Morfogenesi di Central Park

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"Quella sera di novembre, in cui la Repubblica del Desiderio pose fine alla sua carriera come guardia armata, Berry Rydell era arrivato sul posto un po' in anticipo.   Gli piaceva l'odore dentro il capannone.          Usavano un detersivo rosa, che mettevano nei getti d'acqua per togliere la pellicola di sporco della strada, e l'odore gli ricordava un lavoro che aveva fatto d'estate a Knoxville, durante l'ultimo anno di scuola. Stavano trasformando in condomini il guscio di un vecchio supermercato Safeway sulla Jefferson Davis.     Gli architetti volevano che  i muri fatti con blocchi di cemento compresso fossero ripuliti solo fino ad un certo punto, quasi tutti grigi ma con un po' di vecchio rosa Safeway nelle fessure e nelle piccole depressioni.     Erano  di Memphis, e portavano completi neri e camicie bianche di cotone.    Le camicie dovevano costare più dei completi, o almeno altrettanto, e non indossavano mai cravatte, né si slacciavano il primo bottone.   Rydell aveva pensato che quella fosse la maniera in cui vestivano gli architetti; adesso che abitava a L.A. sapeva che era proprio così.    Aveva sentito uno di loro spiegare al caposquadra che il loro scopo era quello di esporre l'integrità del passaggio dei materiali attraverso il tempo.      Aveva pensato che quelle dovessero essere tutte cazzate, ma gli era piaciuta lo stesso la frase;   era come quello che che succedeva ai vecchi in televisione."

William Gibson, "Luce Virtuale"

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INTRODUZIONE ED APPROCCIO

PROGETTUALE

Quando abbiamo iniziato a pensare ad un  progetto di tesi che avesse in sè requisiti di riconoscibilità della nostra idea di architettura,   ci siamo trovati in una posizione di stallo quando si è dovuto scegliere il contesto in cui localizzare la nostra esperienza progettuale.     Poi ragionando sul fatto che il progetto fosse un'esperienza che ci avrebbe portato ad esprimere i nostri gusti e le nostre preferenze in campo architettonico e culturale , abbiamo pensato di ambientarlo  nella realtà metropolitana per eccellenza, New York.

 

"Il progetto di morfogenesi lavora sul divenire. Per attuarlo è necessario che anche il campo operativo ( il contesto ambientale, le richieste ed i vincoli ) possa essere rappresentato in modo pertinente da un modello spaziotemporale che simula il disequilibrio del sistema".

C.Soddu, E.Colabella

 

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New York, città formata da cinque città, città instancabile perchè costruita su un fondo di granito massiccio che rimbalza l'energia verso coloro che l'hanno prodotta;  anche in superficie, intorno ai grandi massi che si trovano in Central Park;  è una città scolpita nella roccia.
Il famoso Central Park, progettato come luogo dove rilassarsi, dove dimenticare anche solo per pochi minuti il ritmo frenetico della città, dove incontrarsi o dove svolgere una benefica attività fisica.
I cinque distretti della città di New York prima della scoperta del Nuovo Mondo erano una foresta abitata dalla pacifica tribù degli indiani Algonquin.       Agli inizi del diciottesimo secolo gli olandesi se ne impadronirono cercando di farne un centro di commercio, la colonia però non produsse la ricchezza sperata e fu abbandonata agli inglesi.

 

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 statua.gif (32312 byte)"...si ha l'impressione che il mostro cresca senza sosta, gettando lontano le proprie membra come una specie di giovane gigante ineducato che ha voglia di scherzare, e le suture accecanti devono volare lontano e veloci e farsi più strette; così che la futura complessità della ragnatela, sotto la volta del cielo e sul mare, diventa quella di un colossale sistema di orologi, una specie di sala macchine di braccia alzate per colpire e di pugni branditi e di fauci che si aprono e si chiudono.     I ponti smisurati che non sono che foderi orizzontali di pistoni che lavorano ad alta pressione, giorno e notte, soggetti, ci si accorge con una tristezza forse incoerente, a una certa, fantastica, impietosa moltiplicazione"

