riferimenti, di richieste, o possibili ipotesi. E' principalmente dovuto al fatto di trovarsi in una situazione in cui tutto, dalle premesse ai riferimenti, dalle idee architettoniche alle ipotesi tecnologiche, è immerso in uno stato di equilibrio". (1)

    Tramite il nostro segno andiamo quindi a creare un disequilibrio in un sistema equilibrato. Anche una sola traccia di matita su di un foglio bianco, nella sua purezza e nel suo relativo spessore racchiude un peso abnorme, che fa scaturire istantaneamente un caos prima inesistente. Il nostro punto di partenza, innesco per il disequilibrio progettuale, è stato individuare il contesto, le esigenze di base, e i vari immaginari di riferimento soggettivi dai quali poter addurre e attingere peraltro elementi catalizzatori.

    "...il risultato si raggiunge attraverso edifici che radunano le proprietà del luogo e le portano vicine all'uomo. Momento basilare dell'architettura è perciò comprendere la 'vocazione' del luogo; in questo modo si protegge la terra e si diventa parte di una totalità comprensiva." (2)

    Facendo a priori, una valutazione soggettiva dell'area delle ex-Varesine, ossia su di un sistema dinamico già in evoluzione e con il quale il progetto deve continuamente collegarsi, il nostro obiettivo è definire l'idea di architettura che incrementi la qualità, la riconoscibilità e l'unicità del luogo.

    "Se tutto ciò è servito ad innescare una progettazione, tutto quello che abbiamo operato finora non è ancora progettazione. Ci troviamo infatti di fronte un universo che si anima; eventi, forme, richieste, riferimenti che entrano in collisione uno con l'altro; ma ancora un universo che non procede secondo una specifica ed identificabile linea evolutiva. Il progettare è infatti questo: attivare una logica di sviluppo capace di controllare l'evoluzione di un sistema verso un obiettivo". (3)

    Al fine di operare all'interno di una procedura di controllo, abbiamo individuato i seguenti obiettivi soggettivi:

    Per poter raggiungere gli obiettivi prefissatici, occorre procedere mediante una valutazione della zona, grazie alla quale saranno identificate le matrici. Ma cosa sono le matrici?. "Sono i possibili strumenti di controllo che formano un paradigma indiziario". (4)

    Il percorso che abbiamo pensato di intraprendere per riuscire a ricavare le matrici di cui sopra, ha inizio con la lettura della geometria del sito di progetto, in quanto "...la geometria è senza dubbio uno degli strumenti di controllo più efficaci. E' un'indicazione di come cresce una struttura complessa prescindendo da indicazioni su che cosa debba contenere. E possiede un ulteriore vantaggio: prescinde dalla scala, o meglio, attua un controllo sul progressivo passaggio da una scala all'altra, dalla totalità alla forma dei singoli componenti" (5)

    Applicando questo tipo di valutazione al contesto globale dell'area, dove l'oggetto di indagine non è il singolo edificio, ma l'insieme dei lotti, si riconosce una suddivisione quanto mai caotica dello spazio: le strade di diseguale dimensione che determinano questa ampia parcellizzazione, producono un reticolo non omogeneo per forme e ampiezza, ove non si individua nessuna matrice geometrica dominante. Scendendo di scala e quindi compiendo una lettura della maglia organizzativa che costituisce ogni singolo lotto, compare come elemento ricorrente una matrice geometrica costante. I singoli edifici producono, per forma e caratteristiche, una forte immagine razionale, dominata da facce ben delineate e visibili, riconducibili a forme cubiche più o meno grandi. Eccezion fatta per il Grattacielo Pirelli ed il palazzo dell'Ufficio Tecnico del Comune di Milano, dei quali l'altezza media si aggira attorno ai 18-20 metri. Altro elemento caratteristico che si può rilevare dalla zona è la contrapposizione tra spazi "pieni" e spazi "vuoti". I primi, ossia le aree edificate, possono essere considerate solidi pieni, al contrario delle aree non edificate che saranno considerate solidi vuoti. Le forme che caratterizzano e determinano la matrice geometrica sono dovute ad inserimenti temporalmente differenti di nuovi manufatti architettonici o solidi pieni e conseguentemente i solidi vuoti adiacenti sono il risultato dell'accostamento non molto lineare degli stessi. Il nostro pensiero è quello di considerare un contesto ove sarà predominante la parte relativa ai solidi vuoti. Tale valutazione ci ha permesso di seguire un nuovo strumento di controllo, ossia l'individuazione della suddetta matrice. Tutto quanto finora esposto determina una serie di input dai quali scaturisce la scintilla che funge da alimentatore dell'inizio del nostro tempo progettuale e che si propone di delineare un approccio al sistema del contesto ambientale.


    Note :

    1. C. SODDU - E. COLABELLA, Il progetto ambientale di morfogenesi, Esculapio, 1992.
    2. C. N. SCHULZ, "Genius Loci", Electa, 1986.
    3. C. SODDU - E. COLABELLA, Il progetto ambientale di morfogenesi, Esculapio, 1992.
    4. C. SODDU - E. COLABELLA, Il progetto ambientale di morfogenesi, Esculapio, 1992.
    5. C. SODDU - E. COLABELLA, Il progetto ambientale di morfogenesi, Esculapio, 1992.


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