PARADIGMA ORGANIZZATIVO

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Come matrici, che codificano il dinamismo, si sono considerate la ripetitività delle forme, in senso crescente o decrescente, e la profondità, con le diverse variazioni; per l’armonia si sono analizzate le simmetrie, le forme e le proporzioni geometriche di spazi e forme; per la sincronia si sfruttano l’andamento ritmico delle forme, alternando le dimensioni, e le sfumature del materiale, per accentuare le profondità e quindi il dinamismo.

 

Questa si inscrive in due triangoli uguali:

 

 

 

Si riportano nei triangoli le proiezioni ortogonali verticali tra le onde:

 

 

 

 

 

Le proiezioni ortogonali orizzontali dei triangoli corrispondono ad un’onda trasversale, rispetto a quella originaria, disposta in senso verticale:

 

 

Per accentuare il sincronismo e il dinamismo tra le figure e le loro combinazioni, si sceglie di sfalsare i due triangoli iniziali (di conseguenza anche gli altri due):

 

 

Si studiano le profondità, per risaltare la dinamicità del contesto, sfruttando le linee rette verticali per i primi due triangoli, e quelle orizzontali per gli altri due, ricavate dalle proiezioni ortogonali delle onde.
Si dispongono le rette secondo vari andamenti, che poi si combinano tra loro, per generare diversi scenari.
Guardando la figura 7 le rette si dispongono, in entrambi i triangoli, in modo che gli spazi tra loro si vadano via via restringendo.


In questa invece in entrambi i triangoli gli spazi vanno via via allargandosi.

 


Così anche per gli altri triangoli: se si parte dall’alto verso il basso gli spazi tra le rette si espandono per poi restringersi.

 

 


In questa avviene il contrario: dall’alto al basso ci si restringe per poi allargarsi.

 

 

Se si uniscono, combinando tra loro, le varie immagini analizzate fino adesso, si possono osservare interessanti scenari:
E’ la combinazione della fig.8 con la fig.10.

 

 

E’ la combinazione della fig.7 con la fig.9

 

 

 

 

E’ la combinazione tra la fig.8 e la fig.9.
Questo caso crea l’effetto dinamico di un “vortice “che, partendo dal centro dei triangoli, si espande nello spazio, andando via via rimpicciolendosi: sembra che diminuisca il suo effetto di propagazione, che si rende più affievolito all’esterno.

 

E’ la combinazione tra la fig.7 e la fig.10.
Questo caso crea l’effetto dinamico di un “vortice “che, partendo dal centro dei triangoli, si espande nello spazio, andando via via ingrandendo: sembra che aumenti il suo effetto di propagazione, che si rende più efficace all’esterno.


 

Si sono alternati i triangoli e gli effetti su essi non sono più gli stessi: partendo da sinistra a destra si va espandendosi per restringersi e infine espandersi; dall’alto verso il basso ci si allarga per restringersi e infine espandersi. Si creano due mezzi vortici tra coppie di triangoli.

 



 

 

Si sono invertite le rispettive proiezioni nei quattro triangoli: nei triangoli che avevano le p.o. verticali si sono disegnate quelle orizzontali, e viceversa.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Anche in queste figure si sono rappresentate alcune delle varie combinazioni, ottenute permutando tra loro le fig.16 -17 e generandone altre nuove.
Per es. la fig.21 si ricava combinando la fig.16 con la fig.17.
Nella fig.20 si vengono a formare quattro riquadri,agli angoli dei rispettivi triangoli, che raffigurano la “spina di pesce”, che da piccola si va epandendo verso l’interno.

 

 

 

 

 

 

 

Alle linee rette disegnate nei triangoli sopra gli si dà una dimensione, uno spessore, che varia con gli spazi che si lasciano tra un parallelepipedo e l’altro, che si vengono a generare. Anche qui si combinano le varie figure, così da avere ulteriori nuovi scenari, che nelle fig.22-23-24-25, risaltano ancora di più l’effetto dinamico e armonico.

Effetto “vortice affievolito” come si rappresenta anche nella fig.13.


 

 

Effetto “vortice espanso”come si rappresenta anche nella fig.14.





 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Queste ultime quattro immagini (fig.22-23-24-25) si complicano a sua volta, perchè si dà loro, oltre alle dimensioni, diverse inclinazioni che accentuano l’effetto e l’andamento sincronico; combinando infine le tonalità si ottiene un nuovo effetto, che genera a sua volta un’armonia dell’insieme (fig.26-27).


 

 



 

Figura 1

Figura 2

Figura 3

Figura 4

Figura 5

Figura 6

Figura 7

 

 

Figura 8

Figura 9

Figura 10

Figura 11

Figura 12

 

Figura 13

 

Figura 14

 

Figura 15

 

Figura 16

Figura 17

 

Figura 18


Figura 19


Figura 20



Figura 21

 

 

 

 

Figura 22

 

Figura 23

 

Figura 24

Figura 25

 

Figura 26

 

Figura 27