Attrattori e catalizzatori
La Forma catalizzatrice che ha fornito i primi orientamenti
al nostro progetto è stata una Rosa dei Venti appartenente ad una
vecchia Carta, che avevamo cercato di ridisegnare (...a memoria e a mano)
nella nostra restituzione planimetrica del Golfo di Laveno.
Il suo effetto sulla nostra progettazione è stato
immediato.
Fino ad allora avevamo preso in considerazione per lo
studio e lo sviluppo di Laveno solo le direttrici stradali, fluviali e
ferroviarie: ben definite, facilmente interpretabili e ulteriormente sviluppabili
ma, prive (da sole) della capacità di farne aumentare la complessità,
mancanti di quel surplus di risposta in grado di fornire la potenzialità
adattiva nei confronti di esigenze future non ancora manifestatisi e spesso
neppure ipotizzabili.
Grazie allo studio della struttura di Laveno nelle direzioni
principali individuate dalla Rosa dei Venti abbiamo cominciato a prendere
in considerazione l'esistenza di relazioni spaziali più complesse,
interpretabili come relazioni di distanze e direzioni correlate tra i diversi
attrattori individuati in punti chiave del sistema.
Gli attrattori vengono denominati così per la similitudine
con gli omonimi elementi della Geometria Frattale.
Questi SEI punti chiave sono stati individuati
nei seguenti luoghi:
- la foce del fiume Boesio
- l'ingresso al Porto Vecchio
- il vecchio attracco prospiciente il Comune
- l'ingresso delle due Chiese
- l'ingresso della Ceramica Lavenese
Da questo punto ha preso il via il nostro studio sulle matrici
topologiche di Laveno, che ha portato alla scoperta di un nuovo paradigma
in grado di esplicitare la complessa struttura di relazioni esistente tra
le funzioni attrattive individuate.
La verifica sul modello virtuale della rispondenza alle
previsioni più restrittive ne ha consentito l'utilizzo e il supporto
di ulteriori implementazioni.
Questo paradigma si basa su progressioni aritmetiche (X2
+Y2 = k R2
con K=5 e K=7) i cui valori rappresentano delle distanze che, se lette
come raggi o diametri consentono un'interessante interpretazione geometrica:
si tratta infatti di fasci di circonferenze generate da
un punto nodale (la foce del fiume Boesio) che evidenziano le zone dove
sussistono relazioni spaziali analoghe.
Questa caratteristica, combinata con i nostri paradigmi
precedenti ci consente di estendere la stessa struttura logica a tutta
l'area lavenese, avendo a disposizione un ottimo strumento di controllo
dell'evoluzione.
La flessibilità del modello ha consentito di operare
simultaneamente a più scale mantenendo le stesse strutture logiche
e ottenendo risultati estremamente diversificati semplicemente adducendo
dal nostro immaginario di riferimento, in particolare dalle opere di M.C.
Escher e dalla Geometria Frattale.
Utilizzo del Paradigma
Per la creazione degli spazi e dei percorsi dell'area
del Gaggetto, dopo il posizionamento dei nuovi attrattori, abbiamo sviluppato
per questi ultimi le progressioni geometriche in contemporanea, determinando
una sorta di interferenze, lungo le connessioni delle quali è stato
possibile tracciare le nuove delimitazioni.
Si noti che anche una legge semplice, (ad es. tracciare
i contorni stabilendo un punto di partenza arbitrario e svoltare a destra
e a sinistra un numero uguale di volte anch'esso arbitrario oppure partire
dall'attrattore fondamentale e svoltare alternativamente a destra e a sinistra
ad ogni incrocio di linee) ha fornito dei tracciati utilizzabili, sempre
diversi ma con una connotazione di riconoscibilità che faceva supporre
un'appartenza ad una stessa "specie".
Nel corso del tracciamento definitivo è stata adottata
una legge semplice dotata di un' eccezione che ci consente di ottenere
una disposizione particolarmente favorevole.
Per la realizzazione delle strutture del nuovo Parco abbiamo
effettuato un'ulteriore adduzione dall'opera di M.C.Escher "Planetoide
Tetraedrico" che ha portato a posizionare in due dei nuovi attrattori
degli elementi derivati dal capolavoro dell'artista:
Non si tratta di una semplice trasposizione:
l'area circolare ha infatti una suddivisione interna che
riproduce, in scala, quella della progressione che costituisce il paradigma
(come una di cellula che contiene il DNA di tutto l'individuo pur essendone
solo una parte, aspetto evidente nell'opera"Pesci e Squame" sempre
di M.C.Escher).
Per quanto riguarda l'utilizzo della pianta, il nostro
studio è partito proprio dalle unità-Albero, e quindi la
valenza quasi totemica che ha acquistato (in quanto elemento di collegamento
tra la Laveno progettata e la precedente, nonché tra il naturale
e l'artificiale) ne giustifica l'impiego.
Le adduzioni da opere di M.C.Escher sono risultate particolarmente
proficue in quanto la loro complessa natura le rende spesso assimilabili
a dei paradigmi ausiliari aumentando il numero di variabili in gioco.
Infatti, una volta compresa la natura logico-geometrico-matematica
nonché simbolica dell'opera è possibile addurre elementi
da uno qualsiasi di questi campi con ragionevoli prospettive di successo.
A questo proposito abbiamo compiuto delle ulteriori sperimentazioni
di verifica adducendo da altre opere di Escher, quali :
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- "Dilatazione del Centro" |
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- "Galleria di stampe" |
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- "Pesci e Squame" |
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modificando di volta in volta le valenze assegnate ai singoli
elementi della stessa opera .
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L'applicazione di un paradigma (in questo caso espansione + rotazione),
mantiene la sua efficacia anche modificandone i parametri esecutivi.
Il risultato finale dipende dal tipo di paradigma applicato e solo
in minima parte dall'entità della rotazione impiegata. |
Ad esempio la struttura geometrica della dilatazione
del centro consente ora di assegnare determinate caratteristiche alla distribuzione
(o alla quota o alla tipologia) degli alberi, oppure identifica una struttura
posta sull'attrattore ed i suoi percorsi.
Come esempio ulteriore nella struttura di "Pesci e
Squame" può leggergersi alternativamente una legge di espansione-rimpicciolimento
o, grazie alla differenziazione di elementi bianchi e neri, una legge di
distribuzione degli alberi...
Gli altri elementi di arredo del Parco vengono prodotti
sotto lo stimolo diretto degli elementi giacenti nell'immaginario, spesso
opere di Escher o come nel caso della grande fontana mantengono le informazioni
originarie (in questo caso la direzione dei Venti della Rosa - Catalizzatore)
contenute nel riferimento ma, non sono più immediatamente riconoscibili
a causa delle numerose stratificazioni avvenute.
Gli altri interventi riguardano la realizzazione del Club
Velico Sportivo nell'area della Ceramica Lavenese, per la quale fermo restando
un'area conservata a scopo museale si propone un adeguamento interno alle
nuove esigenze.
I percorsi interni vengono realizzati con la stessa metodologia
utilizzata per la creazione delle interferenze nel nuovo Parco dei Venti.
Ulteriori attrattori vengono posti in modo da invitare
lo sguardo in direzioni privilegiate.
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