LA
CRIPTAZIONE DEGLI SPAZI ARCHITETTONICI
E possibile identificare e
caratterizzare in modo diverso il movimento
allinterno dello spazio pubblico e di quello
privato? La risposta è affermativa se si considera
quanto nell'ultimo secolo è stato messo a punto dalla
psicologia sperimentale, che pone come primo caposaldo
delle sue ricerche i processi di percezione, "che
consistono in tutti quei processi mediante i quali
traiamo informazioni sul mondo nel quale viviamo",
come li definisce Enrico Canestrari nel suo trattato di
Psicologia generale.
In realtà latto percettivo è primitivo e
immediato (nel senso di non intellettuale o riflesso),
oggettivo (nel senso di essere legato a condizioni
esterne al percepente), e globale ed unitario (nel senso
di non essere una pura eccitazione del sistema nervoso
centrale).
La percezione quindi è la chiave di accesso verso la
realtà fenomenica esterna, sia che si sostanzi nello
spazio privato, sia in quello pubblico. E tutto ciò
avviene attraverso un preciso programma che è specifico
della percezione dello spazio o della distanza. In
realtà si intende "la percezione delle
caratteristiche geometriche e spaziali dei singoli
oggetti (la loro grandezza, volume, orientamento), oltre
a quella della distanza tra oggetto e soggetto che
osserva e tra i vari oggetti stessi" ( Farnè 1970).
E il caso di approfondire questo particolare
processo poiché non è certo ovvio come mai riusciamo ad
avere una percezione tridimensionale del mondo così
precisa (tanto da orientarci e comportarci in esso senza
incidenti) quando sulla retina si ha, invece,
unimmagine piatta. Come avviene dunque che il
carattere della tridimensionalità, che a livello
retinico va perduto, viene ricostruito sul piano della
visione intesa come esperienza psichica? E ovvio
che ci devono essere dei fattori che vengono in nostro
aiuto, delle caratteristiche dello stimolo che portano
informazioni fondamentali su come sono disposti gli
oggetti nellambiente esterno: gli studi condotti in
questo senso hanno portato alla scoperta di importanti
"indizi di profondità". Essi possono essere
sia fisiologici sia psicologici. E infatti su
questa frontiera che si diversificano gli spazi privati,
intimi, soggettivi, individuali, personali e quindi non
necessariamente da rivelare, da quelli pubblici che si
contraddistinguono per la presenza di elementi o meglio
di indizi che riflettono le esigenze della collettività
in un determinato momento storico e ad una determinata
latitudine geografica.
A seguito dei processi di percezione si formano degli
elementi caratteristici che non solo hanno una funzione
oggettiva ma recano inglobata una funzione simbolica che
permette allosservatore di riconoscere la presenza
di uno o più elementi, consentendo quindi
limmediata identificazione sia delloggetto,
sia della sua funzione: un esempio può essere il segnale
stradale, che alla percezione oggettiva fornisce una
visione dinsieme mentre a una risposta emotiva può
indicare un divieto in quanto il significato racchiuso è
interpretato alla luce di convenzioni ben definite e
note.
Ma la collocazione artistica di fatto significa riportare
loggetto al significato voluto dal suo costruttore,
significato che il più delle volte è
"racchiuso", "criptato" e solo un
certo tipo di conoscenza ne consente di interpretarlo;
così come la doppia corona bianca e rossa rappresentata
nelle pitture funerarie egizie, significa che il faraone
è re dellalto e del basso Egitto, così come nelle
colonne egizie si coglie il fior di loto aperto o chiuso
simbolo dellalto e del basso Egitto, così
attraverso i secoli si è cercato di racchiudere in forma
più o meno criptica un significato, conoscerlo significa
vivere la stessa emozione del suo creatore o del suo
ideatore.
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