A questo punto del nostro iter progettuale
abbiamo a disposizione un valido strumento per esplorare l'infinito universo
del possibile, una logica che ci permette di generare n mondi virtuali
tutti diversi, ma tutti coerentemente espressi dalla medesima idea progettante;
ma perchè questa si renda manifesta e possa, così, essere
comunicata in modo concreto, dobbiamo scegliere le forme del nostro immaginario
soggettivo, umorale e casuale che la incarneranno. Ovviamente nessuna forma
è preferita e nessuna è esclusa in partenza, bisogna, però,
valutarne l'effettiva pertinenza rispetto allo scenario che abbiamo proiettato
nella nostra mente. Il criterio fondamentale, che non deve mai venir meno,
è che non si entri mai in conflitto con il paradigma
organizzativo , inteso come struttura ed organizzazione dell'idea progettante.
Quindi, prima di passare agli eventuali scenari meta-progettuali, dobbiamo
definire l'immaginario soggettivo dal quale operare le nostre ADDUZIONI
FORMALI.
"La scelta di un’alternativa formale al posto
di un’altra porta a risultati decisamente diversi. Ma può trattarsi
solamente di una diversità contingente. L’approccio logico compositivo
del progettista resta identico. Risultati paralleli sono tutti virtualmente
possibili, tutti capaci di identificare la stessa matrice progettuale,
se l’intercambiabilità della forma viene associata al perdurare
delle procedure logiche della morfogenesi...
...Una forma può essere intercambiabile
con un’altra nel momento della scelta; ma ogni scelta, una volta accettata
viene ad essere irreversibile, e caratterizza univocamente e necessariamente
l’individuo, una storia fra le tante possibili storie, ma, in quanto storia,
irreversibile...
...Ogni scelta di formalizzazione nasce dalla
soggettività del progettista e si esplicita attraverso riferimenti
più o meno colti, storici e/o di moda...".