2. SCALA MICROSISTEMA ( pianta + prospetto )

a. Prospetto
I Natura a raso e sviluppo verticale
II Piramidale gerarchico
III Zonale policentrico
IV Frastagliato sconnesso
V Monolitico
VI Naturale/artificiale integrati
VII Ad interconnessioni volumetriche
VIII Frastagliato connesso o a gradoni

b. Pianta
I Zonale
II Scacchiera razionale
III Monolitica
IV Frattale "DLA" ramificato
V Policentrismo di eventi
VI Scacchiera libera
VII Policentrica reticolare
VIII Radiale razionale
 

La seconda scala, quella cioè riferibile al microsistema, consta di differenti ipotesi relative alla struttura complessa della forma urbana, intesa come realtà intricata di correlazioni articolate, rispetto ad ogni elemento in essa identificabile, le quali si sviluppano secondo una logica compositiva determinante l'incremento dell'immagine del microsistema stesso. Abbiamo distinto due diverse rappresentazioni di tale organizzazione spaziale, delle classi di edifici da noi individuate: a. prospetto, b. pianta.
Ciò ci ha permesso di pervenire alla dinamica evolutiva degli edifici stessi, secondo predisposizioni ed interconnessioni pianta-prospetto, che costituiscono il nostro universo di adduzione a tale scala.
Desideriamo infatti giungere ad una rilettura delle possibili configurazioni che può assumere l'assetto spaziale, considerando come catalizzatore, spunto a cui riferirsi, l'immaginario, precisamente degli organismi urbani, nella loro logica compositiva, osservata secondo il nostro modus aestimandi.
"Non deve trattarsi di una raccolta di progetti, ma di una rappresentazione che simula ed esplicita la logica di sviluppo"17
 

a. PROSPETTO

I a : NATURA A RASO E SVILUPPO VERTICALE

Tale prospetto si microsistema, a nostro parere, si presenta con una forte connotazione nello slancio elevativo verso l'alto degli edifici che lo compongono. A livello del suolo, quindi, permane uno sviluppo del contesto naturale, poichè l'artificiale si concretizza in altezza.
Visivamente e percettivamente si ha una avvertenza al suolo di maggiore 'libertà spaziale'. La struttura è composta dunque da architetture che istituiscono una reciproca relazione in cui lo spazio urbano, da esse individuato, possiede dei connotati i quali ne sottolineano l'aspetto verticale.
"Estensione, elevazione! Ma eccoci partiti alla ricerca di verità architettoniche ancora più ampie. Capisco che l'opera non è fatta, dunque, solamente di se stessa: esiste l'esterno...Queste realtà immanenti determinano l'atmosfera architettonica..."18
 

II a : PIRAMIDALE - GERARCHICO

All'interno di questa organizzazione abbiamo inteso quelle immagini urbane il cui assetto spaziale mantiene una struttura di tipo piramidale, secondo rapporti gerarchici che si stabiliscono, interferenze e relazioni, nell'ambito del contesto urbano.
Il microsistema si pone conseguentemente in base a gradi di complessità di tipo piramidale, con gradi e livelli più elevati in prossimità del nucleo centrale, in cui il vertice rappresenta l'evento superiore.

III a : ZONALE - POLICENTRICO

Suddetto microsistema definisce un tipo di logica compositiva nella quale l'organizzazione appare individuata da 'aree', 'zone', 'intorni', che determinano più poli;non si arriva alla costituzione di un unico centro, bensì a più centri, nodi o poli.
I singoli eventi configurano così pluralità di addensamenti, in cui si identificano ambiti di connessione di microsistemi zonali tra loro comunicanti.
La teoria dello zooning comincia ad apparire già nel 1923, enunciata da Burgess, il quale indicava la disposizione della città, di Chicago, per quartieri definiti dalle differenti funzioni.

IV a : FRASTAGLIATO - SCONNESSO

Il microsistema che abbiamo definito 'frastagliato sconnesso' presenta una strutturazione prospettica interrotta, spezzata, disunita, in varie direzioni e secondo differenti traiettorie. Non esistono vertici, gerarchie, individuabili direttamente, tramite una lettura visivo-organizzativa, gli eventi instaurano un dialogo formale mancante di congruenti relazioni o di disposizioni assumenti identificabilità diretta.

