3. OBBIETTIVI


"- Viaggi per rivivere il tuo passato? - era a questo punto la domanda del Kan, che poteva anche essere formulata così: - Viaggi per ritrovare il tuo futuro?
E la risposta di Marco: - L'altrove è uno specchio in negativo. Il viaggiatore riconosce il poco che è suo, scoprendo il molto che non ha avuto e che non avrà."
(Italo Calvino, "Le città invisibili") 
 
 
  Fig.1: Francesco Segala,
figura labirintica, Padova,1500 circa
 
Gli obbiettivi che ci siamo proposte di raggiungere, al fine di portare avanti questa sperimentazione, questo metaprogetto soggettivo di morfogenesi, rispecchiano la nostra intenzione di  studiare e stabilire il "come" un percorso "labirintico" sia in grado di gestire il rapporto tra naturale ed artificiale nell'organizzazione di uno spazio. 

Per potere conseguire tale scopo, abbiamo dovuto individuare soggettivamente tutte le specificità e i caratteri del nostro "percorso labirintico". Abbiamo in particolare cercato di porre lâattenzione sul modo in cui lâessere umano transita da uno spazio allâaltro, sul modo in cui il movimento allâinterno del labirinto riesce ad influenzare psichicamente la mente del singolo soggetto, sul significato di conquista che lâuomo fa di se stesso, sull'affascinamento del "viaggio". Del resto lâimportanza e la vastità dellâargomento sono tali che tutti mostrano di reagire al simbolo del labirinto, considerato che esso affonda le proprie radici nel patrimonio di vita comune ed ha un significato inconscio che trascende razza e cultura. Se l'immagine del labirinto ha una storia millenaria, questo significa che da sempre l'uomo è stato affascinato da qualcosa che in qualche modo gli parla della condizione umana e cosmica. Esistono infinite situazioni in cui è facile entrare ma è difficile uscire. E' tipico della vita quello spazio intermedio in cui si vaga a lungo, senza ben sapere dove si vada e perché, e cosa si incontrerà al centro, o in uno dei suoi mille imprevedibili snodi. 

Abbiamo identificato come nostri obbiettivi soggettivi di qualità: 

 
 
 OBBIETTIVI  SOGGETTIVI
 
Cooperazione naturale/artificiale: l'architettura e l'ambiente naturale non devono essere considerati separatamente, ma come un'ulteriore occasione di sviluppo della qualità e della riconoscibilità del luogo (es. i tetti-giardino di Le Corbusier).
Incremento di identità e riconoscibilità del luogo: il progetto tende anche ad accrescere, tramite caratteri più o meno accentuati, l'identità "labirintica naturale" del luogo. 
Senso di infinito: i percorsi non sono semplici assi di percorrenza, ma devono interagire tra di loro e con il contesto circostante, aumentando le loro  possibilità di collegamento. 
Senso della scoperta: il sistema deve favorire il senso della meraviglia, del succedersi di tappe,  del viaggio avventuroso.
tabella n.1 : obbiettivi soggettivi
 
 
OBBIETTIVI DI BASE
 
Capacità di interfacciarsi del progetto  E' l'unico obbiettivo di base individuato come necessità/possibilità del progetto di porsi in modo armonico nei confronti dell'ambiente circostante, cercando di avvicinarsi alla sua "naturalità". 
tabella n.2 : obbiettivi di base
 

Da questa riflessione abbiamo successivamente cercato di trarre, anche se non in modo esaustivo (sarebbe impossibile farlo), delle adduzioni che cercassero di avvicinarsi il più possibile a tali obbiettivi.



 
Tealppag.gif (625 byte) 
Torna alla pag.precedente 
Tealhome.gif (1907 byte) 
 Torna alla homepage 
Tealinde.gif (1842 byte) 
Torna all'indice 
Tealnpag.gif (638 byte) 
Vai alla pag. successiva