1.
Gerarchia e verticalità: Abbiamo pensato di inserire,
nel contesto della matrice degli obiettivi soggettivi a scala edificio
singolo, la qualità gerarchia e verticalità, intese come
caratteristiche che specifichino e sottolineino il grado di importanza/predominanza
rispetto al contesto generale.
Infatti, a seconda del ruolo di un edificio, esso risulta inscritto
in una maglia gerarchica.
2.
Volume inverso (open space): Il nostro secondo obiettivo
è quello del 'volume inverso' perseguito tramite 'effetti' antigravitazionali,
o mediante l'utilizzo di pilotis.
Secondo noi, ciò ci consente di raggiungere una permeabilità
notevole a livello del terreno, sfruttando i livelli bassi dell'edificio
al fine di attività collettive, senza soffocare il piano stradale
con barriere private, come avviene, ad esempio, con gli ingressi agli uffici,
che noi interpretiamo quali barriere private alla pubblica funzione e quali
muri separativi eccessivamente netti tra interno-esterno.
Inoltre ci siamo riproposti di inserire tale caratteristica,
poichè è più interessante per ottenere una migliore
e più efficiente illuminazione ai livelli inferiori.
3.
Livelli diversificati per funzioni: Differenziare
i livelli dell'edificio a seconda delle funzioni e delle competenze, delle
sociologie e del carattere che l'edificio deve esprimere, per ottenere
una riconoscibilità 'esterna', inerente le richieste che l'evento
architettonico deve comunicare; come anche avviene per i grattacieli americani
che devono imporsi nello skyline per sottolineare la predominanza/pubblicità
della società che rappresentano (At&T, Trump Tower...) A nostro
parere è più opportuno presentare entità integrate,
che disgregate, ossia edifici polifunzionali, in virtù del fatto
che, da recenti studi ed analisi inerenti i centri direzionali, (Defense),
è emerso come tali centri siano vuoti e deserti in particolari ore
del giorno o nei giorni festivi.
Ad esempio, a New York, la strada finanziaria Wall Street, ed
in generale il quartiere finanziario del World Trade Center, sono spopolati
e privi di vita nei giorni non lavorativi. Secondo noi è più
utile creare livelli diversificati per funzioni, così facendo, risulta
possibile avere quartieri o aree vissute in qualsivoglia periodo di tempo.
4. Permeabilità (a seconda della funzione svolta): Tale qualità, si integra con quelle del volume inverso e della diversificazione funzionale e, in sinergia con le stesse, consente di pervenire meglio alla costituzione di eventi architettonici che non si pongano in chiaro contrasto con l'intorno e che non siano, soprattutto, entità a se stanti, ma che riescano a delineare una sorta di colloquio e contaminazione reciproca, allo scopo di coesistenza dialogante anche durante l'evoluzione stessa dell'immagine urbana.
5.
Naturale ed artificiale integrati: Tale richiesta
ha per noi un aspetto essenziale, da condividere nella nostra idea progettuale.
L'evento architettonico e l'intorno naturale-fisico di riferimento,
infatti, sono per noi inscindibili e, come tali, non possono essere viste
quali realtà isolate o, addirittura, in competizione e conflitto.
E' chiaro che le stesse debbano essere viste come occasioni primarie, aventi
entrambe un unico e generale scopo, quello di sviluppare la riconoscibilità
del luogo, raggiungendo una qualità totale medesima integrata.
La nostra idea è quella di un naturale-artificiale a livello
pubblico-privato (Giardini Pensili Babilonesi), che propongano una alternativa
ai limitativi parchi cittadini, costituenti forse una aberrazione 'metropolitana',
più probabilmente a misura d'uomo, possibilmente anche con serre,
giardini pensili, attici, inseriti nell'ambito di ogni singolo evento architettonico.
Ci sembra una proposta, che, come del resto le altre da noi qui
riportate, non vogliono essere una regola risolutiva e predeterminata,
senza soluzione di cambiamento, ma solo accrescitiva dell'evoluzione della
specie urbana da noi considerata, per essere comunque disponibile ad eventuali
modifiche evolutive possibili.
6. Grado di automazione e tecnologia: Tale richiesta
va interpretata come costituente dei processi comunicazione e scambio altamente
tecnologizzati, da rileggere come un aumento della complessità del
tessuto urbano che contamina simultaneamente l'evento architettonico e
che produce un tessuto connettivo della città, mediante tecniche
costruttive ardite (ponti, vie sopraelevate, tunnel...)che, dal nostro
punto di vista soggettivo, permettano di legare lo spazio a livello aereo,
del suolo e sotterraneo, concedendo di sfruttare meglio gli spazi ed incrementare,
ad esempio, la luce netta al suolo stesso.
Una città stratificata su differenti piani, dove trasporto,
movimento, dinamiche di scambio, assumono la posizione di attori principali,
(Antonio Sant'Elia, Interscambio Multipiano di Grand Central Station, New
York), e in cui velocità, mutamento, evoluzione perenne, precarietà,
sono gli intrascurabili effetti.
In conclusione, desideriamo proporre eventi indipendenti, autonomi, che inglobino una pluralità di funzioni attive e che, però, si possano inserire nel contesto urbano come entità catalizzatrici, per categorie di rango 'x'. L'entità stessa dovrà essere tecnologicamente progredita, ma rispettante pienamente i principi dell'ecosistema ambientale in cui 'vive' e valutante dicotomie quali coinvolgimento/integrazione, naturale/artificiale, passato/presente.