" Per mollino, i
mobili, le sedie in particolare non erano oggetti
puramente funzionali che potevano essere
ricondotti a generi.
(...) lui preferiva adoperarsi per una pių
profonda relazione <congeniale>
tra l'essere umano e il mobile e per il meritato
rispetto per le cose di tutti i giorni,
che rappresentano il positivo risultato di un
lavoro ben fatto.
Inoltre il desiderio di <infondere vita> in
un oggetto per cosė dire morto,
č parimenti espresso nel design organico dei
suoi modelli di sedia, che deliberatamente
alludono
a una vasta gamma di cose...".
a cura di RENATE ULMER e
SILVIO SAN PIETRO, Carlo Mollino, Sedie e arredi,
L'Archivolto,1994.
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