V a : MONOLITICO

La riconoscibilità del microsistema a 'prospetto monolitico' riguarda la definizione di un'immagine in cui il contesto urbano acquisisce le sembianze di un monolite, un gigantesco insieme di eventi che vengono a demarcare un'entità unica e globale.
La medesima, mantiene forte predominanza, nella organizzativa struttura del microsistema, fino a creare un impatto unificante e, nello stesso tempo, complesso.
L'aspetto è quello, pertanto, di simultanei eventi contingenti che, interferendo scambievolmente, reclamano una fusione, una compattezza compendiata tramite l'esplicitazione di unità in tutte le parti compositive.
"Se la città tradizionale è tesa alla diffusione nel territorio circostante, la città territorio è simile ad un grande attrattore, un buco nero, dove vengono a concentrarsi le energie ora disperse sulla sua superficie."19

VI a : NATURALE - ARTIFICIALE INTEGRATI

L'identificazione di questa 'specie' microurbana conduce alla definizione di un contesto urbano nel quale non si ha una vera e propria contrapposizione tra naturale ed artificiale, piuttosto una integrazione, un divenire unico, una fusione omni numero nella varietà d'assieme.
Il naturale non è un avversario dell'artificiale, ma diviene in sinergia con esso, un coattore dello scenario urbano.
Gli spazi di relazione divengono spazi dove architettura e natura sono protagoniste alla pari, prive di reciproca competizione o antagonismo.
"I due mondi possono non essere contrapposti; anzi, appaiono come sfaccettature della stessa dinamica evolutiva, in definitiva affrontabili utilizzando una stessa logica operativa."20

VII a : INTERCONNESSIONI VOLUMETRICHE

Il prospetto del microsistema, da noi messo qui in evidenza, si presenta con caratteristiche in cui prevale una organizzazione degli eventi in un rapporto compositivo mediante interconnessioni volumetriche eterogenee.
"Una macchina, dotata di congegni...che trasformeranno il sistema strutturale in un 'motore' capace di reagire in modo attivo alle sollecitazioni. Il confronto con l'automobile è forse paradossale...chiarisce il perchè di una gamma di soluzioni così eterogenea per la sua 'carrozzeria.'21
Percettivamente, ci pare che tale ridefinizione prospettica sia frutto della sempre maggiore crescita e del più influente incremento di correlazioni tra loro differenti, ad modum molis, ossia secondo una complessa organizzazione a grande sviluppo.

VIII a : FRASTAGLIATO - CONNESSO O A GRADONI

Gli eventi presenti in tale microsistema, a parer nostro, vengono a contatto mediante entità e composizioni le quali delineano una immagine urbana di prospetto a gradoni, in cui la stratificazione riflette contingenze ove la connessione è frastagliata, con interruzioni prive di ordine e continuità, ma tra loro comunicanti.
Si ottiene perciò un aspetto in cui "...la congestione, non più rappresentabile nella decorazione, diviene forma stessa del grattacielo."22
 

b. PIANTA

I b : ZONALE

All'interno di questo tipo di pianta, abbiamo inteso inserire quei sistemi planimetrici che si pongono in diretta relazione con uno sviluppo di tipo zonale.
Lo sviluppo del microsistema a pianta zonale si attua mediante modelli spaziali in cui vi è una netta differenziazione attinente diverse aree funzionali che, quindi, ne circoscrivono la superficie. Si tratta pertanto di zone differenziate, tutte, tuttavia, inglobate in un medesimo modello urbano.Tale schema si ricollega al prospetto zonale policentrico, il quale riprende il modello di Burgess, di suddivisione funzionale comprendente la zona commerciale, amministrativa, sociale, residenziale, di transizione, di trasporto.

II b : SCACCHIERA RAZIONALE

Un genere di organizzazione planimetrica a scacchiera razionale, è, a nostro parere, un modello in cui si tenta di fornire un assetto alla realtà urbana di tipo più 'pratico', lasciando in secondo ordine gli aspetti estetico-formali, creando uno sviluppo del territorio in rapporto ad un preciso e predeterminato nel tempo, in previsione futura, schema a griglia.
"Quel che si stabilisce al momento di fondare una città non è un organismo in tre dimensioni, ma una traza(un piano regolatore a due dimensioni, come a Ferrara)"23
Il modello uniforme, richiamante l'antica suddivisione delle città romane, è stato applicato in larga misura alle città americane, nella trasposizione fedele delle precise norme urbanistiche del 1573, secondo cui strade rettilinee determinano gli isolati, preferibilmente quadrati o, tuttalpiù, rettangolari.
La griglia è, per usare un'espressione di Schulz, un'infrastruttura di percorsi diritti e continui, 'che può essere riempita nei modi più svariati da edifici'; lo stesso contrappone la griglia al labirinto, visto come elemento dove le sopraddette caratteristiche sono assenti, caratterizzato appunto dalla assenza di ortogonalità.

