Il ritorno dell'eroe 
"Uta-Napistim disse:"Quanto a te Gilgamesh, chi riunirà a consiglio gli dei per te, così che tu possa trovare quella vita che cerchi? (...)". 
(...) "Gilgamesh, sei giunto qui come uomo esausto, sei spossato; cosa ti darò da portare al tuo paese? Gilgamesh io ti rivelerò una cosa segreta, è un mistero degli dei ciò che ti dirò. C'è una pianta che cresce sott'acqua, ha spine come il rovo, come la rosa; ferirà le tue mani, ma se riuscirai a prenderla, allora nelle tue mani ci sarà ciò che ridà a un uomo la gioventù perduta". 
Quando ebbe udito ciò, Gilgamesh aprì le chiuse così che una corrente di acqua dolce lo portasse al canale più profondo; si legò ai piedi pietre pesanti e queste lo trascinarono giù sul fondo. Vide che lì cresceva la pianta; benchè lo pungesse la afferrò; poi tagliò via dai suoi piedi le pietre pesanti e il mare lo prese e lo gettò sulla riva. 
(...) Così Gilgamesh ritornò dalla porta da cui era venuto, Gilgamesh e Ursanabi andarono assieme. Per venti leghe viaggiarono assieme, poi interruppero il digiuno; dopo trenta leghe si fermarono per la notte. Gilgamesh vide un pozzo d'acqua fresca, scese e vi si bagnò; ma nel profondo dello stagno giaceva un serpente, e il serpente sentì la dolcezza del fiore. Esso uscì dall'acqua e lo ghermì, e subito si spogliò della pelle e tornò nel pozzo. Allora Gilgamesh si sedette e pianse; scorrevano le lacrime sul suo vise; prese per mano Ursanabi e disse: "O Ursanabi è per questo che ho faticato con le mie mani, è per questo che ho spremuto il sangue dal mio cuore? Per me non ho guadagnato niente; non io, ma questa bestia della terra ne gioisce. Già la corrente l'ha riportato per venti leghe ai canali dove l'avevo trovato. Avevo trovato un segno e l'ho perso. Lasciamo la barca sulla riva e andiamo.
(...) Quando il viaggio fu terminato arrivarono a Uruk, alla città dalle forti mura. Gilgamesh gli parlò, parlò ad Ursanabi il barcaiolo: "Ursanabi, sali sulla muraglia di Uruk, ispeziona il terrapieno delle fondamenta, esamina bene la muratura (...) Tutte queste parti e il recinto sono Uruk." Anche questo fu opera di Gilgamesh, del re che conosceva i paesi del mondo. Egli era saggio; vide misteri e conobbe cose segrete; un racconto ci portò dei giorni prima del diluvio. Fece un lungo viaggio, fu esausto, consunto dalla fatica; e quando ritornò, su una pietra l'intera storia incise.".