La lettura del
fiume Olona: |
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Il
fiume nasce alla Rasa sulle pendici orientali del Sacro Monte di Varese,
ad una quota di circa 1000 m s.m. e, toccando le località di Cairate,
Fagnano, Olgiate, località portanti tutte la specificazione Olona,
raggiunge Milano dove è sfruttato, fiaccato e si getta infine nel
Naviglio alla Darsena di Porta Ticinese, dopo un percorso di circa 71 Km.;
esce col nome di Lambro meridionale.
Le
acque di questo fiume sono sempre state utilizzate in maniera intensiva
dalle popolazioni dislocate sulle sue sponde per scopi irrigui, per le
attività artigianali ed industriali, per l'alimentazione dei mulini.
Nel secolo scorso, la particolare conformazione del bacino che vedeva scorrere
il fiume con le sue acque abbondanti in una valle priva di abitati, soprattutto
nella zona tra Varese e Castellanza , creò le condizioni ideali
per la produzione di energia elettrica. Essa comportò l'insediamento
di grossi stabilimenti industriali. In origine si trattava di cartiere
e tintorie, affiancate ben presto dalle industrie chimiche, plastiche e
farmaceutiche.
Attualmente
anche all'interno degli abitati sorgono edifici industriali affacciati
per lunghi tratti sull'alveo o costruiti addirittura sul fiume mediante
tombinatura dello stesso.
Di
conseguenza l'Olona presenta da tempo gravi problemi d'inquinamento solo
parzialmente risolti, negli ultimi decenni, con la costruzione di impianti
di depurazione centralizzati, ai quali però non sono allacciati
tutti gli insediamenti previsti.
Il
massiccio sfruttamento delle acque del fiume ha naturalmente comportato
notevoli interventi dell'uomo che nel corso degli anni ha costruito in
alveo numerosi manufatti destinati a realizzare le derivazioni ed ha costretto
il corso d'acqua a scorrere canalizzato tra murature d'argine, scogliere
o pareti edificate.
Dal
punto di vista dell'assetto d'alveo l'Olona si presenta oggi come un corso
d'acqua artificiale, in genere canalizzato, ricco di manufatti che costituiscono
notevoli singolarità e grossi ostacoli al deflusso della corrente,
specialmente in condizioni di piena.
Sono
sempre più ridotti i tronchi in cui il fiume è libero di
divagare anche perché gli unici tratti privi di ogni forma di urbanizzazione
limitrofa sono quelli in cui la valle si restringe a tal punto da rendere
difficoltoso lo stesso accesso al corso d'acqua.
Le
acque di afflusso sono di origine naturale e vanno dalle sorgenti montane
alle piogge sul bacino; risulta quindi molto difficile controllare l'entità
di tali apporti in alveo a meno di non operare una massiccia modifica delle
infrastrutture idrauliche all'interno del bacino di scolo. Anche quando
non vi sono pine eccezionali che provocano vaste esondazioni ed ingenti
danni lungo tutta l'asta del fiume, l'Olona è facile all'allagamento
sparso un po' ovunque, specialmente nel tronco in provincia di Milano,
cioè a valle delle immissioni fognarie di Castellanza e Legnano.
A
causa dell'urbanizzazione esistente lungo tutte le sponde o la presenza
di tombinature, è anche ridotta la possibilità di realizzare
opere di adeguamento dell'alveo che consentano di aumentare significativamente
la pervietà del corso d'acqua se non a prezzo di enormi costi o
di demolizione di vaste aree fabbricate.
Attualmente
le portate di piena dell'Olona vengono deviate mediante due prese che confluiscono
in un canale realizzato per la salvaguardia della città di Milano
dalle esondazioni provocate da tutti i corsi d'acqua posti a nord del centro
urbano.
Tali
portate venivano originariamente convogliate al fiume Ticino, mentre attualmente,
col deviatore Olona, vengono in parte restituite al Lambro meridionale,
per evitarne l'afflusso al Ticino ed il conseguente pericolo d'inquinamento
anche di questo fiume ancora "azzurro".
Nel
tratto che interessa Castiglione Olona, il fiume è del tutto irregimentato
e vigilato attraverso argini o terrapieni di controllo; anche la zona dei
Mulini risulta protetta e quindi ormai distaccata dalle acque. |