SPAZIO
PUBBLICO - SPAZIO PRIVATO
Ogni individuo si muove allinterno di un proprio
spazio, dove si collocano i propri istinti (inconscio), i
propri comportamenti (io) e le proprie rinunce (super
io). Ogni nostro comportamento prima di esprimersi
allesterno, avviene allinterno di queste tre
aree. Dallo spazio interno passa poi allo spazio esterno,
quello che ognuno tende a caratterizzare, a imbrigliare,
a tenere sotto controllo.
Da sempre quindi lo spazio esterno riflette nelle forme e
nei contenuti elementi che sono originati
allinterno della propria personalità: così, lungo
i secoli lambiente riflette gli stati danimo
del momento storico al quale appartiene, dalle sacre
foreste della cultura celtica, alle domus dellepoca
romana che seguono quella filosofia conquistatrice che
già nel mondo ellenico aveva posto le basi storiche. In
tempi più recenti lo spazio (bidonville) riflette le
esigenze sociali del vivere a stretto contatto con quel
mondo dal quale si può attingere la sopravvivenza,
così, quando i mezzi lo consentono lindividuo
eleva templi protesi verso il cielo per appropriarsi di
spazio e assoggettarlo ai propri bisogni, il mito della
torre di Babilonia trova le sue più diverse sostituzioni
nelle piramidi, nelle cattedrali gotiche che, in pochi
decenni si sviluppano nellEuropa, nei grattacieli
che si stagliano verso il cielo. Tutto ciò suona come un
inno di trionfo, di sfida al cielo stesso, di conquista e
di sottomissione, non fosse altro delle leggi della
dinamica, della statica e della gravità.
E però nello spazio esterno alluomo che
luomo trasferisce i suoi sogni, le sue fantasie, le
sue possibilità. Ledilizia privata ha da sempre
fatto da portavoce di questi bisogni, rimodellandosi
secondo le circostanze e riflettendo le condizioni
sociali del momento. Luomo ha trovato nello spazio
lo specchio delle sue aspirazioni e sottomettendo lo
spazio ha cercato di dare forma e significato ai propri
bisogni affinché gli altri ne potessero essere
partecipi. Quindi lo spazio esterno è metaforicamente un
monumento ai posteri di noi stessi, delle nostre scelte e
delle nostre aspirazioni.
Infatti, il conflitto interiore viene esternato come
conflitto, come demolizione, come disordine, come caos;
ne è da sempre stato un esempio il conflitto bellico
dove nella distruzione si può intravedere la volontà di
soppressione e di violenza che emerge dal vincitore e che
si sfoga sullo sconfitto.
Lo spazio quindi diventa un palcoscenico dellanimo
dove viviamo le nostre gioie o i nostri dolori senza che
mai cali il sipario.
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