QUADRO IMMAGINARIO
DI RIFERIMENTO
1 . SCALA
EDIFICIO
A
Edifici - Palazzi Normali
B
Edifici - Palazzi a Guglia o a Campanile
C
Edifici - Palazzi Addizionali
D
Edifici - Palazzi Gradoni ( con effetto gravità )
E
Edifici - Palazzi Pilotis
F
Edifici - Palazzi Bucati
G
Edifici - Palazzi ad Entità Sovrapposte
H
Edifici - Palazzi Frattali
I
Edifici - Palazzi Gradoni ( senza effetto
gravità )
J
Edifici - Palazzi Anfiteatro
K
Edifici - Palazzi Edera
L
Edifici - Palazzi Attici
M
Edifici - Palazzi Albero
N
Edifici - Palazzi Monolite
O
Eccezioni
P
Edifici - Palazzi Storici
Q
Edifici - Palazzi Insegne/Tecnologici
R
Edifici - Palazzi Commemorativi
La prima scala progettuale riguarda il singolo edificio, analizzato
nei suoi connotati; abbiamo infatti scelto soggettivamente 18 classi edifici
- palazzi, le quali rappresentano il nostro immaginario di riferimento.
Tali classi racchiudono quindi immagini, forme, esempi, che non
sono altro che la esposizione della nostra idea di raffigurazioni possibili,
a cui noi ci riferiamo e a cui possiamo addurre per il nostro iter progettuale.
"Cogliere l'apparire delle problematiche proprie all'edificio
alto nella città americana, non solo per comprendere quel 'conglomerato',
'quel contesto urbano ossessivo', ma soprattutto per cogliere i caratteri
propri al grattacielo americano e, in parte, generalizzabili al grattacielo
in quanto tale."12 Non si tratta dunque di una catalogazione, bensì
di possibili alternative di riferimento riguardanti la nostra sfera soggettiva,
che risultano in evoluzione continua, poichè "...in evoluzione dovrebbero
essere, nei progettisti, gli scenari virtuali di ambienti fatti ad immagine
dell'uomo, i mondi possibili ai quali riferirsi."13
CLASSE A :EDIFICI
- PALAZZI NORMALI
Abbiamo associato a tale classe edifici i quali posseggono essenzialità
volumetrica con varianti individuabili nella pianta, che comunque rimane
prettamente centrale e varia nella forma geometrica, e nella 'pelle', nelle
superfici da rivestimento esterno dei prospetti, che però, tendono
tutti all'utilizzo di temi compositivi unificanti.
Dunque, la combinazione diversificatrice di sopraddette variabili,
genera edifici-palazzi 'normali', i quali, all'interno di questi margini,
sono tutti riconducibili ad una unica classe, da noi individuata, che determina
sagome volumetriche aventi una immagine formale unitaria e regolare, tipici
dell'International Style.
Esempi
di riferimento :
Burnham & Soci , Railway Exchange Building , Chicago 1904
.
Holabird , Roche , Chicago Building , Chicago 1904 .
L. Mies van der Rohe , Lake Shore Drive Apartments , Chicago
1951 .
Skidmore , Owings , Merrill , Lever House , New York 1952 .
E. Saarinen , Columbia Broadcasting System , New York 1965 .
Skidmore , Owings , Merrill , Equitable Building , Chicago 1965
.
Skidmore , Owings , Merrill , John Hancock Center , Chicago 1970
.
Durell Stone & Soci ; Perkins & Will , Standard Oil Building
, Chicago 1974 .
Skidmore , Owings , Merrill , 780 Third Avenue , New York 1984
.
Durell Stone & Soci ; Perkins & Will , Standard Oil Building
, Chicago 1974 .
Mies van der Rohe & P. Johnson , Seagram Building , New York
1958
CLASSE B :
EDIFICI - PALAZZI A GUGLIA O A CAMPANILE
La classe B individua edifici in cui carattere essenziale è
quello di poter essere associabili all'immagine del campanile o della torre,
aventi il fusto particolarmente rilevante nel suo verticalismo pronunciato.
