Due sono gli eventi che danno a Kandinsky la forza per ricominciare la vita come pittore a trent'anni: la conoscenza dell'arte popolare nella su forma più primitiva (con il cromatismo dei costumi e degli ornamenti) e la visone di uno dei Covoni di fieno di Monet.
Stilisticamente Kandinsky è interessato allo Jugendstil, in cui scopre un veicolo per superare l'Impressionismo.
E' così che i suoi colori divengono vivi e vigorosi, stesi a pennellate larghe e dense, come nel Paesaggio con campanile del 1909; ma è la scoperta dell'Astrattismo che si rivela decisiva; Kandinsky rivela così la nascita dell'arte "SENZA OGGETTO":
"A Monaco, ebbi la gioia di uno spettacolo inatteso che mi si rivelò nel mio studio. Si avvicinava l'ora del crepuscolo, e io rientravo con la scatola dei colori dopo uno studio, ancora tutto immerso nel mio sogno, perduto nel ricordo del lavoro compiuto, quando scorsi all'improvviso alla parete un quadro di straordinaria bellezza, che brillava di un raggio interiore. Restai interdetto, poi mi accostai a questo quadro rebus: era un mio quadro appeso erroneamente su un lato. Il giorno dopo, alla luce del giorno, cercai di ritrovare l'impressione della sera prima ma vi riuscii solo a metà. Anche su un lato ritrovavo sempre l'Oggetto, e poi mancava anche la luce crepuscolare. Seppi allora che gli 'Oggetti' nuocevano alla mia pittura".
Il fondamento della teoria di Kandinsky rimane la convinzione che "in arte le cose non dipendano dal formale, ma da un desiderio interiore (contenuto) che delimita il dominio del formale".
"Bellezza russa in un paesaggio" |
"Accento in Rosa" |
"Improvvisazione senza titolo" |
Ci hanno particolarmente colpito le cosidette "improvvisazioni", dipinti esplicitamente collegati al mondo della musica, come ad esempio "Improvvisazione senza titolo" del 1914.
Anche i paralleli con l'architettura, attraverso il Bauhaus, sono forti ed importanti in quel periodo pittorico che Kandinsky designava come "epoca fredda".
Verso il 1925-1926 egli comincia a prediligere la forma del cerchio, come in "Accento in Rosa"; senza cadere nell'illustrativo o nell'associativo, evoca l'idea dello spazio infinito, richiama l'armonia delle sfere contenute in una costellazione non di natura astronomica, ma propria dello spirito umano.
In "Macchia nera" del 1921, l'insieme
di macchie e segni quasi casuale rivela un preciso ordine interno.
Ne risulta una visone cosmica in cui si addensano e si intrecciano spazi e prospettive nuovi, soprannaturali. |
"La freccia" |
"La Freccia" è opera dell'anno
precedente la morte dell'artista. In questa fase della pittura di Kandinsky i colori si fanno più chiari, le forme più libere ed il segno tende a simbolizzarsi. |
"Molle durezza" |
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