L'atteggiamento
operativo alla base di questo approccio è quello di produrre un modello e confrontarlo
con le richieste. E' un atteggiamento che deriva direttamente (e necessariamente, in
quanto sono ambedue atteggiamenti operativi che lavorano nel campo della scoperta) dall'
approccio tipico della ricerca scientifica: quello descritto da Thomas Khun.
Esso rimane tutt'oggi il punto di riferimento per un approccio non analitico come è
quello progettuale.
E' l'operare per paradigmi indiziari successivi, e per momenti di continuità (normali) e
di discontinuità (eccezionali).
Il paradigma indiziario deve avere tra le sue qualità ladattabilità a cambiare,
crescere e a non caratterizzarsi per le proprie specifiche funzioni; pare ovvio il
rapporto tra paradigma e funzioni, queste saranno infatti comprese all'interno della forma
del modello ma non saranno la radice dello stesso. La capacità di risposta del modello
alle richieste funzionali è pertanto requisito essenziale ma non strutturante e la
dinamica evolutiva del progetto risente in maniera molto attenuata delle richieste
prestazionali, che rappresentano il terreno meno fertile soprattutto se confrontate con
l'esplosività e la capacità di crescita delle funzioni estetico-simboliche.
La forma del modello non deve rispondere alle domande formulate dalle funzioni richieste
al progetto, ma solamente inglobarle.
Il paradigma indiziario è un ipotesi soggettiva di organizzazione non solo degli
elementi/richieste esistenti, ma soprattutto di quelli a venire, ancora sconosciuti ed
imperscrutabili.Un paradigma indiziario è uno strumento di controllo
dellevoluzione. Ogni progettista utilizza paradigmi indiziari di tipo differente,
anche se normalmente contengono dispositivi di controllo di tipo geometrico, topologico,
dimensionale, gerarchico e regole sul rapporto norma/eccezione.
(C.Soddu, E.Colabella, Il progetto
ambientale di morfogenesi, Progetto Leonardo, Bologna, 1992). |