E’ dimostrato che dall’analisi del grattacielo, inteso come struttura tripartita, ci è permesso di individuare i mutamenti sintattico semantici in rapporto con il tipo di funzione e le relazioni che intercorrono tra le varie parti.
Il CORONAMENTO
ad esempio è certamente l’elemento simbolico che caratterizza
l’intero edificio, e, nella dimensione scenica e panoramica del contesto
urbano, è il segno di distinzione che si tramuta in elemento pubblicitario.
Il BASAMENTO
ha la nobile funzione di veicolo comunicante dell’edificio con la rete
stradale è il mezzo di relazione con lo spazio pubblico. La base
risulta così l’unica delle tre parti coinvolta con l’ambiente e
la sua tipologia è identificabile in due distinti concetti: nel
primo con la mediazione di una piazza, viene ad addossarsi all’edificio
lo spazio pubblico; nell’altro, che include in essa lo spazio pubblico,
fa della soglia soltanto una perforazione.
Il tema della colonna è comunque largamente sviscerato, fino a tradursi in un mito di referenza, in cui sarcasmo e glorificazione si alternano e si confondono. La matrice tipologica dello Ziggurat, della torre a gradoni rientranti, del riferimento alle culture mitiche, contagia anche alcuni grandi architetti europei. La decorazione che verrà assunta nella decorazione di N.Y. sarà quella piu simbolica e figurativa; è un Art-Decò che si manifesta attraverso i temi classici dei motivi ornamentali del mondo antico, o che sviscera i temi iconologisti della fontana, intesa come cascata, segno di abbondanza e di ricchezza, mitica pioggia d’oro delle simbologie solari ed astrali che si ricollegano ai temi cari della Teosofia.
Un altro tipo di rappresentazione fortemente presente
all’Exposition di Parigi è il bassorilievo con richiami classicheggianti,
risolto con accenti tipici del novecentismo internazionale. Tutto questo
troverà la sua massima espressione nei quattrocento edifici del
Rockfeller
Center di lì a qualche anno.
Con l’Empire
State Building, l’America lancia una sfida verso il cielo, come era
avvenuto decine di secoli prima a Babilonia. Qui
si tratta di una megacolonna, unica superstite e testimone, non si sa se
di un tempio in costruzione o di una città in rovina. Dal grattacielo
tipo si torna al grattacielo-oggetto, e questo oggetto risulta irrazionale,
antieconomico ed assurdo; sotto il profilo linguistico, totalmente svuotato
della sua sostanza significante.
L’empire
si identifica ormai con il canto del cigno del romanticismo: le ambizioni
del potere e le nuove esigenze economiche del paese, sono destinate a separarsi
definitivamente.
Il Daily
News, nel suo elegante verticalismo, non produce alcun senso di volume
e si delinea già come "lastra", a tal punto da poterlo
già classificare come architettura bidimensionale. E’ questo il
momento che dal grattacielo Americano scompare definitivamente il coronamento
fino ad allora elemento caratterizzante dello Skyline; l’edificio termina
tronco così come avviene nell’architettura razionalistica europea
dello stesso periodo, assumendo dunque un ruolo decisamente progressista.
Tutti gli uomini d’affari devono pensare almeno una volta al vantaggio che avrebbero ad abitare nell’edificio in cui lavorano... L’edificio si regge su dei pilotis che lasciano libero spazio entro questi punti portanti. Solo le scale e i livelli degli ascensori arrivano fino al livello della strada.
Gli Associated Architeds, rifacendosi alla precedente
esperienza di Hood per il Daily
News Building, optano per un analogo tipo di facciata, imponendo alla
visione del grattacielo una nuova concezione ottica.
L’accentuazione della verticalità dell’edificio risulta così accentuata dai nastri di cemento e dal rincorrersi delle finestre, che da terra si proiettano verso l’alto in un’alterna sequenza cinetica; le facciate lamellari sollecitano una visione tutta frontale.
E nel momento che si stavano erigendo le sue strutture, già si creavano le premesse che avrebbero portato alla terza generazione dei grattacieli: L’international Style stava ormai diffondendo i nuovi principi del suo lessico e i piu famosi architetti tedeschi trasmigravano verso le città americane.
Il Rockfeller
Center, quindi è li a far da ponte fra le due epoche, quella
vecchia degli anni ruggenti del music hall, del jazz, dei folli anni venti,
e quella che ad essa si è sovrapposta, fatta di folli mostri di
cristallo, che sono andati ad invadere altri spazi in quella catena montagnosa
ormai consolidata da tempo che è Manhattan.
Arrivati negli anni ’70, al limite della sublimazione formale della natura strutturalmente ripetitiva del grattacielo, committenti ed architetti hanno riscoperto la necessità di una nuova "espressività".
Fissati i limiti concessi alla manipolazione compositiva, alla "pelle" dell’edificio, il problema del suo trattamento espressivo, rientra in una piu generale strategia di comunicazione visiva, sensibile alle fluttuazioni del costume. E’ come se, insomma chiuso provvisoriamente un suo ciclo di costante depurazione stilistica con il minimalismo d’acciaio e di vetro dei grandi "fossili" tecnologici degli anni ’70, la storia del grattacielo ricominciasse d’accapo... il grattacielo degli anni ’80 risorge davanti alla possibilità di un nuovo eclettismo, il cui principale scopo sembra consistere nella ossessiva, quasi angosciosa volontà di comunicare.
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