"...Il passo successivo all'innesco del progetto è
quindi quello dell'attivazione della propria logica progettuale.
Che sarà, evidentemente, soggettiva e differenziate per
ogni progettista. Ma con caratteri ed elementi strutturali
in comune.
Primo fra tutti il fatto di utilizzare un paradigma indiziario,
o meglio una seri di paradigmi indiziari successivi che segneranno
l'evoluzione del progetto attraverso momenti di sviluppo lineare
e, alternativamente, momenti di salto.
Il paradigma indiziario è un'ipotesi soggettiva di organizzazione
non solo degli elementi / richieste esistenti, ma soprattutto
di quelli a venire, ancora sconosciuti ed imperscrutabili. E'
quindi una scommessa, una sfida.
Come per tutte le scommesse, per ogni sfida che lanciamo, l'obiettivo
è quello di vincere. In questo caso quello di riuscire,
con la nostra ipotesi organizzativa, con il nostro paradigma indiziario,
a cogliere ed indirizzare gli sviluppi possibili, di trovarci
preparati ad ogni evento futuro, ad ogni aumento improvviso di
complessità.
Ma , nello stesso momento, è uno strumento che deve
essere utilizzato al meglio. Quando si deteriora, quando non risponde
più all'incremento di richieste che lo stesso progetto
genera, deve essere sostituito senza rimpianti, e con un altro
paradigma più pertinente a livello di complessità
raggiunto. .....
..... E' uno strumento di controllo dell'evoluzione. Ogni progettista
utilizza paradigmi indiziari di tipo differente, anche se normalmente
contengono alcuni dispositivi di controllo di tipo geometrico,
topologico, dimensionale, gerarchico e regole sul rapporto norma
/ eccezione."