SVILUPPO DI SPECIE ED INCREMENTO COMPLESSITA'

M.C.ESCHER, Relatività
 

"E' il sogno che da' meraviglia all'architettura, che non si ama quando nasce finita, come se la memoria avesse ripetuto se stessa e avesse fermato il sogno riportandolo ad un fare codificato, ad un'architettura zombi che alla fine fa anche un poco paura."

P.A.CETICA, L'edilizia di terza generazione.
 

PREMESSA

 

"Se il sentimento era lo strumento del sogno, la ragione è lo strumento che traduce quel sogno nel fare."38
Il processo evolutivo del nostro iter progettuale, comprende come successiva fase, quella riguardante lo sviluppo di specie, sia per l'evento architettonico, che per il microsistema; il problema sta nel poter soddisfare un incremento generale della complessità, che si introduce sempre più con delle richieste ampiamente pertinenti.
Tale aspetto è da tradurre come una multilateralità del progetto stesso, una apertura della macchina propositiva progettuale, la quale approda ad una crescita di qualità formale, "...come diminuzione del differenziale virtuale/immaginario, e come crescita parallela dell'immaginario soggettivo di riferimento."39
In base a questa premessa, abbiamo proposto due susseguenti matrici, cooperanti all'interno del processo evolutivo, la prima delle quali è stata da noi definita MATRICE ESECUTIVA EDIFICIO (generatore di edifici), la seconda è invece la MATRICE ESECUTIVA MICROSISTEMA (pianta+prospetto), con annessi CONTAMINANTI URBANI.
Entrambe le sopracitate matrici ci hanno condotto alla connotazione di 'nuovi' eventi,che compongono la serie di elementi generati dal nostro dispositivo simulativo-compositivo, i quali non sono altro che le nostre risposte formali, irreversibili, comprese pure le eccezioni, accettabili o no, complici anche della determinazione del "rapporto identità/differenza."40
Questo momento della nostra sperimentazione consta quasi di una 'calibrazione' degli eventi, attraverso dispositivi generativi, sia formali, che dimensionali, che geometrico-spaziali. "Il progetto diviene così un modo di costruire, confermare, capire e vivere la complessità avendo dentro di sè, non scritto nè scrivibile, l'infinito libro del compendio esaustivo."41
In altri termini, la dilatazione della crescita della complessità, viene, a questo stadio, a precisare e specificare, tramite matrici generative, la formalizzazione dell'evento, la sua evoluzione scandita dal tempo, condizionante irrevocabilmente l'assetto totale ed amplificantene gli aspetti, filtrati dalla logica formale e dai parametri di controllo, unitamente ai margini di aleatorietà probabili, presentando la definizione di un contesto urbano in progress.
Specificatamente, mediante siffatta procedura, ci siamo adoperati a tentare di leggere ed interpretare la dinamica di sviluppo dello spazio urbano di Manhattan, in sinergia con gli eventi architettonici ed i contaminanti connessi, proiettandoci verso un clima di aleatorietà, in cui i rapporti sequenziali sono concatenati vicendevolmente e scambievolmente.
Da ciò, abbiamo messo in risalto come, a parere nostro, il singolo evento architettonico contribuisca, per successive 'generazioni', all'influenza evolutiva della struttura urbana. Ma ci è anche parso che non siano assumibili dei mutamenti, eccezioni, troppo stravolgenti la riconoscibilità, la caratterizzazione in toto, di Manhattan.
Se è vero, infatti, che le eccezioni siano da noi state accettate, è anche inevitabile che le stesse, ineludibili, debbano essere gestite verso una plausibilità formale, che incrementi l'identità e che sia utile ai fini di una produzione di congruenza rispetto ai margini di aleatorietà che ci siamo prefissi; giacchè l'eccesso delle eccezioni potrebbe portare allo sconvolgimento del paradigma, non quindi solo ad un aggiornamento di esso e, perciò, alla perdita di immagine. Desideriamo precisare che la zona operativa è stata delineata dal mare e, a nord, dal Central Park, dato che, secondo noi, il 'sistema Manhattan' dovrebbe rispettare tali vincoli, tradotti come confini, e non alterare i rapporti preesistenti, ecclissando tali vincoli escusivamente attraverso la proposizione delle eccezioni.
Inoltre è importante sottolineare che in questa fase le tre scale progettuali condensano le proprie potenzialità e qualità intrinseche per il raggiungimento di una summa di scenari metropolitani aventi come fine l'approccio esecutivo vero e proprio della nostra sperimentazione.
Tale parte progettuale, difatti ci è stata di ausilio per approdare all'operatività, vagliata dall'algoritmo di congruenza, ossia da quella matrice di verifica che ci ha garantito la presa in considerazione delle varie e differenti componenti del sistema, fino a connetterle ed assimilarle globalmente. L'algoritmo, pertanto, è stato da noi inteso come un setaccio, un filtro, un garante della logica di sviluppo alle tre scale, precedentemente specificate.