Progettare un faro.

Fig. 1 - Fari nel mondo e nella storia"[Achille] s'imbracciò lo scudo
Che immenso e saldo di lontan splendea
Come luna, o qual foco ai naviganti
Sovr'alta apparso solitaria cima,
Quando lontani da' l'or cari, il vento
Li travaglia nel mar..."
OMERO, Iliade, libro XIX, vv. 373-378; trad. it. V. Monti.

la scelta di progettare un faro è stata dettata da una pura suggestione.
una suggestione che è avvenuta in due tempi e che si è manifestata la prima volta dopo la visione di un film - le onde del destino (breaking the waves) di lars von trier - la seconda e decisiva dopo un viaggio fatto sui luoghi dove il film era stato girato, le isole shetland al largo della scozia.
non solo il progetto, quindi, ma anche la motivazione è stata innescata da un elemento esterno: perché nel film non compare nessun faro.
ma ormai il processo era innescato e sono venute di conseguenza le fascinazioni per un edificio tanto estremo e tanto essenziale; ancora oggi dove la tecnologia ha sostituito l'uomo per molti aspetti, l'importanza dei fari rimane immutata.
bisognava cercare di capire quali fossero gli aspetti attuali del faro e quali quelli datati, per farne una testimonianza del suo tempo e non un simulacro di un tempo che non c'è più.
ho pensato che fosse necessario esaltare la sua struttura duplice, il suo rapporto con il naturale, adattare le sue forme alle eventuali richieste in campo scientifico, limitare gli aspetti di permanenza dell'uomo, considerando che molte operazioni attualmente si possono compiere da postazioni remote.
un aspetto che mi interessava approfondire era quello dell'emozione che il faro poteva dare.
e quindi sono entrate in gioco le suggestioni marinare, l'idea di una luce che indica la terraferma e di conseguenza, in molti casi, la salvezza.
mi sembrava di particolare interesse provare ad attribuirgli un qualche senso evocativo, al limite, anche, della religiosità; l'idea del richiamare a sé.
e poi il volergli attribuire il senso di celebrazione del luogo, da cui la suggestione derivata dal menhir come primordiale manufatto dell'uomo contrapposto all'aspetto tecnologico del nostro tempo.

 

 

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