Tali edifici emergono dalla totalità urbana, poichè
trionfano nella loro superiorità in altezza e posseggono un dimensionamento
volumetrico in cui è la verticalità che ha supremazia e che
si esprime attraverso uno slancio accentuato e guglie filiformi nel coronamento,
che spesso acquisiscono un forte significato simbolico e fanno proprio
il concetto della torre gotica vista come 'materia che si innalza verso
il cielo, verso lo spirito'.
Esempi
di riferimento :
J.Larkin , Larkin Tower , New York 1926 .
W. van Alen , Chrysler Building , New York 1930 .
Shreve , Lamb , Harmon , Empire State Building , New York 1931
. F. Lloyd Wright , progetto Mile High Skyscraper , Chicago 1956
.
Murphy / Jahn con Lloyd Jones Brewer Associates , Bank of the
Southwest Tower , Houston 1982 .
Helmut Jahn , Messe Frankfurt , Frankfurt 1984 .
Murphy / Jhan , progetto Pacific Basin Tower 1985 .
Cass Glbert , Woolworth Building 1913
Ernest Flagg , Singer Building 1908
CLASSE C :
EDIFICI - PALAZZI ADDIZIONALI
Per palazzi addizionali intendiamo tutti quegli edifici che presentano
un dinamismo nella successione frazionata e combinata del volume. L'immagine
si pone, dunque, non come unica, ininterrotta, bensì come un insieme
di elementi volumetrici, ottenuto mediante la composizione-scomposizione
di questi stessi, i quali propongono, quindi, una enfatizzazione del loro
aspetto, che viene pronunciato dalla sagoma volumetrica.
In questi edifici appare chiaramente la sensazione di una struttura
pluralmente sfaccettata in una immagine di insieme nella quale si impone
l'accostamento, l'intersezione, la combinazione, la concatenazione dei
volumi.
Esempi
di riferimento :
L. Harmon, Shelton Hotel, New York 1924
Kurokawa, Torre Nagakin, Tokyo 1971
Skidmore, Owings, Merrill, Sears Tower , Chicago 1974
Roche, Dinkeloo & Soci, United Nation Plaza Hotel, New York
1975-1983
H. Jhan, One South Wacker, Chicago 1980
Hellmuth, Obata, Kassabaum, One Oxford Center, Pittsburgh 1983
Roche, Dinkeloo & Soci, E.F. Hutton Building, New York 1987
CLASSE D :
EDIFICI - PALAZZI GRADONI (con effetto gravità)
Gli edifici che abbiamo ricondotto come riferibili a questa classe,
si presentano con una sagoma a gradoni percepibile dai ricorsi particolarmente
sottolineati.
Sono quindi caratterizzati da un andamento il cui volume è
scolpito da successioni a scalare, dove il profilo scandisce volumi sempre
inferiori man mano che si porta a livelli più alti. Si ha una rilevanza
volumetrica in cui il parallelepipedo, dal nostro punto di vista, appare
come gradualmente ridotto, in modo tale che risulta ugualmente un elemento
unitario, ma svuotato dalla pesantezza ai piani superiori, creando una
accentuazione dell'effetto gravità.
Esempi
di riferimento :
Ferriss, Corbett , I Quattro Stadi (interpretazione dello Zoning
Low di New York) 1922
C.W. Rapp, G.L. Rapp, Paramount Building, New York 1926
Sloan, Robertson, Fred French Building, New York 1927
Sloan, Robertson, Chanin Building, New York 1929
Hood, Godley, Fouilhoux, Mc Graw-Hill Building, New York 1931
H. Jahn, North Western Terminal, Chicago 1979
Skidmore, Owings, Merrill, Irving Trust Operations Center, New
York 1983
CLASSE E :
EDIFICI - PALAZZI PILOTIS
Tale classe ingloba edifici in cui il punto o i punti d'appoggio
sono costituiti da colonne, pilotis appunto.
Abbiamo ritenuto importante la determinazione della stessa poichè
è palese il fatto che il basamento, così composto, risulta
essere in chiaro rapporto con l'ambiente circostante per differenti motivi.
