Il viaggio in mare
"(...) Colei che fa
il vino gli disse: "Gilgamesh non si varca l'Oceano. Fin dai tempi antichi,
chiunque vi sia giunto non è riuscito a varcare quel mare. Il Sole
nella sua gloria varca l'Oceano, ma chi oltre a Samas l'ha mai varcato?
Difficili sono il luogo e la traversata, e in mezzo scorrono profonde le
acque della morte. Gilgamesh, come varcherai l'Oceano? Che farai quando
arriverai alle acque della morte? E tuttavia, Gilgamesh, giù nel
bosco troverai Ursanabi, il barcaiolo di Utanapistim; presso di lui
sono le cose sacre, le Cose di Pietra. La prua serpentina del battello
sta foggiando. Guardalo bene, e se è possibile con lui varcherai
le acque; ma se non è possibile, dovrai fare ritorno".
(...) Salirono allora
sul battello, Gilgamesh e Ursanabi assieme, e lo spingevano sulle onde
dell'Oceano. In tre giorni navigarono quanto in un viaggio di un mese e
quindici giorni; alla fine Ursanabi condusse il battello alle acque della
morte. Allora Ursanabi disse a Gilgamesh: "Avanti, prendi una pertica e
affondala, ma che le tue mani non tocchino le acque. Gilgamesh, prendi
una seconda pertica, prendi una terza, una quarta pertica.(...)".
Dopo centoventi spinte
Gilgamesh aveva adoperato l'ultima pertica. Allora si spogliò ,
levò le braccia a mò di albero e le sue vesti a mò
di vela. Così, il batteliere Ursanabi condusse Gilgamesh da Uta-Napistim,
che chiamano il Lontano, che vive a Dilmun nel luogo del transito del Sole,
a est della montagna. A lui solo fra gli uomini gli dei avevano dato la
vita eterna."