IL
CATALIZZATORE
Piet Mondrian:
"Composizione Ovale"
"Nei racconti che i progettisti fanno del loro momento di innesco del progetto, del loro personale Big Bang che dà inizio al tempo del progettare si evince che il catalizzatore può essere qualunque occasione, purché capace di stimolare la formalizzazione delle richieste.
Quasi sempre esso è utile solo all’innesco e/o come stimolo al perdurare della trasformazione, ma solitamente non compare come componente dei risultati. In altre parole le forme che questo catalizzatore stimola non devono necessariamente essere conservate nel progetto. Possono essere solamente delle forme transizione e, come tali, accettabili anche se non specificatamente pertinenti al risultato che si vuole raggiungere.
L’importante, per tutti, è avviare il progetto, attivare la dinamica evolutiva della forma in modo da trovarsi, finalmente, all’interno del campo specifico del progettare." (C.Soddu-E.Colabella "Il progetto Ambientale di Morfogenesi").
Nel nostro caso abbiamo pensato di adottare come catalizzatore
per l’innesco del percorso di progettazione un dipinto astratto di Piet
Mondrian del 1914, intitolato semplicemente
"composizione ovale".
Questa immagine ci dato dei suggerimenti sulla composizione di elementi geometrici di forma abbastanza regolare che abbiamo ricondotto ad una nostra lettura planimetrica del microsistema; infatti questa immagine ci sembra che abbia diversi punti di similitudine con quella che è la complessità di una parte di un tessuto urbano.
Questo dipinto che racchiude in se i concetti del movimento neoplasticista ci ha colpito in modo particolare e da esso abbiamo tratto delle strutture di relazione che hanno contribuito a formare il paradigma.
Del dipinto di Mondrian abbiamo voluto dare una rilettura
esclusivamente bidimensionale essendo ben consapevoli che vi possono essere
anche altre chiavi di lettura che tengono conto
delle tre dimensioni. La nostra lettura è fondata su una visione
bidimensionale in quanto è proprio questo l’aspetto che più
ci ha colpito relativamente al processo che vi leggiamo a livello di composizione
delle forme geometriche.
Gli elementi di questa immagine che ci sono sembrati interessanti
sono molti a cominciare dal fatto che in essa sono composte forme geometriche
bidimensionali di diversa dimensione in modo piuttosto regolare cioè
rispettando quasi sempre l’angolo retto ad esclusione di alcune eccezioni
in cui le forme sono composte su una maglia non ortogonale; tutto ciò
si riscontra anche nel nostro microsistema.
La logica di composizione del dipinto che abbiamo letto e quella che innanzitutto la composizione è praticamente divisa in due parti:
Nella
parte destra ci sono allineamenti, o tracce di essi, non ortogonali alla
maggior parte delle altre forme; questi condizionano non solo le forme
che vi stanno a stretto contatto ma anche ad una certa distanza da essi.
Attorno a questi grandi sottosistemi sembrano esserci degli spazi che non
hanno un grande valore nel complesso della composizione. Inoltre sempre
in questa parte del dipinto si riscontra la presenza di diverse forme da
noi ritenute non coerenti con la logica di composizione che possono essere
lette come delle eccezioni, anch’esse contornate da elementi di scarso
valore e che quindi le mattono ancora più in risalto.
Nella
parte sinistra della composizione invece non si riscontrano più
dei grandi sottosistemi ma vi troviamo delle forme di dimensioni rilevanti
attorno alle quali anche qui sembra si crei un "area di rispetto"
in cui le forme e gli spazi non hanno funzione rilevante all’interno della
composizione, oppure spazi che servono come collegamento o a forme di estensione
similare o a complessi di forme più piccole che si compongono in
modo apparentemente più complesso. Proprio nella zona dove sono
situate le strutture composte da forme di piccole dimensioni si intersecano
due assi di una certa importanza, infatti questi tagliano buona parte della
composizione.
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