Tra questi, la possibilità, per chi si trova in prossimità
dell'edificio, di poter intravedere, al di là dei pilotis, ciò
che si trova nell'intorno ad esso limitrofo; quindi vi è una sorta
di filtro scenografico, un maggior colloquio interno-esterno, uno spazio
sottostante l'edificio che funge da area pubblico-collettiva, un nucleo
meglio esposto a richiamare l'ingresso, una situazione di più ampia
apertura e luminosità della base.
Inoltre, una composizione di elementi strutturale siffatta, nel
basamento, accentua notevolmente il concetto di 'palafitta', di stabilità
dinamica.
Esempi
di riferimento :
Stubbins & Soci, Roth & Figli, City Corp Building, New
York 1977
Burgee, Johnson, Office Building ( Third Avenue at Fifty Third
Street ), New York 1985
Burgee, Johnson, Maiden Lane Tower, New York 1985
H. Hollein, Carillon Turm per il Kulturforum, Berlino 1986
G. Marzorati, progetto 'Model of the glass tower destined to
house offices'
CLASSE F :
EDIFICI - PALAZZI BUCATI
Riteniamo di inserire in questa classe edifici aventi come connotati
compositivi dei volumi svuotati internamente, tali da presentare un aspetto
'bucato', che può anche essere visto dal punto di vista opposto
e cioè come un 'vuoto' in cui è stato attorno costruito un
'pieno'. In sostanza si tratta di una combinazione volumetrica di vuoti
e di pieni, la quale dà vita ad edifici che sembrano scaturire da
un processo di giochi modulari sottrattivi ed estrusivi, quindi svuotanti
la massa costruita, o, al contrario, additivi, e, in questo caso, è
il 'vuoto' che viene contornato e circoscritto dalla struttura edificata.
Gli edifici risultano dunque annullati dalla loro pienezza e
compattezza e si presentano fortemente caratterizzanti e visivamente efficaci
ed icastici; inoltre, a nostro parere, tali edifici possono essere interpretati
come una cornice edificata attorno allo spazio circostante.
Esempi
di riferimento :
El Lisickij, 'Le staffe nelle nuvole', Mosca 1924
Portaluppi, Torre SKNE, New York 1924
Kreis, progetto Monumento ai caduti, Kutno 1942
Isozaki, Museo d'Arte Gunma, Takasaki 1974
Graves, Portland Public Service Building, Portland 1982
Ungers, Grattacielo per la fiera di Francoforte, Francoforte
1984
Skidmore, Owings, Merrill, National Commercial Bank, Jeddah 1984
CLASSE G :
EDIFICI - PALAZZI AD ENTITA' SOVRAPPOSTE
Per edifici ad entità sovrapposte intendiamo quelli che si
propongono con una facciata in cui si accostano elementi costitutivi completamente
differenti o contrastanti.
Si tratta in sostanza di un 'puzzle' di entità di diversa
epoca, quindi del passato, che coesistono con entità più
moderne, riferibili al presente.
L'edificio è così composto da volumi i quali, all'interno
di un impianto unificante, costituiscono una combinazione di più
stili eterogenei, determinanti la netta divisione delle epoche disuguali.
Tali palazzi sono dunque immediatamente riconoscibili e distinguibili all'interno
del contesto nel quale sono collocati.
Esempi
di riferimento :
Concorso Chicago Tribune Tower, Chicago 1979
K. Pedersen Fox, 101 Federal Street, Boston 1984
Franzen, Pelli, concorso Humana Building, Lousville 1985
J. Burgee, 190 South Lasalle Street, Chicago 1986
Burgee, Johnson, International Place I, Boston 1987
CLASSE H :
EDIFICI - PALAZZI FRATTALI
In tale classe abbiamo introdotto edifici i quali possono essere
determinati mediante l'utilizzo di simulazioni frattali, ossia tramite
modelli di sviluppo di una forma a cui possa essere attribuita una dimensione
frattale.
I medesimi posseggono dunque caratteristiche geometrico-volumetriche
'irregolari', più precisamente: "Frattale agg., senso intuitivo:
di forma irregolare o estremamente ininterrotta e frammentata, e che rimane
tale qualunque sia la scala a cui la si esamina; contenente degli elementi
distintivi le cui scale sono molto varie e coprono una gamma molto larga...
