La lotta con il Toro Celeste
Quando Anu udì
le parole di Ishtar le diede il Toro del Cielo da condurre alla cavezza
giù ad Uruk. Giunti che furono alle porte di Uruk, il toro si recò
al fiume; quando sbuffò per la prima volta nella terra si aprirono
fenditure e cento giovani vi caddero dentro a morire; quando sbuffò
per la seconda volta si aprirono fenditure e ne caddero dentro a morire
duecento; quando sbuffò per la terza volta si aprirono fenditure,
Enkidu si piegò in due, ma si riebbe subito, si scansò di
lato e balzò addosso al toro afferrandolo per le corna. Il Toro
del Cielo schiumava alla bocca, col folto della coda lo sfiorava. Enkidu
gridò a Gilgamesh: "Amico mio, ci siamo vantati che avremo lasciato
ai posteri un nome duraturo; conficca dunque la tua spada tra nuca e corna".
Così Gilgamesh seguì il Toro, lo afferrò per il folto
della coda, conficcò la spada tra nuca e corna e lo ammazzò.
Quando ebbero ucciso il Toro del Cielo, gli strapparono il cuore e lo offrirono
a Samas; e i due fratelli si riposarono.
Ma Ishtar si levò
e salì sulla grande muraglia di Uruk, balzò sulla torre e
proferì una maledizione: "Guai a Gilgamesh, poichè in spregio
di me ha ucciso il Toro del Cielo".
(...) Quando venne
la luce del giorno, Enkidu si alzò e gridò a Gilgamesh: "Fratello
mio, che sogno ho fatto la notte scorsa! Anu, Enlil, Ea e Samas si erano
radunati a consiglio, e Anu disse a Enlil: "Poichè hanno ucciso
il Toro del Cielo e poichè hanno ucciso Humbaba, che custodiva la
Montagna dei Cedri, uno dei due dovrà morire."