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Nella zona del varesotto si trovano infatti un rilevante numero di siti archeologici: tra più noti quelli sul lago di Varese, sul lago di Lagozza, di Golasecca e nel Locarnese, tutti attribuibili ad un periodo compreso tra il Neolitico Inferiore (4500 a.C.) e l'età del bronzo e del ferro. Ma è con l'avvento dei Romani che queste
località cominciano ad assumere un aspetto più vicino
a quello attuale.
L'attuale lago Maggiore era chiamato allora Verbanus e lo stesso nome Laveno ha un'origine latina: sembra infatti derivare da quello di Labieno, luogotenente di Giulio Cesare, cui venne affidato il Governo della Gallia Cisalpina. Dopo i Romani numerose dominazioni si susseguono nell'area
lavenese, lasciando importanti tracce nelle architetture della zona.
I Borromeo lasciano una evidente traccia nel territorio, contribuendo a trasformare un piccolo arcipelago lacustre (le Isole Borromee) in una delle mete più prestigiose ed attraenti di tutto il Verbano. Il Seicento lascia una impronta evidente nel territorio
del lavenese (tra i vari edifici anche una Chiesa in Stile Barocco del
1645 , ma è nell'Ottocento che Laveno assume una fisionomia molto
prossima a quella attuale:
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