Dimensione frattale, 1)Senso generico: numero che serve a quantificare
il grado di irregolarità e di frammentazione di un insieme geometrico
o di un oggetto naturale: la dimensione frattale non è necessariamente
un intero. 2)Senso specifico: dimensione nel senso di Hausdorff e Besicovitch...oggetto
frattale. Oggetto naturale che è ragionevole e utile rappresentare
matematicamente a mezzo di un insieme frattale. Frattale s.m., configurazione
frattale; insieme o oggetto frattale. Osservazione: frattale non distingue,
di proposito, tra insiemi matematici(teoria) o oggetti naturali(realtà):
si impiega in tutti i casi in cui la sua generalità e la deliberata
ambiguità che ne risulta, siano desiderabili, prive di inconvenienti
e sollecitate dal contesto."14
Esempi
di riferimento :
J. Renaudie, Edifici per il piano di recupero del centro di Ivry-Sur-Seine,
1969-1981
Bofil, Taller, Complesso residenziale Walden 7, Sant Just Desvern
1970-1975
L. Ricci (con gli studenti del corso di Design urbano alla Graduate
School of Architecture, Florida University, Gainesville, 1970), Modello
di una megastruttura per una città integrata.
CLASSE I :
EDIFICI - PALAZZI GRADONI(senza effetto gravità)
In questa classe abbiamo voluto distinguere quegli edifici che presentano
principalmente le caratteristiche definite per gli edifici individuabili
nella classe D(edifici-palazzi gradoni con effetto gravità), ma
in tale particolare caso, abbiamo annullato appunto l'effetto gravità,
per cui si avrà una sagoma volumetrica con andamento da volumi inferiori
a volumi maggiori, man mano che si procede verso i livelli più alti
dell'edificio.
Si ha così una percezione come di leggerezza, di mancanza
di forza centripeta, cosicchè i volumi maggiormente 'pesanti' si
trovino sorretti da quelli più 'leggeri'.
Esempi
di riferimento :
BBPR, Torre Velasca, Milano 1958
G. Canella, Prototipi didattici per la riarticolazione dipartimentale
della scuola secondaria
superiore del Politecnico di Milano, 1975-1976
CLASSE J :
EDIFICI - PALAZZI ANFITEATRO
Gli edifici anfiteatro, secondo il nostro parere, sono costituiti
da una discendente forma scalare, la quale viene a delineare un'immagine
che visivamente richiama una valle naturale, in coerenza con la riproposizione
dei motivi dei sistemi costruttivi presenti nel teatro greco antico, costruiti
in pendii e declivi naturali, non sostenuti da terrazze o volte, come avviene
invece nei teatri romani. Gli edifici, di questa classe, risultano creare
un volume unitario delimitato da una serie di sagome degradanti, con un
impianto compositivo sottolineato da una particolare espressività
della massa del costruito, sia per ciò che concerne la riconoscibilità
all'interno del contesto di collocazione dell'edificio stesso, sia per
quanto riguarda le forme volumetriche descriventi il profilo.
Esempi
di riferimento :
Il teatro di Epidauro, Grecia 300a.C.
Il teatro di Priene, Grecia 340a.C.
CLASSE K :
EDIFICI - PALAZZI EDERA
In questa classe ci sembra importante mettere in evidenza il rapporto
tra l'edificio e lo spazio ad esso circostante.
Quanto sopra affermato è reso più chiaro dalla
combinazione delle unità volumetriche componenti l'edificio stesso
con la complessa massa naturale del territorio.
In altri termini, l'artificiale-costruito diviene parte integrante,
si mimetizza, assorbe ad 'edera' il contesto del suo intorno e crea un'unità
complessa in cui appunto artificiale e naturale formano uno scenario in
simbiosi.
Una scansione di volumi edificati che partecipano direttamente,
si integrano, si adattano o modificano lo spazio limitrofo, oppure lo inglobano
al loro interno, attraverso contaminazioni dirette.
Otteniamo in tal modo, una struttura in cui naturale ed artificiale
non costituiscono una dicotomia che ne pretende una contrapposizione, ma
una struttura in cui i suddetti coesistono in un rapporto di non antagonismo.