Henry James

"The American Scene"

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Il Central Park è il cuore di Mahattan, e Manhattan è stata dipinta nel corso degli anni in diversi modi, quello che a noi piace di più è "Gotham", una particolare immagine ironica della città, che fu adottata molto tempo fa, quando New York era solo Manhattan.
Forse il primo ad associare il nome di Gotham alla città di New York fu Washington Irving;  il nome deriva da quello di  una città del Nottighamshire, in Inghilterra, molto nota nel sedicesmo secolo come un "posto di stupidi", in cui i residenti avevano la fama di essere dei sempliciotti.
New York ha sempre avuto un simile attributo, è il simbolo dell'America e allo stesso tempo è assolutamente estranea ad essa: i suoi modi sono bizzarri, pazzi, eppure  in qualche modo tipici.
Quando Irving adottò il nome "Gotham" fu evidentemente attratto dalle qualità riconoscibili, satiriche ed insieme rispettose dello stesso.
Il nome fu presto adottato in tutti gli States come soprannome di New York, e quando nel 1939 Bob Kane creò il famoso personaggio di Batman assunse Gotham City come città dove ambientare le avventure del poi famoso Cavaliere Oscuro.

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"Gotham...è una specie di villaggio ideale dentro a New York, e si riferisce alla città come mercato culturale, il luogo degli scambi vivaci tra il mondo degli affari ed i media che la città ha sviluppato..."

William R.Taylor

"New York, le origini di un mito"

 

New York, l'antica cittadina olandese, è divenuta forse la più famosa ed importante città del mondo,  è diventata un modello, una metafora della città del futuro, la Metropolis di Superman e la Gotham City di Batman.

 

"Dalla Gotham di Irving alla città terribile di Henry James un secolo dopo, con il suo puntaspilli di grattacieli, il fattore Gotham, il reagente culturale degli affari, è stato il componente principale del soggetto New York. "

William R.Taylor

 

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New York, una delle prime città ad aver sviluppato un centro verticale, un centro del nuovo ordine urbano, strettamente legato alla cultura degli affari.      New York è stata precursore nella progettazione degli spazi pubblici, i suoi parchi ispirarono un movimento su scala nazionale per la progettazione di spazi pubblici nelle grandi città.

Il mondo degli affari ha fatto suo il grattacielo come mezzo di espressione del potere industriale e finanziario, mentre la vita pubblica continua a creare un'espressione indebolita, ma non estinta a livello della strada;   i grattacieli, in quanto aggregato, formarono la SkyLine di Manhattan.
La classica SkyLine di New York è sempre stata una finzione cosmetica, ma ora è anche superata come finzione;  viene evocata solo in momenti di nostalgia, come nei film di Woody Allen, quando si sente la mancanza della città degli anni trenta che le trasformazioni della nostra era hanno spazzato via.

 

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"Avventurandosi pian piano a spiare dappetutto, il mio sguardo europeo e miope cercava invano a N.Y. qualcosa, una qualsiasi cosa, che lo catturasse:  uno schieramento di case a sbarrare d'un tratto la via, un angolino di strada, una vecchia casa patinata dagli anni.     Invano.         New York è una città da presbiti: si può mettere a fuoco soltanto all'infinito.
Il mio sguardo incontrava solo spazio.
Scivolava sopra un compatto amalgama di case tutte uguali senza che nulla lo potesse fermare, finchè non si perdeva nella foschia dell'orizzonte"

Jean Paul Sartre

 

In tempi non lontani , quel profilo di edifici non sembrava così ripido : i contorni erano più simili a quelli di un promontorio che scivola verso il mare ; ma l'addensarsi di edifici più alti , sorti negli ultimi trent'anni , ha alterato la fisionomia generale.
Le persone che giungono per la prima volta a New York rimangono impressionati dalla grandezza monumentale dell'insieme , una grandezza che ricorda quella di una fortezza inespugnabile del nuovo continente .

