"(...)
Scomponendo la costruzione nei suoi elementi
primari si sgombrano tutti gli echi e i sedimenti
delle antiche abitudini edilizie, e lo spazio
diventa pulito, uniforme, indifferente come la
tela vuota di cui parla Kandinsky; in esso i
prismi geometrici semplici e i materiali schietti
acquistano una risonanza straordinaria, come le
forme e i colori elementari che popolano la tela
del pittore russo; i setti marmorei, i pilastri
lucenti, la lastra di copertura librata si
accampano con assoluta fermezza nell'ambiente
continuo, lo qualificano con nitidezza e con
discrezione e non lo chiudono mai, suggerendo il
campo illimitato dei possibili sviluppi".
"...(le opere di Mies) non complicano, ma
riducono gli organismi edilizi alla forma pił
elementare.
Per ogni tema egli stabilisce un <meno> di
organizzazione spaziale e un <pił> di
controllo della forma e della
distribuzione".
LEONARDO BENEVOLO, Storia dell'architettura
moderna, Laterza, 1990.
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