A questo punto del nostro iter progettuale abbiamo a disposizione un valido strumento per esplorare l'infinito universo del possibile, una logica che ci permette di generare n mondi virtuali tutti diversi, ma tutti coerentemente espressi dalla medesima idea progettante; ma perchè questa si renda manifesta e possa, così, essere comunicata in modo concreto, dobbiamo scegliere le forme del nostro immaginario soggettivo, umorale e casuale che la incarneranno. Ovviamente nessuna forma è preferita e nessuna è esclusa in partenza, bisogna, però, valutarne l'effettiva pertinenza rispetto allo scenario che abbiamo proiettato nella nostra mente. Il criterio fondamentale, che non deve mai venir meno, è che non si entri mai in conflitto con il paradigma organizzativo , inteso come struttura ed organizzazione dell'idea progettante. Quindi, prima di passare agli eventuali scenari meta-progettuali, dobbiamo definire l'immaginario soggettivo dal quale operare le nostre ADDUZIONI FORMALI.

"La scelta di un’alternativa formale al posto di un’altra porta a risultati decisamente diversi. Ma può trattarsi solamente di una diversità contingente. L’approccio logico compositivo del progettista resta identico. Risultati paralleli sono tutti virtualmente possibili, tutti capaci di identificare la stessa matrice progettuale, se l’intercambiabilità della forma viene associata al perdurare delle procedure logiche della morfogenesi...
...Una forma può essere intercambiabile con un’altra nel momento della scelta; ma ogni scelta, una volta accettata viene ad essere irreversibile, e caratterizza univocamente e necessariamente l’individuo, una storia fra le tante possibili storie, ma, in quanto storia, irreversibile...
...Ogni scelta di formalizzazione nasce dalla soggettività del progettista e si esplicita attraverso riferimenti più o meno colti, storici e/o di moda...".

 (C. Soddu, E. Colabella 1992)