"Di quest'onda che rifluisce di ricordi la città si imbeve come una spugna e si dilata. Una descrizione di Zaira quale è oggi dovrebbe contenere tutto il passato...Ma la città non dice il suo passato, lo contiene come le linee di una mano, scritto negli spigoli delle vie, nelle griglie delle finestre,......". -I. Calvino, Città invisibili- |
La storia di un fiume è infatti la storia del rapporto dell'uomo con l'ambiente. Il Ticino attraversa Pavia e la sua storia e quella della città qui si intrecciano come in nessun altro luogo della valle. In una stessa immagine coesistono due aspetti stridenti e contrastanti della realtà del territorio.
Ogni città ha un rapporto segreto con l'acqua. Dei quattro elementi considerati primordiali è quello che meglio rappresenta l'idea della vita, poiché con il flusso della corrente, il basso e l'alto livello rappresentano la ciclicità della natura. Il continuo scorrere di un fiume simbolizza l'eterno trascorrere della vita ed è proprio la presenza dell'acqua che ha determinato la scelta del luogo definendo la struttura e la forma urbana di Pavia. Il Ticino si muove liberamente lungo il suo corso, quando viene a contatto con la città, essa se ne appropria, lo usa e lo vive. Il fiume ha una duplice funzione : dona vita e provoca distruzione con le sue piene. Ha una propria dimensione inaccessibile, poiché tutto ciò che si riflette è racchiuso in un altro mondo. Esso esce compatto, limpido profondo dal lago, aprendosi la via dapprima piuttosto lento fra colline boscose ; dopo alcuni chilometri, prende a correre nell'alta pianura con impetuose correnti. Si tratta di una pianura articolata nella quale continua a correre in un vasto avvallamento gradualmente più largo e meno profondo, ma sempre molto segnato, fino a raggiungere, dopo Pavia, la sua confluenza con il Po. Il Ticino serpeggia, si suddivide in bracci, disegna isole boscose, greti isolati e lingue di sabbia. Tutto ciò non è percepibile da terra, ma solo dall'alto. È un ambiente unitario. Sembra in molti luoghi selvaggio e primigenio, ma è nel cuore della civiltà. Nella sua valle l'uomo è presente in mille modi, con i tradizionali lavori sull'acqua, oggi peraltro quasi scomparsi, con le attività di vita libera, e con le sue costruzioni storiche e non storiche che sono poco visibili dal fiume. Lungo i 120 chilometri di corso fluviale si incontrano undici ponti, due dighe, un certo numero di ville moderne, diverse cascine e mulini fino alla città di Pavia che si annuncia da lontano con la cattedrale e le torri.
IN PASSATO............
Sul fiume si esercitavano diversi lavori e mestieri che utilizzavano essenzialmente la barca ad eccezione del cercatore d'oro e della lavandaia.
C'erano i cavatori di ghiaia e di sabbia, i raccoglitori di ciottoli e di legna, i pescatori professionali; c'era chi saltuariamente faceva la raccolta di erba liscia che veniva usata per impagliare sedie, infine c'era il mestiere sulle navi da trasporto merci. Il Ticino era un asse particolare di interscambio ricchissimo fra il commercio per via d'acqua, che risaliva dai porti dell'Adriatico portando spesso beni preziosi, e il trasporto terrestre; con il Naviglio collegava anche Milano.
OGGI............
Lo scenario delle attività e degli attrezzi umani è radicalmente cambiato.
Lo sviluppo industriale e la conquista del tempo libero ha fatto scoprire alla gente i valori della natura pertanto le rive sono punteggiate da pescatori dilettanti, le spiagge nei periodi estivi sono popolate da bagnanti. Anche la navigazione è soltanto ricreativa, molte le canoe e i motoscafi, poche le barche a remi. |
Dunque il Ticino è luogo della memoria e dell'immaginazione, vocato all'incontro e alla riappacificazione tra l'uomo e l'ambiente ; ha partecipato ora come testimone, ora come protagonista, a molte vicende decisive della storia e a momenti piacevoli della vita pavese. Oggi purtroppo sembra sia stato dimenticato e con esso le sue splendide rive.
Al giorno d'oggi nulla è valorizzato, manca tutto : gli accessi, i sentieri e i percorsi, i ristori, tutto è lasciato in balia dell'improvvisazione. Non si tratta di progettare l'intera riva con spazi arredati, perché non rientrerebbe nel genius loci del sistema fiume, ma è necessario integrare l'ambiente con piccoli artifici strutturarlo sì come parco urbano, ma ricordando che la sua estensione va oltre la città. Importante che gli interventi non siano frammentari, che si integrino con il sistema fiume e si inseriscano in modo coerente e opportuno realizzando continuità nella rete di percorsi, rispettando la naturalità del luogo. Bisogna distinguere la zona in stretto contatto con l'area urbanizzata e quella immersa nell'ambiente naturale. Le rive del fiume andrebbero recuperate ad uso della collettività ; chiunque percorrendo il fiume dovrebbe sentirsi in un ambiente protetto e non in un luogo di frontiera dove tutto può accadere.
Il primo problema da affrontare riguarda il raggiungimento delle rive poiché le possibilità d'accesso sono spesso negate per le pessime condizioni o dalla mancanza stessa di scale. Si tratta quindi di realizzare dei collegamenti verticali diretti al fiume : rampe e scalette, progettando delle "porte d'ingresso" vere e proprie alla scoperta delle sponde perdute. Gli accessi sono fondamentali. In secondo luogo non esiste un percorso che conduca a "qualcosa", i pochi sentieri esistenti sono inghiottiti dalla vegetazione e affiorano solo alcune tracce qua e là ; è quindi necessaria una distribuzione di percorsi che dovrà rispondere alle diverse esigenze dei fruitori. Solo con tutti questi interventi la città potrà riappropriarsi di quella parte più intima alla quale è legata profondamente.
"C'è ancora un mondo in cui le strade non sono anonimi nastri d'asfalto su cui scorrono uomini, macchine e rifiuti, ma quotidiani teatri di vita." -Bernard Rudofsky-
Sistemazione e fruibilità delle rive del Ticino rientrano nel complesso processo morfogenetico con l'intento di incrementare la capacità di risposta ai bisogni umani. Significa anche accrescere l'identità del luogo, nel rispetto della sua riconoscibilità, apportando un aumento di prestazioni.
Tutto questo comporta un successivo aumento di complessità dell'immagine. Anzi durante l'iter evolutivo la riconoscibilità del luogo è incrementata da quel quid che la rendono ancor di più caratteristica. Si tratta di acquisire un codice morfogenetico dell'ambiente e attenersi al genius loci poiché l'identità del luogo è indispensabile per la qualità totale del progetto e dovrà essere incrementata per preservarsi nel tempo. "Il processo di progettazione, benché irreversibile, si svolge secondo una propria specifica logica di sviluppo, una logica compositiva che garantisce il carattere ed il risultato finale... La logica compositiva, così come l'impianto genetico degli individui naturali, garantisce una qualità e riconoscibilità che sta a monte del singolo risultato, operando tutta una sequenza di controlli sull'utilizzazione delle occasioni generate dal caos." (nota 5)