6.
CATALIZZATORE
"...
Affrontai un uomo forte. Il suo volto era cupo come la notte... Mi afferrò
e mi gettò in un abisso e disse...così: "Vola verso il basso,
verso la dimora dell'oscurità, verso la casa di Irkalla. Scendi
nella sua dimora, donde non esce più chi vi è entrato. Scendi
per la strada che nessuno può rifare se la sua vita non si svolge
a destra e a sinistra".
(Epopea
Di Gilgamesh,tav. III, 2000 a.C. circa)
Per cambiare
stato, passando da uno stato di equilibrio ad una dinamica evolutiva (10)
che dia il via al progetto, è necessario disporre di un elemento
in grado di scatenare un processo di trasformazione; questo processo, una
volta attivato, sarà controllabile a posteriori attraverso specifiche
logiche progettuali capaci di gestire l'evoluzione. L'elemento a noi indispensabile
è un "catalizzatore formale" (11),
che sia utile all'innesco del progetto, incrementando l'evoluzione del
sistema senza andare ad incidere direttamente sul risultato finale, e che
suggerisca le prime forme di transizione, frutto di una risposta, e che
torneranno poi come richieste più sofisticate. Il catalizzatore,
connotato da una forte carica di casualità/soggettività,
può essere identificato in qualsiasi occasione capace di stimolare
il progettista, fornendogli così uno spunto per l'innesco del progetto.
Il catalizzatore
formale dunque si trova investito di una duplice funzione: si costituisce
come elemento scatenante ed anche come regola per il controllo complessivo
dell’evoluzione progettuale.
La nostra scelta è
caduta su un testo letterario appartenente alla tradizione mitologica
sumero-babilonese del 2000 a.C.: "L'epopea di Gilgamesh".
Figg.
81-3: Humbaba, il mostro; la dea Ishtar
Dobbiamo qui rammentarci
che i miti, le favole, le fiabe sono "racconti dell'iniziazione": infatti
generalmente c'è un eroe che, partito (per i motivi più vari),
entra in un determinato contesto, supera travagliate vicissitudini, esce
miracolosamente illeso. Ma è proprio durante questo itinerario attraverso
luoghi sacri o profani, attraenti o spaventosi, che avviene "il passaggio
nel labirinto".
I luoghi si caricano
così di valenze simboliche: da qui l'esigenza da sempre sentita
dell'uomo, (e quindi anche la nostra, come progettisti), di trasferire
tale valenza anche al controllo del rapporto tra naturale ed artificiale.
Gilgamesh, che può
essere considerato l'equivalente del Teseo della mitologia greca, è
un eroe che non conosce la stanchezza e pertanto considera come sua missione
il compito di liberare la terra dai mostri che affliggono i popoli.
Il viaggio che questo
personaggio intraprende contiene in sè tutti gli elementi del viaggio
labirintico: la figura dell'amico Enkidu (mezzo uomo e mezzo toro), il
combattimento con il toro inviato dalla dea Ishtar, e infine il viaggio
alla città di Kigallu (l'attraversamento delle 7 porte che conducono
al luogo che non vede mai la luce).
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