III b : MONOLITICA

Anche nel caso di sviluppo planimetrico, allo stesso modo di quello prospettico, abbiamo ritenuto opportuno sottolineare lo schema di microsistema a costituzione monolitica; in questo particolare contingente, le connessioni si ottengono mediante una unificazione tale che pare proprio che la maglia urbana sia un'unica ed enorme entità.
I singoli eventi sono talmente in stretta relazione planimetrica che non risultano identificabili unitamente alla loro singolarità, ma formano e delineano un generale e globale assetto microurbano.

IV b : FRATTALE 'DLA' RAMIFICATO

Per sviluppo frattale a DLA(Diffusion Limited Aggregation) - Witten e Sander, 1981 - abbiamo ritenuto di riunire i modelli di crescita planimetrici in cui l'aggregazione degli eventi presenta un aspetto ramificato.
"Il modello di aggregazione a diffusione limitata...genera delle strutture radiocentriche, autoaffini, altamente ramificate."24
Tale modello assume una dimensione frattale ed è ideale per riprodurre la crescita dei microsistemi urbani aventi tali caratteristiche, poichè si prefigge di rappresentare le differenti forme in base ai diversi elementi generatori dello sviluppo.
Una simulazione di questo tipo è stata, ad esempio, applicata nella forma dell'edificato della città di Milano, dal momento che ben si adatta a rappresentare il reticolo urbano della città stessa.

V b : POLICENTRISMO DI EVENTI

Una sistemazione planimetrica secondo uno schema assimilabile ad un policentrismo di eventi, è palesata da uno schema in cui si ha una sorta di collocazione ove non esiste un unico centro, bensì più zone riconducibili ad esso.
In tal modo si ottiene una pianificazione policentrica, appunto, in cui la gerarchia urbana è sottolineata da questi nodi che fungono da poli catalizzatori e che determinano delle aree di centralità.
Un luogo così configurato, possiede anche determinato da aree di transizione spaziale; la combinazione di zone policentriche, con centri affiancati da percorsi e da domini, crea una struttura particolarmente complessa, dinamica, densa di variabili.

VI b : SCACCHIERA LIBERA

Abbiamo ritenuto opportuno differenziare una sistemazione del tessuto urbano a scacchiera libera, rispetto a quella di tipo razionale, ciò poichè una organizzazione di siffatta costituzione, presuppone un assetto non completamente legato ad uno schema di lotti prevedibili all'interno di una maglia viaria a griglia, bensì liberi secondo una rete di interconnessioni più flessibile e meno rigida e razionale.

VII b : POLICENTRICA RETICOLARE

Sotto tale denominazione pensiamo di poter inserire una maglia il cui sviluppo si fonda sul tipo reticolare, ma, contemporaneamente, possiede un molteplice numero di poli di rango maggiore. E' così una predisposizione localizzativa impostata sul reticolo all'interno del quale si trovano, posizionati razionalmente, i centri del microsistema urbano oggetto di analisi, il quale si distacca dalla maglia a policentrismo di eventi, datasi la sua caratteristica sopraddetta di razionalità.

VIII b : RADIALE RAZIONALE

Un differente sviluppo planimetrico che abbiamo ritenuto dover considerare, nel contesto del nostro universo di adduzione a scala microurbana, è quello che si snoda in base ad un assetto radiale, ma razionale.
Quest'ultimo, si differenzia da quello radiale a DLA, ed assume una sua propria identità, poichè, in tal caso, l'agglomerato urbano si 'muove' giustificatamente in relazione a margini di aleatorietà meno liberi, controllati dalla griglia in cui essi stessi devono aggregarsi durante la fase di nascita e durante quella di sviluppo.
La sembianza ramificata, perciò, possiede delle ristrettezze di collocazione e non è libera nella sua crescita dell'edificato urbano. Un tale principio di crescita è stato sinteticamente studiato da Hoyt, il quale ha definito lo sviluppo della città secondo determinati assi che stabiliscono un ampliamento in base a settori radiali, che spesso hanno genesi dal centro della città stessa.