Esempi
di riferimento :
E. Aillaud, Torri d'abitazione, Nanterre 1978
Ieoh Ming Pei, Bank of China, Hong Kong 1985
S. Takamatsu, progetto La magica irrealtà Tokyo
CLASSE L :
EDIFICI - PALAZZI ATTICI
Sotto questa classificazione intendiamo proporre ' l'immagine' di
edifici in cui spiccano con evidenza, anzi, per meglio dire, vengono enfatizzati
i settori attici del volume.
Si determinano, in altre parole, delle immagini di edifici dove
si ha una sollecitazione, anche visiva, dei blocchi superiori e dove questi
ultimi divengono 'contenitori' polifunzionali in cui si mira a creare internamente
ad essi una situazione di vita integrata, in funzione di più necessità
sociali. Ciò può essere visto come un illusorio avvicinamento
al naturale, un tentativo di rendere più umano un edificio, mediante
una diversificazione nell'utilizzazione della struttura.
Edifici
di riferimento :
B. Goldenberg, Marina City Towers, Chicago 1964
Skidmore, Owings, Merrill, LTV Center, Dallas 1982
Roche, Dinkeloo & Associates, progetto per un Grattacielo,
Houston
C. Pelli, Four -Leaf Towers, Houston 1982
CLASSE M :
EDIFICI - PALAZZI ALBERO
Il carattere emergente in questa classe di edifici consiste nell'individuazione
di volumi tra di loro in connessione diretta, i quali assumono la sembianza
da noi soggettivamente definita 'ad albero'.
In coerenza con ciò appena detto, tali edifici definiscono
e propongono una sorta di composizione molteplice che ripropone il tema
di multipartizione, che, però, viene ad individuare un unicum organizzativo
espresso mediante l'insieme di più elementi collegati o in fusione
reciproca.
Gli edifici così delineati, possono essere visti secondo
un preciso riferimento a differenti entità tra loro colloquianti,
le quali conferiscono un aspetto di insieme che può scaturire da
infinite combinazioni distributive; è per tale motivo che abbiamo
proposto l'analogia con l'albero, costituito da rami, radici, foglie in
un innumerevole varietà e possibilità di aggregazione d'insieme.
Esempi
di riferimento :
Esposizione Universale di Bruxelles, Atomium, Bruxelles 1958
CLASSE N :
EDIFICI - PALAZZI MONOLITE
Il monolite viene a costituire un enorme, gigantesco blocco volumetrico,
a tal punto che, gli edifici individuabili in tale classe, formano un massiccio
insieme, che si estende e prende corpo, occupando numerosi lotti della
planimetria su cui insiste.
Si viene a determinare una configurazione in cui compattezza
aggregativa ed unità percettiva sono i sostanziali elementi distintivi.
L'edificio monolite consiste quindi in un sistema volumetrico
multiforme, come nel caso degli 'edifici - albero', ma in questo caso le
connessioni sono interne alla struttura, non percepibili in maniera diretta,
se non dopo averne osservato con attenzione la relativa composizione. "L'insieme
è unitario...gigantesco volume di un blocco monolitico solcato dai
tagli profondi che tracciano la griglia stradale." 15
Esempi
di riferimento :
B. Grosvenor Goodhue, progetto Medison Square Tower, 1925
Ferriss, The Business Centre, da The Metropolis of Tomorrow,
1929
R. Mc Call, progetto Arizona Metropolis 3000A.D., 1971
Murphy, Jahn, Northwestern Terminal Building, Chicago 1986
Foster & Soci, Hong Kong and Shanghai Banking Corporation,
Hong Kong 1986
CLASSE O :
ECCEZIONI
Abbiamo ritenuto opportuno inserire, all'interno delle classi degli
edifici che fanno parte del nostro universo di adduzione, le eccezioni.
