GENESI E DINAMICA EVOLUTIVA

G.B.PIRANESI, Carceri d'Invenzione tav.VIII
 

"...così le grandi città americane esaltano l'universo urbano costruito di pietra e cemento, di mattone e vetro; in questo senso forse nessuna fabbrica urbana nel mondo è pari a una città come New York: New York, questa incredibile città costruita da monumenti."

A. ROSSI, L'architettura della città.
 

PREMESSA

 

La determinazione di una dinamica evolutiva è il nostro successivo passo, all'interno di questa esperienza progettuale.
Si tratta del proseguimento del tempo del progetto, che ha avuto come catalizzatore la lettura soggettiva sia del contesto ambientale, sia dell'universo di adduzione, e che è strettamente collegato, senza possibilità di equivoco, con gli obiettivi, già predefiniti, visti come necessità od esigenze concettuali, riferibili al contesto, unitamente alla nostra soggettività.
Ciò premesso, abbiamo inteso acquisire, nell'ambito di tale iter sperimentale, un 'modello' che fungesse da autorganizzatore dell'intero sistema progettuale, al fine di non intaccare la riconoscibilità, della città da noi esaminata, anzi, cercando di incentivarne e sottolinearne un incremento generale.
"Come si sviluppa un progetto? Abbandoniamo il percorso basato sull'unicità del gesto creativo come affermazione perentoria del segno architettonico, per ricorrere ad un procedimento aperto."32
Abbiamo così cercato di delineare , secondo il nostro modo di pensare, un dispositivo di congruenza, composto da MATRICI di GENESI, scisse in due scale, che sono poi quelle precedentemente presentate:

1. DINAMICA EVOLUTIVA EDIFICIO
2. DINAMICA EVOLUTIVA MICROSISTEMA ( pianta + prospetto )
3. DINAMICA EVOLUTIVA CONTAMINANTI

Suddette matrici sono direttamente connesse con le già individuate matrici obiettivi, queste ultime, poi, ci hanno permesso di accedere alla fase concernente le matrici di sviluppo, che ci premureremo di manifestare e spiegare nel capitolo consecutivo.
Dunque si tratta di un approccio alla dinamica evolutiva, instabile appunto, il quale ha valutato l'estrema complessità del contesto urbano, ma che ha anche rispettato l'unicità del luogo stesso ed ha concepito la città come un organismo vivente, il cui sviluppo prevede infinite ipotesi di nuovi assetti e di nuovi incrementi in graduale svolgimento. Da ciò è scaturita una ricerca di esperienza progettuale, meditante e riflettente una immagine urbana non diversa da quella di una naturale, nei termini di un'entità in evoluzione anch'essa ed in perenne ed irreversibile prosecuzione della molteplicità e della intricata caratterizzazione, la quale prende corpo attraverso lo svolgere del tempo progettuale e mediante l'innesco del suo disequilibrio e definente innumerevoli scenari tutti differenti, ma ognuno di essi riferibile ad un comune DNA, un'unica riconoscibilità urbana, del contesto preso in esame. Abbiamo quindi cercato di provvedere alla messa a punto di un processo di gestione formale, garantendo un controllo adeguato e pertinente; "Questo comporta identificare una logica formale capace di rappresentare 'come' e non 'perchè' una forma si trasforma in un'altra, 'come' e non 'perchè' un insieme di forme accumula immagine sino a caratterizzarsi come immagine urbana riconoscibile."33
La costituzione delle matrici di genesi è stata per noi un aspetto essenziale, giacchè è una fase che diviene strumento di percorso della dinamica evolutiva, la quale, nel campo del contesto urbano, si materializza attraverso l'evoluzione del singolo edificio che cambia l'immagine urbana e, al medesimo tempo, la stessa immagine urbana crea un frangente di sottoposizione delle condizioni necessarie al modificarsi dell'edificio stesso, a sua volta.