7.   PARADIGMA


"Al centro di Fedora, metropoli di pietra grigia, sta un palazzo di metallo con una sfera di vetro in ogni stanza. Guardando dentro ogni sfera si vede una città azzurra che è il modello di un'altra Fedora. Sono le forme che la città avrebbe potuto prendere se non fosse, per una ragione o per un'altra, diventata come oggi la vediamo. In ogni epoca qualcuno, guardando Fedora quale era, aveva immaginato il modo di farne la città ideale, ma mentre costruiva il suo modello in miniatura già Fedora non era più la stessa di prima,  e quello che fino ad ieri era stato un possibile futuro ormai era solo un giocattolo in una sfera di vetro.  
(Italo Calvino, "Le città invisibili") 

L’operazione progettuale preliminare da noi compiuta è stata quella di tentare una formulazione complessiva, un’ipotesi organizzativa del nostro metaprogetto. Questa prima ipotesi è stata il nostro paradigma , un sistema di possibili connessioni e organizzazione dei rapporti, non semplicemente dedotto dai dati acquisiti, ma da una serie di scelte di tipo adduttivo e soggettivo.
I contributi che gestiscono il paradigma indiziario finale provengono da tutto un lavoro svolto fino a quel momento e dall'interscambio sinergico di tutte le osservazioni sintetizzate.
Il metaprogetto così diviene "progetto di specie", capace di produrre una serie infinita di individui unici ma appartenenti ad un'unica specie, definendo non i singoli elementi, ma la loro struttura. Un progetto deve essere riconoscibile come appartenente ad una specifica logica operativa, ad un metaprogetto soggettivo; progettare significa proprio "assecondare la dinamica evolutiva di un'idea" (12), producendo un modello che dovrà rispondere a richieste che ancora non si conoscono e attivando una logica di sviluppo in grado di controllare l'evoluzione del sistema verso un obbiettivo, attraverso "un'ipotesi soggettiva di organizzazione di tutti gli elementi/richieste esistenti e di quelli a venire, ancora sconosciuti. E' quindi una scommessa, una sfida; cerchiamo di cogliere e di indirizzare gli sviluppi possibili" (13). Il risultato di tale progettazione consiste in "eventi complessi e formalizzati" (14) generati da obbiettivi, richieste e riferimenti in continua evoluzione, inseriti in un contesto anch'esso soggetto a repentini  mutamenti.  "Il modello/paradigma indiziario che noi costruiamo per controllare il farsi del progetto [...] deve avere due classi di requisiti. Può e deve, anzitutto, essere una esplicitazione del nostro retroterra culturale/soggettivo/umorale/casuale/contingente. Proprio questa carica di soggettività, e quindi labilità/variabilità lungo il tempo del progetto [...] sarà una carta vincente nella sfida verso la complessità come capacità di risposte multiple, imprevedibili ed intersoggettive." (15).   Di fondamentale importanza per il paradigma indiziario è il concetto di flessibilità cioè la capacità del sistema di assimilare volta per volta tutte le possibili variabili che intendiamo produrre con la dinamica evolutiva del nostro progetto, ed inoltre deve avere la possibilità di crescere e cambiare con estrema facilità. Il fatto che il paradigma sia comunque gestito dalle scelte soggettive del progettista, crea nell'ambito di rilettura dei vari contesti le premesse per un incremento di complessità dell'ambiente e per un innalzamento della sua qualità totale.
Per la costruzione del nostro paradigma indiziario ci siamo servite del catalizzatore, "L'Epopea di Gilgamesh"; affascinate dal significato simbolico del racconto, il percorso labirintico di ricerca interiore dell'eroe Gilgamesh, abbiamo cercato di costruire una sequenza spaziale che contenesse questo concetto di iniziazione. Rileggendo soggettivamente il racconto ne abbiamo selezionato alcuni passaggi che abbiamo poi arbitrariamente associato alle unità elementari/eventi primari ingresso - percorso - nodo - centro individuati in precedenza. La successione degli elementi che si è venuta così a costituire ha strutturato la sequenza ordinatrice del nostro metaprogetto, fornendoci una matrice organizzativa topologica.
L'unità/evento primario "ingresso" l'abbiamo soggettivamente associato ai passi dell'epopea in cui è contenuta la descrizione dei personaggi principali, Enkidu e Gilgamesh.
Gli episodi che abbiamo ritenuto più significativi, come ad esempio la lotta con Humbaba, quella tra i due eroi, ed altri, li abbiamo  soggettivamente collegati all'evento "nodo".
La tauromachia descritta, la lotta contro il Toro Celeste, ha costituito il nostro "centro".
I momenti del racconto in cui si descrive il viaggio dell'eroe, sia reale che spirituale, sono diventati i nostri "percorsi".
 
SEQUENZA DI PERCORSO
 

 
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