DA COSA FUGGIAMO ?

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Quando non puo' piu' lottare contro il vento e il mare per seguire la sua rotta, il veliero ha due possibilita': l'andatura di cappa che lo fa andare alla deriva, e la fuga davanti alla tempesta con il mare in poppa e un minimo di tela. La fuga e' spesso, quando si e' lontani dalla costa, il solo modo di salvare barca ed equipaggio. E in piu' permette di scoprire rive sconosciute che spuntano all'orizzonte delle acque tornate calme. Rive sconosciute che saranno per sempre ignorate da coloro che hanno l'illusoria fortuna di poter seguire la rotta dei carghi e delle petroliere, la rotta senza imprevisti delle compagnie di navigazione. Forse conoscete quella barca che si chiama Desiderio. Ci sono diversi modi di fuggire. Alcuni si servono di droghe dette "psicogene". Altri della psicosi. Altri del suicidio. Altri della navigazione solitaria. Forse c'e' un altro modo ancora: fuggire in un mondo che non e' di questo mondo, il mondo dell'immaginazione.
Henry Laborit, Elogio della fuga

La piena realizzazione di se', la gioia di vivere, la soddisfazione delle piu' autentiche esigenze esistenziali, l'anelito a una integrazione con gli altri, si scontrano contro una societa' assorta nel culto dell'edonismo, dell'egoismo, del denaro. A chi rifiuta questo ordine non resta che una via di salvezza: la fuga. Il viaggio e' la fuga ma non solo; e' il dover fare i conti con se stessi e con cio' che si lascia dietro, siano persone o cose o situazioni Per chi e' questo posto della fuga? Il repertorio puo' comprendere cinici, egoisti, qualunquisti, arrivisti, velleitari idealisti, vulnerabili outsiders, candide vittime di aspirazioni sproporzionate e di storture epocali ma anche gente comune.
R. Grassi, Territori di fuga: il cinema di Gabriele Salvatores

"Potessi entrare nel quadro me ne andrei a giro per campagna. Sarei libero di andare dove mi pare, e nessuno mi costringerebbe a scrivere che cosa farò da grande".... si sentì attirato verso il quadro come da funi invisibili, e quasi senza accorgersene cominciò a muoversi in quella direzione;.....più il ragazzo si avvicinava al quadro e più questo ingrandiva, ma ingrandiva molto più di quello che fosse dovuto all'avvicinarsi..... a un certo punto era grande come la parete e aveva acquistato anche la profondità, tanto che Damiano aveva dimenticato di andare verso un quadro; credette di trovarsi in campagna dov'era naturale correre dietro un albero. Ma quando fu lì, gli sembrò che la mamma lo chiamasse e sarebbe voluto tornare indietro... ma mentre gli era stato facile entrare nel quadro, ora non era capace di uscirne....
S.Marianelli, Fuga nel quadro

 

Nel mondo in cui viviamo ognuno di noi sente il desiderio di fuggire almeno una volta. Questa voglia di evadere di liberare la mente di dimenticare tutto e partire. Quando pensiamo alla fuga la prima cosa che viene alla mente è senza dubbio un viaggio. Partire per una destinazione dunque ! Ma è facile fuggire con un biglietto aereo, basta avere i soldi, una settimana di ferie, e andare all'areoporto. E' forse più difficile fuggire svegliandosi la mattina a Milano e tornare a letto la sera ancora a Milano. Non sappiamo ancora dove ci può portare questa fuga, ma alcuni intenti sono già presenti: infatti sappiamo che stiamo scappando da tutto ciò che ci annoia, che ci sembra ripetitivo, che annienta la nostra creatività, e allora diventa importante la fuga, un modo per ritrovare stimoli, superare i nostri limiti attraverso l'immaginazione. Una evasione che ci serve da integratore energetico, facendoci ritornare carichi e propositivi, e facendoci vedere la quotidianità da un punto di vista diverso. Quindi fuggire senza però avere una meta precisa; il fuggitivo scappa da qualcosa  ma non sa esattamente dove terminerà la sua fuga. Forse tra un minuto o forse mai.

 

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