QUARTO OBIETTIVO:

 

Esiste sempre un ambito di fruizione da rispettare 

 

"Se l’arte è comunicazione e non vi è comunicazione se non vi sia un ricevente, un’opera d’arte funziona soltanto in quanto colpisce una coscienza." (Argan, op cit). 

"Noi siamo circondati da oggetti del desiderio non da oggetti d’uso" ( D.A. Norman, "La caffettiera del masochista. Psicopatologia degli oggetti quotidiani)

 

 

 

Due sono gli aspetti che mi interessano della fruibilità di un oggetto: in primo luogo l’idea che se un oggetto ha uno scopo deve poter essere utilizzato per quello scopo e in secondo luogo che a discrezione del fruitore ammesso che tale oggetto risponda al suo scopo primario possa comunque disporsi ad essere utilizzato per qualsiasi altra cosa venga pensata per esso. Questa seconda affermazione rientra ancora nel campo della re-interpretazione dell’oggetto per cui la categoricità d’uso va comunque messa da parte in nome di quella contaminazione reciproca che tanto fa, se non addirittura tutto, per la crescita e la conoscenza di ciascuno. In questo senso l’obiettivo fruibilità diventa di carattere ambivalente e quasi contraddittorio tenendo presente da un lato il carattetre tipicamente pratico ovvero il fatto che se si progetta una sedia questa debba quantomeno sorreggere chi di essa usufruisce e dall’altro che la parola fruizione assuma il senso proprio dell’usufruirne a proprio piacimento, in tal modo se un fruitore considera una sedia come sostegno di un vaso da fiori nessuno potrà negargli tale libertà.