Le linee guida
Catalizzatori
Paradigma organizzativo
Progetti d'ispirazione
Codici
OSSERVAZIONI
Questo esperienza è risultata per me come un viaggio-flusso al limite della creatività, che in un primo momento mi ha spinta troppo lontano dalla realtà e dalla fattibilità. Infatti, sentendomi libera di scegliere suggestioni, impressioni ed aggettivi dall'ambiente, mi son estraniata con quelle che sono le esigenze esistenziali dell'edificio.
Tuttavia mi è stato insegnato un metodo che mi ha permesso di dare un ordine e una logica al mio progetto, che ha reso possibile la mia creatività.I
I catalizzatori mi sono serviti per dare un input all'organizzazione della mia facciata. Essi concretizzano la naturalezza, la luminosità e il fascino. Ho scelto i miei catalizzatori come oggetti di riferimento, di partenza, di organizzazione e non di forma; ho imparato che non bisogna infatti affezionarsi alla forma ma al modo per trasformarla attraverso l'utilizzo dei codici, altrimenti si blocca il flusso del processo generativo.
Alcuni progetti mi sono stati d'ispirazione e per avere un punto di riferimento per la fattibilità delle mie ipotesi.
La parte più importante di questo processo è stato però lo scoprire che le regole non sono un vincolo alla creatività, bensì sono uno stimolo e una guida per non lasciarsi trascinare dal fantastico. Ogni aggettivo scelto, attraverso gli svariati soggetti a cui si riferisce, porta alla definizione di un codice che, applicato ad un qualsiasi progetto, permette di avvicinarlo il più possibile all'interpretazione datagli attraverso gli aggettivi stessi.
Un codice crea infatti delle procedure logiche di
controllo del progetto, le quali sono fortemente definite rispetto alle idee a loro volta descritte dagli aggettivi. I codici permettono
infatti di raggiungere i caratteri espressi con gli aggettivi.
Il codice sancisce come decido e connetto relazioni all'interno di una struttura organizzativa. Per fare questo ho quindi associato processi di
trasformazione per intuire delle regole. I codici non sono infatti un repertorio
di forme, ma definiscono l'idea attraverso le trasformazioni. Ogni forma è
perciò solo
uno dei possibili paralleli risultati dell'idea.
Tale procedimento è applicabile dalla scala macroscopica del progetto volumetrico, via via ad ogni scala fino a quella del dettaglio... e se fosse possibile anche oltre!!!
In questo processo applicativo si aprono infinite possibilità di definizione del progetto.
Nel sito se ne sono mostrate alcune, configurate come inserimenti macroscopici per quanto riguarda la contestualizzazione nel territorio, come scenari per quanto riguarda i volumi, come alternative nelle altre scale di elaborazione del progetto.
L'esperienza è stata molto particolare, non nego che è stato faticoso entrare in questo nuova ottica di elaborazione. Alla fine, personalmente, mi ritengo soddisfatta: volevo un edificio affascinante, naturale e luminoso e a mio avviso ce l'ho fatta.
Una grande conquista è stata lo scoprire che le regole e il metodo collaborano con la creatività e non sono perciò necessariamente sinonimi di semplicità. Questo metodo credo che mi sarà utile nel futuro e spero di riuscire ad applicarla con sempre maggiore dimestichezza.