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"E' strano che i grattacieli moderni siano quelli meno validi.           I grattacieli in stile Rinascimento italiano sono di qualità eccellente, contrariamente a ciò che immaginavo prima di vederli.           Perchè prima del 1925 Brunelleschi e Palladio dominavano la scena...A New York, dunque, imaparai ad apprezzare il Rinascimento italiano.     E' fatto così bene che lo si crederebbe vero.       Ha perfino una strana, nuova fermezza che non è italiana, ma americana".

Le Corbusier

 

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Una volta stabilito contesto e progetto, rispettivamente New York e Central Park,  dovevamo scegliere quali dovessero essere gli obiettivi del nostro cammino progettuale;   gli obiettivi del progetto di morfogenesi possono essere divisi in due categorie:  obiettivi di approccio progettuale, cioè riconoscibilità del nostro fare progettuale, complessità del progetto, crescita della qualità come diminuzione del differenziale virtuale/immaginario e depurazione dagli assiomi di categoricità.

"L'atto progettuale, quindi non è visto come trasformazione avente come obiettivo l'equilibrio del contesto ambientale, ma come trasferimento del disequilibrio iniziale ad un livello più sofisticato, come incremento di complessità della stessa dinamica evolutiva".

C.Soddu, E.Colabella

Gli obiettivi soggettivi nel nostro caso sono stati l'affermazione di una cultura positiva del parco e la capacità del parco di crescere, modificare le proprie funzioni ed adattarsi organicamente alle esigenze in divenire della città.
 

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Per ottenere risposta ai quesiti che ci siamo posti,  avevamo a disposizione uno strumento  fornitoci dalla metodologia del progetto di morfogenesi; il catalizzatore che ci avrebbe poi aiutato a definire il paradigma inteso come obiettivo metaprogettuale . Il catalizzatore è visto come una qualunque occasione capace di stimolare la formalizzazione delle richieste.

 

"Tutti gli elementi , sino ad allora diffusi uniformemente nello spazio, mentale e senza tempo, del preprogetto cominciano a guardarsi intorno e collocarsi.  

La forma catalizzatrice li posiziona, li orienta nello spazio e fornisce loro delle possibili direttrici di sviluppo".

C.Soddu, E.Colabella

Il paradigma è visto come strumento di controllo dell'evoluzione , esso dovrebbe limitarsi al controllo di come procedere e come aggregare gli eventi.

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Il progetto di morfogenesi consiste nel correlare la specie di appartenenza di un evento. con la logica evolutiva che sottende il suo processo di sviluppo , nello specifico , mettere in relazione alcuni caratteri di qualità che noi riconosciamo nel nostro immaginario con le procedure che l'hanno generata.

L'obiettivo di questo metodo progettuale è lo scoprire delle modalità morfogenetiche del divenire dell'artificiale ottenendo individui , che abbiano i caratteri di qualità dell'immaginario di riferimento.   Però il progetto di morfogenesi non vuole definire un singolo evento/individuo , ma bensì cerca di creare una specie di individui , accomunati tra di loro dal rispetto delle matrici che li hanno generati.

 

"L'uso del progetto di specie è proprio dovuto a questa pertinenza.  

Alla possibilità di interagire con l'immagine futuribile, che è la variabile oggi difficilmente controllabile".

C.Soddu, E.Colabella

 

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Questa logica progettuale ha lo scopo di soddisfare le richieste/obiettivi posti all'inizio della fase di progetto ; la logica progettuale accumula esperienza e si adegua , le richieste crescono su sé stesse e si muovono verso campi sempre più complessi.

La dinamica progettuale si autoalimenta , cercando di raggiungere la qualità definita come differenziale tra la realtà e l'immaginario di riferimento del progettista . Essa è vista  come   incremento della capacità di risposta ai bisogni umani.

 

Per arrivare ad una accettabile complessità strutturale, abbiamo cercato di ripercorrere le dinamiche di sviluppo del contesto urbano,  cercando di simulare una storia  virtuale adeguata.
Una volta individuati gli eventi per mezzo del paradigma organizzativo, il progetto dei singoli ruoli si è evoluto per mezzo di adduzioni di specie che abbiamo dedotto dal nostro immaginario di riferimento.

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