L'IMMAGINARIO DI RIFERIMENTO
Fallingwater: La casualità naturale all'inteno
Il Wright non si accontenta di progettare un edificio che si integri in maniera pressoché perfetta nel sito naturale di costruzione; egli vuole che la natura stessa sia integrata nell’edificio, per realizzare una simbiosi tra naturale ed artificiale. Per raggiungere lo scopo inserisce negli ambienti interni, oltre a disegnarli seguendo regole che la natura ha manifestato formalizzando l’ambiente secoli prima, arriva addirittura al paradosso di integrare gli spazi interni, per definizione artificiali, con “oggetti” squisitamente naturali.
Come pavimentazione, infatti, utilizza pietre naturali tagliate irregolarmente, a ricordare le rocce che si trovano nei luoghi più selvaggi; per risolvere una situazione architettonicamente imbarazzante inserisce in un angolo del corridoio che conduce all’esterno un vero masso. Bisogna però dire anche che, del resto, l’uso della pietra grezza è ampiamente fatto anche per le pareti interne.
LEGGI DI FORMALIZZAZIONE ADDOTTE
Credo che affinché la progettazione del naturale/artificiale si evolva in maniera organica e esplicitamente integrata sia necessario, come fa Wright, integrare le formalizzazioni artificiali, con manifestazioni della legge di casualità che caratterizza lo sviluppo spaziale di un evento naturale. Per questo motivo anche nel mio progetto ho pensato che fosse necessario ricordare, anche all’interno, il paesaggio naturale esistente al di fuori dei confini spaziali creati con l’artificio. Questo deve essere effettuato non solo in maniera visiva, cioè con l’uso di materiali poco filtranti, ma anche in maniera tattile grazie all’introduzione, negli spazi artificiali interni, di elementi naturali apparteneneti all’esterno.