"Sono quindi necessarie le eccezioni. Che non devono essere sempre
identificate come eventi eccezionali, ma come eventi diversi, inaspettati...Il
rapporto tra eventi unici/eccezionali ed eventi ripetuti è estremamente
delicato, ed è difficilmente valutabile al di fuori di un concreto
approccio progettuale...Il poter volta per volta scegliere tra regolare
o eccezionale consente la massima apertura del sistema. E' un attributo
di adattività del paradigma che permette di affrontare con più
flessibilità l'incessante proliferare delle richieste e degli eventi
casuali/soggettivi."16
Esempi
di riferimento :
E.L.Boullée, progetto Cenotafio a New York, 1784
E. Mendelsohn, Einsteinturm, Berlino 1919
I. Lenidov, progetto Istituto Lenin, 1927
W. Gropius, progetto Teatro totale, 1927
C. Hoberman, progetto Iris Retractable Roof
CLASSE P :
EDIFICI - PALAZZI STORICI
In questa classe abbiamo proposto l'immagine di edifici che hanno
prevalentemente come riferimento la ricerca simbolica ed espressiva, la
quale si impone mediante un formalismo storico. Siffatti edifici, divengono,
secondo noi, l'occasione per esprimere una architettura con richiami, citazioni,
rimandi e riferimenti, storici appunto, che compongono costruzioni immediatamente
percepibili, differenzianti nettamente l'edificio.
La volontà di tale simbolismo storico può essere
espressa in direzioni diverse, nella ricerca di forme inerenti l'architettura
del passato, ma mediante un lessico 'moderno' di rivisitazione e di rielaborazione.
In medesimo modo, l'edificio emerge con sembianze e connotati
propri del formalismo storico, arricchito dalla stratificazione e dalla
complessità derivante dallo studio degli eventi architettonici del
passato e dalla memoria delle forme storiche.
Esempi
di riferimento :
Peabody, Stearns, Custons House Tower, Boston 1915
Progetti di Concorso, Chicago Tribune Building, Chicago 1922
E. Lutyens, Monumento ai Caduti della Somme, Thiepval 1932
R. Bofill, Palais de Abraxas, Marne-la-Vallèe 1983
Burgee, Johnson, Republic Bank Center, Huston 1984
Burgee, Johnson, Pittsburgh Plate Glass Industries Head Quarters,
Pittsburgh 1984
Johnson, AT & T Building, New York 1984
Pedersen Fox, 383 Madison Avenue, New York 1985
CLASSE Q :
EDIFICI - PALAZZI INSEGNE/TECNOLOGICI
Questa classe di edifici è stata da noi definita partendo
dall'esigenza di assumere, nel contesto dell'immaginario di adduzione,
la funzione di veicolo di messaggi, i quali possono essere esplicitati
o non, ma che riconducono ad un'immagine in cui appaiono con forte connotazione
informazioni di tipo sia sonoro, che visivo, che informatico.
L'edificio propone così una organizzazione dinamica, che,
di sovente, necessita flessibilità ed è, quindi, caratterizzato
da un particolare linguaggio architettonico in continua mutazione, non
finito, perennemente modificabile.
Anche in questo caso ci siamo trovati d'innanzi ad edifici con
impronta determinatamente espressiva e netta riconoscibilità, rispondenti
ad esigenze e necessità generalmente e soprattutto di richiamo.
Esempi
di riferimento :
A. Vesnin, V. Vesnin, progetto Sede della 'Leningradskaja Pravda',
Mosca 1924
E. Mendelsohn, grandi magazzini Schocken, Stoccarda 1926
M. Sacripanti, progetto Concorso per il Grattacielo Peugeot.
Piano, Rogers, Centre Pompidou, Parigi 1971
N. Foster, Hong Kong and Shanghai Banking, Hong Kong 1981
CLASSE R :
EDIFICI - PALAZZI COMMEMORATIVI
I palazzi 'commemorativi' sono stati da noi delineati poichè
riteniamo che siano fortemente ed incisivamente caratterizzanti, evocativi,
celebrativi, commemorativi appunto.
Abbiamo dunque riunito soluzioni architettoniche in cui il primato
della riconoscibilità, in questo caso, è indiscutibile, dove
le esigenze sono espressamente di natura rappresentativa e nelle quali
è immediatamente ravvisabile la grandiosità e l'originalità
dell'edificio, enfatizzato nei volumi e nelle forme.
Esempi
di riferimento :
B. Mikhailovic Iofan, progetto Palazzo dei Soviet, Mosca 1933
W. Becket & Soci, Hyatt Regency Reunion, Dallas 1978
A. Isozaki & Soci, Art Tower, Ibaragi 1986